Siamo ormai all’accanimento persecutorio

(fdm) Pubblico con piacere questo sacrosanto articolo, che suscita la mia viva approvazione. Io vedo l’automobilista, oggi come oggi, come un martire. Demonizzato, angariato, iperpunito. Se Cristo fu posposto a Barabba, a chi viene posposto l’automobilista? Ce lo dice Iris Canonica nel suo indignato articolo.

PS. Gli automobilisti sono forse una “minoranza oppressa”? Ma no, siamo tutti noi, siamo tantissimi!

 

A scadenze sempre più ravvicinate e regolari, i media locali ci informano, con dovizia di particolari, dell’ennesima condanna inflitta all’automobilista di turno che ha superato i limiti di velocità, senza che lo stesso abbia provocato incidenti, superato il tasso alcolemico consentito o assunto sostanze alteranti (stupefacenti e medicamenti). Da quando, nel gennaio dello scorso anno, sono entrate in vigore le nuove norme in materia di circolazione stradale si è assistito ad un pesantissimo stillicidio di condanne nei confronti degli automobilisti, con relative pene anche detentive (carcerazione), per chi – lo sottolineo ancora – non ha provocato incidenti e neppure assunto sostanze alteranti.

L’altro giorno, a chi ha avuto il piede pesante in autostrada, senza provocare incidente alcuno, oltre al ritiro della patente, sono state affibbiate seicento ore di utilità pubblica, pari a sei mesi di carcere da espiare.

Nei giorni scorsi, ha suscitato una doverosa reazione da parte di alcuni media ticinesi (Corriere del Ticino e LiberaTV) la sentenza nei confronti di due automobilisti ticinesi. Uno per aver ampiamente superato il limite di velocità consentito, senza tuttavia arrecare danno alcuno, ha subito una condanna superiore a chi, involontariamente e dolorosamente, ha purtroppo causato la morte di un ragazzo di 12 anni. Qui, c’è qualcosa che non quadra! Queste sentenze , oltre ad essere inique fra di loro, sono sproporzionate rispetto a quelle relative ad altre infrazioni e ad altri reati. Nel giro di poche settimane, è la terza volta che scrivo sul Mattino di questa problematica, perché mi rendo sempre più conto di quanto queste nuove disposizioni in materia di circolazione stradale siano profondamente ingiuste, volte solo a criminalizzare una parte importante di cittadini, gli automobilisti. Come interpretare altrimenti la sgangherata denominazione di “pirata della strada” che, entrata d’ufficio nelle norme legislative, altera addirittura il significato stesso delle parole?

Pirata della strada è infatti colui che, dopo aver investito qualcuno in un incidente, non lo soccorre. Da noi, invece, questa denominazione viene ora affibbiata ufficialmente anche a chi semplicemente supera i limiti di velocità. Una vera e propria assurdità che sta creando un clima sociale e culturale malato e pericoloso. Ormai siamo arrivati al punto che chi commette volontariamente un reato contro le persone e la proprietà (rapina a mano armata, aggressione ecc.) subisce una condanna minore di chi involontariamente pigia sul pedale dell’acceleratore. È accettabile tutto ciò?

Qui serve un intervento diretto dei politici e delle autorità competenti, volto a modificare una legge assurda, ingiusta e sproporzionata. Abbiamo davvero superato il limite! In una società che rispetta diritti e doveri individuali queste cose e questa caccia alle streghe non sono tollerabili. È tempo di darsi una mossa, altrimenti potrebbero pensarci i cittadini, sempre più bistrattati ed arrabbiati, a dare qualche dritta a chi fa leggi e disposizioni inconcepibili e fuori di testa.

Iris Canonica