Si dice che il mago Merlino avesse portato dall’Irlanda le pietre nel sito neolitico di Stonehenge, in Inghilterra, in una sola notte.
Oggi nessuno più crede alla magia di Merlino, ma ancora non è stato scoperto come i costruttori del monumento megalitico avessero portato oltre 80 “pietre blù” pesanti 3 o 4 tonnellate ciascuna dal paese del Galles sin nei pressi di Amesbury, nello Wiltshire.
Un tragitto di oltre 300 chilometri su un terreno accidentato (attorno al 2’600 a.C.). Nemmeno si sa come, un centinaio di anni dopo, avessero trasportato per una trentina di chilometri altri blocchi pesanti sino a 50 tonnellate.
Questi sono un paio dei tanti misteri che ruotano attorno al sito di Stonehenge, che potrebbe essere stato un luogo di culto, di sepolture, un osservatorio astronomico, …
Di sicuro non era solo un cerchio di pietre piantate nel mezzo della campagna inglese.
Nel 2013, una squadra di archeologi aveva scoperto delle ossa che mostravano come la zona fosse un terreno di caccia e un luogo dove, da diverse migliaia di anni, vivevano uomini preistorici.
Recenti ricerche archeologiche condotte con nuovi supporti tecnologici hanno mostrato nel sottosuolo l’esistenza di 17 monumenti, di decine di sepolture e di diversi fossati, lunghi chilometri e profondi sino a 4 metri e che corrispondono ad allineamenti astronomici.
Per la prima volta, tutte queste scoperte sono state riunite su una mappa archeologica numerica che fornisce una visione d’insieme del sito.
“I risultati delle ricerche cambiano radicalmente la nostra visione di Stonehenge – ha spiegato l’archeologo inglese Vince Gaffney – In passato credevamo che le pietre di Stonehenge si innalzassero in uno splendido isolamento. E’ sbagliato : l’intero sito era gigantesco.”
Le ricerche si svolgono nell’ambito del Stonehenge Hidden Landscapes Project (progetto dei paesaggi nascosti di Stonehenge), condotto dall’università di Birmingham e dall’istituto Ludwig Goltzmann per la prospezione e l’archeologia virtuale.
Questa cartografia numerica, realizzata con i dati raccolti da radar a penetrazione nel suolo e da apparecchi che misurano il campo magnetico, ha permesso di scoprire monumenti sconosciuti e di capire meglio i reperti che rimanevano da precedenti scoperte.
Fra i siti studiati vi è un grande tumulo risalente ad almeno 6’000 anni fa. Si trova a Durrington Walls, a tre chilometri di distanza da Stonehenge.
Una costruzione in legno, lunga 33 metri, che in seguito era stata ricoperta da un alto cumulo di terra. Gli archeologi ipotizzano servisse per le cerimonie funebri.
Un grande fossato noto come Cursus costituiva una barriera simbolica prima di entrare nell’area di Stonehenge. Risalente a circa 3’500 anni fa, è largo circa 100 metri e lungo 3 chilometri. Gli archeologi non sono riusciti a determinare cosa si possa trovare al suo interno.
Dall’altro lato del Cursus è stato scoperto un secondo fossato, nel prolungamento della “Heel Stone” che segna l’entrata di Stonehenge e che era allineata con il tramonto del sole nel solstizio d’estate.
Gli archeologi hanno individuato dei punti di passaggio nel Cursus che permettevano l’accesso a Stonehenge. Hanno ipotizzato che si trattasse di un imponente viale che andava da est a ovest, lungo il quale si svolgevano le processioni rituali che seguivano il percorso del sole.
(Fonte : tempsreel.nouvelobs.com)