Il PS Lugano fa politica a favore della cittadinanza

I socialisti nostrani, da tempo impegnatissimi nello studio e nella difesa degli usi e costumi degli indigeni della Papuasia, hanno (forse) capito di aver passato il segno e tentano di “recuperare” il favore popolare. Secondo me è tardi, molto tardi.

 

Le opposizioni, anche colorite per non dire altro, al volantinaggio-presidio che il Partito Socialista di Lugano ha organizzato sabato scorso in Via Nassa sono state più d’una. E tuttavia, rivendicando salari dignitosi, sensibilizzando la popolazione e cercando di responsabilizzare anche i datori di lavoro il PS ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, di non essere certo un partito salottiero o, come dicono alcuni, che rappresenterebbe solo coloro che hanno “i piedi al caldo”. Chissà, forse è proprio questo aspetto popolare del PS a dare fastidio a certuni… populisti.

Noi ci battiamo innanzitutto per un lavoro e retribuzioni dignitose per tutti e questo era il senso della nostra manifestazione. I cosiddetti “tre gatti” di Via Nassa (Donatello Poggi dixit…) non erano una rappresentanza del partito da un punto di vista numerico, ma (con un cambio di formazione nel pomeriggio) membri della direzione del PS luganese che sensibilizzavano popolazione e datori di lavoro sulla problematica centrale di certe condizioni di lavoro che al giorno d’oggi sono indegne di un Paese come la Svizzera e del tutto inaccettabili per la popolazione residente. In ogni caso, dal “principe del galateo” Donatello Poggi o dall’altro “maître de finesse” Lorenzo Quadri non ci si può aspettare molto di più in fatto di analisi politica: il “baronetto di Biasca”, in combutta con il municipale di Lugano, ha già avuto modo di esprimere il suo bilioso odio contro il PS con toni boccacceschi se non demenziali in un ridicolo “articolo” (“Questa sinistra detestabile!”) che aveva trovato una rappresentazione anche fotografica sull’esimio tabloid di alta riflessione filosofica e sociale “Mattino della domenica”.

Passando oltre questi attacchi senza senso e senza costrutto, l’azione sociale del PS Lugano proseguirà con il coinvolgimento della popolazione e dell’economia su un tema caldissimo come è effettivamente quello della vistosa riduzione salariale e della chiara decurtazione dei diritti dei lavoratori effettuata anche da datori di lavoro non certo con l’acqua alla gola.

Non ci siamo mossi per un ghiribizzo dell’immaginazione, ma su richiesta e segnalazione di lavoratori che lamentavano condizioni di lavoro e di retribuzione indegne. Lo faremo certamente anche in futuro qualora verremo a sapere o ci saranno segnalate situazioni del genere.

Per tranquillizzare anche gli amici comunisti, anch’essi piuttosto critici anzichenò sul nostro presidio-volantinaggio, ribadiamo che la nostra azione non è affatto un’iniziativa anti-frontalieri, ma una prima concreta manifestazione per sottolineare il profondo disagio proveniente dal mondo del lavoro. Paghe bassissime, orari prolungati, preferenza per lavoratori che hanno l’unico vantaggio di chiedere poco o nulla in fatto di retribuzione dovrebbero essere temi da ripensare anche da parte dei datori di lavoro, se essi pure vogliono contribuire alla prosperità del Paese e al benessere (ci si augura!) della popolazione residente.

In conclusione: basta – ed è un basta convinto – con i datori di lavoro “senza volto” che non si interessano minimamente del luogo dove operano e di come vive la cittadinanza che fa gli acquisti nei loro negozi.

E avanti con le rivendicazioni già più volte espresse dalla Sinistra: sì e subito ai contratti collettivi generalizzati, sì e subito al salario minimo generalizzato per un lavoro che sia degno di questo nome anche nella ricca Svizzera!

Sergio Roic