Esiste il “cretino con la laurea”? Ebbene sì, nonostante l’ossimoro.

Quando si è vissuto a lungo, si hanno tanti ricordi. Questo è del 1962. Andiamo a caccia per il web e leggiamo:

“Immaginate di ricevere per posta un pacchetto proveniente da Milano con dentro una vecchia scatola di biscotti piena di segatura che protegge una bottiglietta di vetro chiusa con un tappo di sughero. Incollata sul vetro un’etichetta con la marca di un analcolico. Dentro la scatola c’è anche una lettera di accompagnamento senza intestazione che dice: “Caro signore, poiché avremmo intenzione di lanciare sul mercato questo nuovo aperitivo, offrendole la rappresentanza nella sua zona, ci permettiamo di disturbarla con l’invio di un campione. Provi ad assaggiarlo. Un nostro incaricato verrà a trovarla per conoscere il suo parere. Vogliamo sapere se è di suo gusto e se lo ha trovato gradevole al palato”. Segue, come firma, uno scarabocchio.

… ?!?! Di che cosa si tratta? Del cosiddetto “delitto del bitter”, perpetrato da un veterinario maldestro che voleva liberarsi dell’ingombrante marito della procace amante, definita con giubilo dai rotocalchi dell’epoca: la Kim Novak di Casalecchio.

Il marito bevve e morì. Due suoi sodali bevvero (meno) e si salvarono a stento. Il “nuovo aperitivo” era cianuro. La polizia individuò e acchiappò rapidamente l’assassino.

Durante il processo il suo valoroso avvocato le tentò tutte, ma le prove erano purtroppo schiaccianti. Nel corso della sua arringa finale, al colmo dell’enfasi oratoria, egli fece un ultimo tentativo esclamando: “Guardate quest’uomo, è forse colpevole, ma non è che un cretino, UN CRETINO CON LA LAUREA!

Al termine dell’impetuosa difesa l’imputato lo abbracciò commosso. L’idea era buona, ma non riuscì a evitargli l’ergastolo.