Gabriele Losa, professore, ricercatore, biologo, matematico è (evidentemente) anche un letterato e un cultore di Proust. In questo articolo egli parla anche del celebre matematico Alexander Grothendieck, morto pochi giorni fa. Prendevo un aperitivo al Trinity con il professor Francesco Russo, chiacchieravamo del più e del meno, di Lugano e di Parigi, di matematica di Eliseo di degrado urbano, e lui all’improvviso mi fa: “Lo sai che è morto Grothendieck?”Losa Gabriele

  • Mese di novembre: ricorre il novantaduesimo anniversario della morte di Marcel Proust. Consacrò la vita alla ricerca del tempo perduto ed infine ritrovato con l’ausilio della memoria involontaria intensamente pervasa dalla melanconia, forza creativa dell’animo umano.

La melanconia è il sentimento percepito per lo scorrere del tempo, passato, presente e pure in divenire, che pervade la persona confrontata con il vivere,  impegnata  nei vari campi del pensiero e dello scibile umano, della ricerca artistica, letteraria, scientifica, umanistica e quella musicale. Non  si identifica né con la “bile nera”,  etimo di derivazione greca composto da (mèlanos-nero) e (cholè-bile), ritenuto in medicina uno dei quattro umori fondamentali della Teoria degli umori di Ippocrate, né con la tristezza né con la nostalgia per accadimenti o cose che furono.

La malinconia non è una tristezza qualsiasi sosteneva Victor Hugo, ma uno stato creativo dell’anima, di profonda interiorità, di rigenerazione del sé, di inseguimento e trattenimento del pensiero che si configura e poi si dissolve inarrestabile, ergendosi come “materialità del pensiero”, pertinente  definizione  dall’ accento ossimorico  coniata da Mandelbrot, non riducibile come ancora si ritiene ad un prodromo della depressione. La melanconia convive con il tempo dell’avventura umana interiore, anche quello  incombente che fluisce inesorabile nella complessità incommensurabile, fatta di difficoltà, sentimenti, pene, gioie, e dolori e abita nella bellezza dell’opera artistica, della poesia, del romanzo, del brano musicale.

ProustNella Recherche du Temps Perdu, Marcel Proust descrive in modo emblematico il senso della melanconia suscitata e mediata dalla memoria involontaria che consente di rivivere come se accadessero nel presente, ma scevri di nostalgia o tristezza, accadimenti e sentimenti: << A queste risurrezioni che la mia memoria operava mentre riflettevo solo in biblioteca, poiché la memoria, introducendo il passato nel presente senza modificarlo tal quale al momento in cui era il presente, sopprime precisamente questa grande dimensione del Tempo secondo la quale la vita si compie >> (da Le temps retrouvé) [trad.d.a.].

Nell’insieme dell’opera, attraverso la strutturazione scritturale e l’accostamento delle parole si percepisce la musicalità intensa ed il carattere melanconico che pervade il narratore, evocati in alcuni passaggi tratti da “A l’ombre des jeunes filles en fleur”. [AJFF]. La cognizione della melanconia precede e  prelude al sentimento dell’effimerità, suscitato dal finire struggente dei pomeriggi brumosi di novembre e dalla tavolozza infiammata dei crisantemi: << Ma ero commosso meno dall’effimero dei crisantemi  che da quanto di relativamente durevole, in rapporto a queste tonalità così rosa, così ramate, che il sole al tramonto esalta tanto sontuosamente  nella bruma sul finire dei pomeriggi di novembre, e che dopo averli notati prima di entrare da Madame Swann, spegnendosi nel cielo, ritrovavo prolungati, trasposti nella tavolozza infiammata dei fiori. >> . E più avanti : << Il ricordo dei primi minuti insperati, i propositi che abbiamo inteso, sono là per ostruire l’accesso alla nostra coscienza, e comandano gli sbocchi della nostra memoria più che non quelli della nostra immaginazione, retroagiscono sul nostro passato in modo che non sappiamo più vedere senza tenerne conto, se non sulla forma, rimasta libera, del nostro avvenire >>. [AJFF].

Il frazionamento del tempo appare come una procedura per misurare ˝ l’esistenza umana˝ in modo riproducibile, che la memoria poi ricompone nella sua totalità: << E` un bel dire che Albertine non esistesse nella mia memoria, come mi era successivamente apparsa  nella vita, se non come frazioni temporali, il mio pensiero ricostituendone  l’unità, ne rifaceva un essere >>. [da La Fugitive ]. Diversamente la tristezza è un sentimento legato ad un avvenimento preciso, suscitata da una situazione definita e circoscritta nel tempo: << La mia più grande tristezza non sarebbe stata quella di essere abbandonato dalla fanciulla preferita, ma avrei preferito immediatamente, poiché avrei fissato su di lei la totalità di tristezza e di sogno che aleggiava indistintamente fra di loro, colei che mi avesse abbandonato >> [AJFF].

GrothendieckPure negli gli scritti scientifici e filosofici, ove inevitabilmente il processo di ricerca si compie nel tempo, si coglie il senso della melanconia quasi in filigrana, come nel volume-confessione “ Raccolte e Semine “  di A. Grothendieck, geniale e stravagante matematico, morto come un eremita recentemente in un paesello dei Pirenei  <<: Si tratta di fare il racconto, e pertanto la scoperta, dell’avventura interiore che è stata ed è la mia vita. Il racconto-testimonianza di un avventura che si svolge contemporaneamente su due livelli: vi è l’esplorazione di un’ avventura nel passato, delle sue radici e della sua origine fin nella mia infanzia. E dall’altro vi è la prosecuzione ed il rinnovo della stessa avventura, nel corso di attimi e di giorni….>> .

O ancora nel libro “Il Teorema Vivente. La mia più grande avventura matematica”, Cédric Villani, brillante quarantenne matematico francese, descrive i suoi contributi alle teorie cinetiche e al trasporto ottimale, le riflessioni sulla natura della matematica e sul suo insegnamento, illustrando la propria entusiasmante avventura, nella fattispecie il passaggio dall’analisi alla geometria, con questa riflessione: << Mi ricordo ancora dell’ impressione avvincente, come se abbandonavo steppe aride e scontrose, per ritrovarmi improvvisamente in una specie di “paesaggio promesso” dalla ricchezze lussureggianti, moltiplicantesi all’infinito ovunque si posi la mano, per cogliere o per frugare ..: e dei  mille aspetti che la forma sceglie per rivelarsi a noi,  quello che più mi ha affascinato e continua ad affascinarmi è la struttura nascosta nelle cose matematiche >>.

Gabriele A. Losa