(ripreso dal GdP con il consenso dell’Autore)

Da anni l’aeroporto di Agno sembra stentare nello spiccare il volo, e recentemente c’è chi ha ipotizzato una sua chiusura e potenziamento di Magadino. Eppure alcune strategie radicalmente nuove potrebbero essere a portata di mano con pochi investimenti pubblici.

Prima di tutto, vi sono megatrend ai quali non ci si può che adattare: nel caso dell’aviazione passeggeri, un aeroporto periferico come Agno soffre chiaramente dell’emergenza di alternative, quali la nascita di grossi hub intercontinentali a poca distanza (Malpensa 2000), i sempre migliori trasporti stradali e ferroviari verso Zurigo (per non parlare del colpo di grazia che darà Alptransit), o l’abbassamento dei prezzi operato dalle compagnie low cost che rende ancor più accettabile lo spostamento via terra verso altri scali. Non è pertanto una sorpresa che, fatta salva di tanto in tanto l’iniziativa di qualche intrepida compagnia, negli ultimi anni sempre meno passeggeri decidano di decollare dal suolo ticinese. C’è chi da tempo vorrebbe un allungamento della pista, benché non è chiaro come questo dovrebbe rispondere ai megatrend appena menzionati.

Recentemente, i comuni periferici hanno inoltre fatto capire che tutti quei metri quadrati di pista e prato potrebbero essere meglio impiegati per scopi industriali, con maggior gettito d’imposta e meno rumore per i confinanti. Magadino avrebbe in questo caso la speranza di una seconda vita. Ammesso che se ne voglia uno, il futuro dello scalo luganese passa necessariamente da nuovi orientamenti e da altre nicchie di mercato.

La prima ispirazione che viene in mente è il rapporto tra Monte Carlo e l’aeroporto di Nizza. Analogamente, e senza particolari investimenti, si potrebbe offrire ad Agno un check-in espresso con successivo trasbordo già all’interno dell’area di sicurezza di Malpensa o Linate al costo di soli pochi minuti di elicottero. Sicuramente un’offerta interessante per clientela high-end. In secondo luogo, fa riflettere l’assenza ad Agno di un’ampia attività connessa all’aviazione di jet privati, benché un tempo questa fosse più sviluppata di oggi e che nel frattempo la clientela potenzialmente interessata a questo tipo di servizi sia aumentata di pari passo con il maggior numero di benestanti e stranieri facoltosi residenti in Ticino. È sintomatico che, spesso, tale clientela voli da Linate.

Puntare su queste due carte implicherebbe non solo una maggior movimentazione dello scalo, ma in particolare l’insediamento ad Agno di molti servizi di supporto e manutenzione (catering, meccanici,…). Si aggiunga a ciò la possibilità di portare ad Agno parte del mondo che ruota attorno alla formazione e aggiornamento dei piloti privati di jet, per esempio facilitando l’insediamento di simulatori di volo attualmente sparsi per l’Europa o l’Italia, e velocemente avremmo una nuova aviation valley Ticino alla pari della fashion valley che 20 anni fa nessuno avrebbe immaginato come oggi. Una aviation valley che potrebbe ambire a mettersi in rete con la vicina industria aeronautica (Pilatus a nord e Agusta a Varese, solo per menzionarne due) e con le scuole d’ingegneria.

Per fare tutto ciò, le casse del Cantone non avrebbero bisogno di essere dilapidate ancor più di quanto avvenuto negli ultimi anni. Basterebbero semplificazioni normative ed esenzioni fiscali a chi decidesse di fare il primo passo insediandosi ad Agno. Non solo salveremmo lo scalo, ma porteremmo nuova industria, servizi, posti di lavoro ad altissimo valore aggiunto, e un’ulteriore promozione territoriale.

Paolo Pamini, AreaLiberale e Liberales Institut