Il presidente Trump aveva affermato che la sua abilità nell’affrontare i rapporti con Kim Jong Un aveva scongiurato una guerra devastante e neutralizzato la minaccia nucleare proveniente dalla Corea del Nord.

Quello che appare evidente oggi, è che dopo spettacolari vertici, congiunte dichiarazioni con lettere “d’amore”, demolizioni di un sito di test nucleari e posti di guardia lungo il confine tra le due Coree, la diplomazia si sta logorando e le tensioni stanno tornando a salire. Da quando Trump e Kim si sono allontanati dall’ultimo fallito summit tenutosi ad Hanoi all’inizio di quest’anno, la speranza di una risoluzione diplomatica ha iniziato a sgretolarsi.

Kim Jong Un, ha gradualmente aumentato la pressione sugli Stati Uniti, ricordando in patria e all’estero che è capace di rinnovare il suo accumulo di armamenti se non riesce a farsi strada nei colloqui sul nucleare e chiedendo la revoca della maggior parte delle sanzioni internazionali che stanno soffocando Pyongyang. Trump nell’ultimo vertice aveva respinto l’offerta di smantellamento di una struttura nucleare in cambio della revoca.

Per assicurarsi che il messaggio arrivasse forte e chiaro anche negli USA, la scorsa settimana durante un’esercitazione, una raffica di razzi a corto raggio sono stati lanciatial al largo della costa orientale. Inoltre giovedì due missili a corto raggio (420 e 270 chilometri) sono partiti da una base che si trova a circa 200 chilometri dal confine con la Corea del Sud, raggiungendo un’altitudine di circa 50 chilometri prima di cadere in mare. Il tutto mentre l’inviato di Trump, Stephen Biegun, era in visita in Giappone e in Corea del Sud per discutere degli sforzi di denuclearizzazione della Corea del Nord.

I lanci hanno un significato chiaro di avvertimento agli Stati Uniti dopo il fallimento dell’ultimo vertice dove Kim sperava di ottenere il ritiro delle sanzioni.

Quello che ancora non ha fatto Kim è riprendere i test missilistici nucleari a lungo raggio, quelli che potrebbero minacciare direttamente gli Stati Uniti. Il dittatore potrebbe essere pronto anche ad intraprendere questa direzione pericolosa, anche se  ha dichiarato di essere disposto ad accettare un terzo incontro con il presidente degli USA. L’ultimo termine per adottare un approccio più flessibile ai negoziati secondo Kim sarebbe la fine di quest’anno. Ma la posizione dell’amministrazione statunitense è quella di mantenere le sanzioni fino a quando la Corea del Nord non cede completamente sulle sue armi nucleari. Dunque se nessuna delle due parti cede, i nord coreani riprenderanno i test di lancio dei missili balistici intercontinentali.

Trump ha fatto sapere che la relazione con il governo di Kim Jong Un continuerà, aggiungendo però di non pensare che i nord coreani siano pronti a negoziare e che nessuno è contento dei lanci missilistici. Insolitamente pessimista, su un processo che ha sempre sostenuto come una delle grandi conquiste della sua presidenza.

L’atteggiamento combattente del leader nord coreano, che ha ordinato alle sue forze armate di potenziare le capacità di attacco, è arrivato mentre gli Stati Uniti hanno annunciato di aver sequestrato una grande nave mercantile del Nord Corea accusata di trasportare illegalmente carbone dalla Russia eludendo le sanzioni. Un ulteriore intralcio alla speranza di ripresa dei colloqui che rischia di rovinare la relazione.

Gli ultimi test di Kim sono stati rapidamente seguiti lo stesso giorno da test statunitensi con il lancio del missile balistico intercontinentale Minuteman III sul Pacifico e del missile balistico sottomarino Trident II al largo della Florida.

Se i negoziati falliranno e la Corea del Nord tornerà ad espandere il suo arsenale di armi nucleari, la speranza di pace e denuclearizzazione sulla penisola andrebbe in frantumi, aumentando il rischio di conflitti militari tra Stati Uniti e Corea del Nord.