Riceviamo e volentieri pubblichiamo, come contributo al dibattito.

Canevascini FabioIn questi giorni, come sempre prima delle votazioni, si moltiplicano gli articoli e le lettere inerenti ai temi in votazione. Ne ho letto uno molto interessante sul Tages Anzeiger a firma Philipp Aerni, esperto di politica dello sviluppo presso l’Università di Zurigo e già attivo presso l’ONU e la FAO per questioni inerenti allo sviluppo agro-economico nei paesi emergenti. Ve lo riassumo sommariamente (tralasciando dei passaggi e adattandone altri: l’articolo completo lo trovate qua: : http://www.tagesanzeiger.ch/schweiz/standard/Warum-Ecopop-der-Umwelt-schadet/story/23667225), inserendovi considerazioni mie, poiché corrisponde pienamente a quello che penso riguardo all’iniziativa Ecopop.

Poveri iniziativisti di Ecopop: si sentono incompresi. Il loro scopo di limitare il saldo migratorio a un quarto di quello attuale in nome della difesa dell’ambiente dovrebbe essere compensato da generose elargizioni di denaro ai paesi in via di sviluppo per promuovere una efficace pianificazione delle nascite. Cosa dovrebbe esserci di disumano, razzista o arrogante in questa idea, si chiedono? La Svizzera deve rimanere piccola e bella e dobbiamo aiutare i paesi poveri a svilupparsi in modo da non obbligare le persone a emigrare. Con tanto di guadagnato per tutti: paesi poveri, paesi ricchi e ambiente.

La concatenazione logica degli iniziativisti è lineare: la crescita della popolazione porta a problemi alimentari e alla distruzione dell’ambiente e quindi della qualità di vita. Ma chiudersi su sé stessi, non è una soluzione, in quanto si dimentica di considerare un bene prezioso: il SAPERE. L’unica “materia prima” che non si consuma usandola. Anzi, quanto più circola, tanto più si sviluppa e porta buoni risultati. L’innovazione tecnologica, le culture, il commercio, la società si è evoluta proprio grazie agli scambi dei popoli e alla circolazione del sapere. Circolazione che l’iniziativa tende a limitare in modo brutale e sommario. Solo grazie all’accesso al sapere e all’innovazione si possono portare i popoli alla consapevolezza dei problemi ambientali e a una loro risoluzione durevole. Difatti, nonostante tutto, in Svizzera benché la popolazione cresca, il livello di consapevolezza ambientale è tra i più alti al mondo. E noi siamo tra i popoli che più viaggiano al mondo, importando ed esportando sapere.

Ogni cultura sviluppata attraversa delle fasi demografiche, alcune con tassi di crescita più pronunciati, altre con tassi che vanno verso il basso. Si tratta di fenomeni ciclici che si alternano. Ma il saldo definitivo fa sempre stato di un tasso di crescita negativo. Che è un grosso problema soprattutto per le società come la nostra dove la quota di persone di età avanzata continua ad aumentare. E difatti solo pochi anni fa ci lamentavamo che la Svizzera stava invecchiando troppo e che non ci sarebbero stati più soldi per l’AVS: ricordate? L’immigrazione si occupa di parecchi lavori importantissimi. Tutti i servizi di base: negozietti di paese, piccoli ristoranti, cura degli anziani e dei malati e così via, sono sempre maggiormente gestiti da figli di immigrati della seconda generazione. Sono innumerevoli le storie di successo di questo tipo nella nostra nazione: tutte storie che garantiscono la nostra qualità di vita attuale e quella futura.

Un classico e gigantesco esempio storico: sono stati gli ugonotti, scappando dalla Francia dove erano perseguitati, ad arrivare in Svizzera e a fondarvi l’industria orologiera. Uno dei nostri orgogli nazionali. Tutti questi esempi sono possibili solo grazie all’apertura, alla tolleranza, alla curiosità e al desiderio di migliorare lo stato delle cose per tutti, svizzeri e persone in cerca di un futuro migliore. Esattamente il contrario di quello che viene sottolineato da molti partiti al giorno d’oggi, che puntano sulla chiusura e sull’egoismo, solleticando la pigrizia e l’ingordigia delle persone. Proprio come fa Ecopop. Che la proposta giunga poi dall’estrema sinistra verde crea un certo stupore. È proprio vero che spesso gli estremi si toccano e che siano di destra o di sinistra propongono le stesse impraticabili e pericolose soluzioni.

Lo slogan dell’iniziativa Ecopop: “9 invece di 12 milioni”, stimola sicuramente gli appetiti populisti che fanno leva sulla paura degli stranieri. Ma alla fin fine l’iniziativa è un pericolo per il nostro ambiente e per le future generazioni di svizzeri, che siano nati qua o che vi siano giunti da lontano portando sapere e ricchezza. Vi invito quindi a votare NO all’iniziativa Ecopop il prossimo 30 novembre.

Fabio Canevascini, deputato del PS al Gran Consiglio