(fdm) Mi ha scritto ieri sera il dr. Del Don (ma ho trovato il suo messaggio solo pochi minuti fa). Secondo me hanno “ragione” tutti e due, nel senso che ciascuno interpreta bene la sua parte.

Sul caso in sé la mia opinione (ammesso che interessi a qualcuno) è nettissima: la sua inconsistenza è assoluta e non si può neppure escludere che sia stato montato in guisa di deliberata provocazione.


Caro De Maria,

Ho letto il velenoso scritto di Roic contro il sottoscritto e di seguito esprimo il mio parere al proposito.

Anzitutto per segnalare che Roic ha spostato il problema su di me invece di rispondere alle mie critiche con le quali avevo stigmatizzato il fatto che con quella manifestazione si strumentalizzava il dolore altrui e, in particolare, quella degli equadoregni in Ticino. Strumentalizzazione a scopo politico e partitico/elettoralistico. La qual cosa non rientra certamente nel novero degli atti e dei pensieri più nobili.

Che egli poi se la prenda con me, beh, anche questa è la modalità e la strategia di chi, sentendosi toccato nel vivo, non ha altri argomenti!

Inoltre il fatto che egli non conosca l’accezione etimologica della parola che tanto lo disturba (chissà perché?), beh, questo è un suo problema. Per la cronaca: ménte càptum, cioè preso nella mente!

Infine, il fatto che ci siano stati certi personaggi eccellenti alla manifestazione in oggetto, beh, questo non significa certo che non sia possibile esprimere critiche e dissenso nei confronti della stessa. Peraltro la presenza di personaggi noti e di “spicco” non è certo una garanzia di un bel niente e non è neppure un lasciapassare che li tutela dal fatto di aver fatto una scelta sbagliata e strumentale.

Aggiungo, e poi concludo, il titolo che darei a questo mio breve scritto: “E bravo Roic, contento adesso che hai avuto il tuo quarto d’ora di gloria?”

Orlando Del Don