In serata verrà pubblicato un pezzo sulla conferenza stampa della nuova alleanza elettorale “la Destra” svoltasi stamani a Sant’Antonino. Nel frattempo vi proponiamo il testo dell’intervento di Sergio Morisoli, presidente di AreaLiberale.

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Perché assieme? Per cambiare qualcosa un partito deve avere un profilo, un carattere chiaro. Le tendenze attualmente in voga sono più che preoccupanti:

– diritti illimitati e deresponsabilizzazione individuale
– ingerenza e ostacoli all’economia
– iper-regolamentazione, eccesso di controlli, permessi e certificazioni a go’ go’
– prestazioni sociali “à la carte”
– moltiplicazione di imposte, tasse e balzelli
– immigrazione libera e incontrollata
– assorbimento automatico del diritto UE in moltissimi campi
– centralismo decisionale e pianificazione burocratica dell’alto
– spendere i soldi degli altri o quelli che non ci sono
– libertinaggio dei comportamenti
– relativismo etico
– meticciato culturale
– integralismo ecologico

Queste politiche del “laissez faire “ di sinistra, supportate dalla “mano visibilissima” dello Stato, hanno ormai preso piede anche in Ticino e stanno creando problemi enormi. Ora ci vogliono politiche di destra per risolverli. Potrebbe essere questo il terreno comune ai 3 Partiti che oggi si presentano per le elezioni cantonali 2015, uniti e complementari e non nonostante, ma grazie i loro DNA specifici. Ma non solo…

In generale riteniamo che lo statalismo è diventato la soluzione facile, comoda, costosa e irresponsabile ai problemi; con il suo sviluppo è molto più pericoloso del socialismo. Quest’ultimo è ben identificabile attorno al 15%, mentre lo statalismo è distribuito abbondantemente trasversalmente in tutti i partiti, e su certi temi è addirittura maggioritario!

Ma non ci uniamo contro qualcuno, non servirebbe, bensì per proporre soluzioni diverse e profilate che altri non possono permettersi di fare ma che riteniamo il Paese abbia bisogno per invertire questa marcia verso la statalizzazione e il socialismo de facto. Come uscirne?

La prima cosa da fare per risolvere i problemi è chiamarli con il loro nome, senza perifrasi o neologismi. La seconda è quella di attenersi alla realtà, senza far finta e illudersi che le cose stiano meglio di come le vediamo. Di fronte a questa realtà: da una parte i problemi creati con scelte politiche di sinistra e dall’altra lo statalismo quale soluzione; noi riteniamo che un nuovo equilibrio e un miglioramento della situazione possa essere raggiunto solo con una sana politica liberalconservatrice: una politica liberale in economia e conservatrice nei valori svizzeri. Libertà di commercio e industria abbinata alla difesa della sovranità nazionale e del modello federalista svizzero.

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Per questo è però necessario che qualcuno abbia il coraggio e si assuma il rischio, l’onere e la responsabilità di dare un profilo e un carattere chiaro ad un Partito a questo scopo. Noi, unendoci, abbiamo fatto questa scelta chiara e profilata per dare modo agli elettori di avere a loro volta una scelta concreta in più ad aprile.

Quali sono i problemi generati dal “laissez faire” di sinistra? Stando alle promesse di chi governa e dei grandi partiti, dovevamo assistere al rilancio competitivo di questo Cantone, invece assistiamo a un declino costante e fuori controllo:

– la burocrazia e i regolamenti che intralciano chi vuole fare e intraprendere
– l’insicurezza nelle zone di confine
– gli attacchi alla piazza finanziaria ticinese e al nostro segreto bancario
– l’aumento della disoccupazione giovanile
– gli intasamenti stradali e la mobilità ridotta
– la paralisi della politica fiscale equa e attrattiva
– l’incapacità di attirare nuove attività produttive
– la mancanza di idee per rilanciare l’educazione
– l’assenza di una politica estera efficace
– il consumismo pubblico
– i bisogni trasformati subito in diritti, quindi leggi, quindi uffici statali, quindi spese
– la mancanza di un Governo che governi
– il tassa e spendi congiunto ai debiti esponenziali
– l’attacco plurimo e incessante alla proprietà privata
– la demonizzazione dell’economia di libero mercato
– il paternalismo e l’ingerenza sproporzionata dello Stato

Che effetti causano questi problemi ?

A partire da questi fatti concreti e misurabili, da queste cause, gli effetti negativi sono sotto gli occhi di tutti:

Lavoro: precario
Famiglie tradizionali: penalizzate
Aziende serie: demonizzate
Contribuenti: strizzati
Ceto medio: dimenticato
Proprietà privata: punita
Bilaterali: subiti
Stato: costoso e deficitario

Solo se uniti e raggiungendo una certa massa critica per produrre soluzioni liberalconservatrici possiamo sperare di scacciare le cause e di risanare questi effetti negativi prodotti.

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Nel 1995 in condizioni forse meno gravi, le politiche liberali di destra permisero il rilancio del Cantone. Oggi a 20 anni di distanza si tratta pur in modi, tempi e contenuti diversi di riprodurre questa spinta per uscire dal declino. La domanda è: Per chi lo facciamo? Non: per cosa lo facciamo?

Vogliamo, senza complessi, essere identificati come quelli che difendono in primis gli interessi dei cittadini e non quelli dello Stato. Infatti vogliamo produrre politica e soluzioni per coloro che da anni subiscono impotenti le scelte politiche sbagliate di chi ha il potere:

– il lavoratore indigeno e residente,
– gli imprenditori e gli artigiani seri con i loro commerci e le loro aziende
– le famiglie tradizionali
– il contribuente tartassato
– i piccoli e medi proprietari
– i cittadini che non chiedono nulla allo Stato
– i giovani senza sbocchi professionali
– i bisognosi veri

Politica? Programma? Pochissime cose, ma fatte fino in fondo. In politica solo chi ha il potere può cambiare le cose; il problema da noi è che chi ha il potere da troppo tempo non lo esercita per cambiare le cose. Non cambia nulla da troppo tempo. Il tempo si fa breve. Noi vogliamo inserirci attivamente, con tenacia nello smuovere la situazione e cambiar rotta in tempi ragionevoli. (bussola e cronometro)

Oltre a produrre misure tecniche settoriali, come faranno i nostri candidati e i nostri eletti seguendo un programma condiviso, la nostra Unione lavorerà in parallelo per ristabilire le condizioni basilari e borghesi di vita civile, prosperità e benessere necessari per invertire la rotta: dalla decandenza al rilancio. Questo concretamente significa riscoprire, rivalorizzare e rilanciare alcuni capi saldi liberalconservatori.

Il miglior esempio di ciò, è il discorso che tenne di fronte al Congresso nel 1860, il presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln (1809-1865); pronunciò parole attualissime:

VOI NON POTETE
Creare la prosperità scoraggiando il risparmio
Dare la forza al debole indebolendo il forte
Aiutare il salariato annientando il datore di lavoro
Favorire la fraternità umana incoraggiando la lotta di classe
Aiutare il povero rovinando il ricco
Evitare fastidi spendendo più di quanto si guadagni
Formare il carattere e la volontà scoraggiando l’iniziativa e l’indipendenza
Aiutare di continuo gli uomini facendo per loro quello che potrebbero fare essi stessi

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Quindi? La nostra politica? Bloccare il declino impedendo al consociativismo di sinistra di continuare a spingerci dentro. Il nostro programma? Fare il contrario di quello che da anni fanno loro.

Sembra poco, ma se saremo efficaci ed efficienti nel:

1) Controllare il potere di chi governa
2) Spingere il Parlamento a fare il legislatore e il Governo l’esecutore
3) Far rispettare le regole del gioco e le decisioni democratiche
4) Dare voce ai cittadini in Parlamento e con la democrazia diretta
5) Impedire le decisioni che vanno a scapito dei gruppi di persone da noi prescelti
6) Imporre la parsimonia allo Stato e frenare la spesa dei soldi dei cittadini
7) Togliere i bastoni dalle ruote di chi vuol fare, intraprendere, produrre e creare lavoro
8) Decentralizzare per ridare speranza e fiducia alla società civile in tutte le sue forme
il cambiamento sarà percepito e l’inversione di tendenza iniziata.

Ci siamo messi assieme non perché la politica e lo Stato facciano di più, ma di meno, il necessario e meglio! Per passare dallo Stato sociale alla Società della crescita e delle opportunità.

Sergio Morisoli, presidente di AreaLiberale, 20 novembre 2014