I giorni che vanno da Natale san Silvestro e poi anche da Capodanno alla Befana, che molti decantano, li trovo – soprattutto adesso che non sono più giovane – francamente uggiosi. Tutti agli sport invernali (che io non pratico più), poca gente freddolosa in giro, anche sul web. Per passare il tempo leggevo ieri un commento politico su Ticinolibero, un portale al quale sono rimasto affezionato perché a lungo lo frequentai come blogger.
L’articolo, dovuto verosimilmente alla penna di Alessio Moretti, tesse le lodi della brava Giovanna Viscardi, granconsigliera e presidente PLR a Lugano, e afferma in sostanza che lei sola sarebbe in grado di salvare il partito (con il recupero dell’agognato secondo seggio). Sicuramente Moretti avrà buoni motivi per scrivere quello che scrive ma debbo confessare che tanto entusiasmo colpisce. L’articolo prosegue, forse sullo slancio, facendo anche nomi tutto sommato bizzarri***. Eccone uno stralcio:
“Se fossero due raffinati strateghi, dopo il ritiro di Antonini (che stando a Liberatv è anche dovuto alla nascita di “TicinoSicuro”, la nuova tavola rotonda per la sicurezza), sarebbero andati in ginocchio da Giovanna Viscardi per cercare di convincerla a candidarsi al Consiglio di Stato. E invece no. Morisoli (con la benedizione di Cattaneo) se ne esce con il nome di Cantarelli.
Domanda facile facile. Ma secondo Morisoli e Cattaneo raccoglie più voti dall’elettorato leghista, socialista e pipidino un Cantarelli o una Viscardi? E la base liberale apprezza di più l’operato politico di una Viscardi o di un Cantarelli? I nomi di Emanuele Verda quanto quello di Roberto Badaracco sono sicuramente migliori di Cantarelli, ma senz’ombra di dubbio più deboli di quello della Viscardi.
Tanto per candidare un Cantarelli avrebbe avuto più senso candidare un Virgilio Pellandini o un Nick Meili, almeno questi hanno dimostrato (scrivendo articoli in questi mesi) di avere qualche idea politica.”
Adesso dico la mia.
— Giudico altamente improbabile che si arrivi al fatale 8 gennaio (mancano meno di 2 settimane) senza che succeda qualcosa prima.
— Penso che quella sera non ci si troverà a decidere (come alcuni commentatori danno per scontato) tra Cantarelli e Badaracco.
— Secondo me il “parapiglia” innescato dall’improvviso ritiro di Antonini potrebbe rivelarsi, paradossalmente, provvidenziale, perché scuote il torpore, accresce l’adrenalina, fa non solo gridare ma anche riflettere, mostra l’insostenibilità dell’attuale configurazione. In altri termini il partito, così, non può vincere.
*** Una candidatura al Consiglio di Stato, per sua natura, mira a un seggio di governo nella nostra piccola (ma indispensabile) Repubblica. Non è un quiz televisivo a premi o una lotteria benefica. Oggi come oggi sembra che praticamente chiunque (mi riferisco all’insieme dei partiti) sia qualificato per partecipare: uno perché è una brava persona, un altro perché non ha mai rubato, un terzo perché è forte a tennis, un quarto perché scrive poesie…
Se tornassimo a costumi un po’ più austeri (e solidi)?