Marina 4 Dannemann“Ogni (questo) maledetto sabato”. Per due ore filate Marina Masoni si è concessa ad un pubblico che, anche dopo 8 anni, certamente la ricorda. Marina è stata perfetta e ha spiegato per filo e per segno quello che può e non può fare, quello che vuole e non vuole fare.

Tornare? “Non ci sono le condizioni”. Ma poi ha controbilanciato con un possibilista “Mai dire mai” (ben detto).

Come si fa a far politica in questo bailamme, dove molto (troppo) dipende dal chiasso incattivito sui social? [Questo argomento in verità non sta in piedi, anche nel “nuovo stile politico” Marina saprebbe destreggiarsi alla grande, come e meglio di un Savoia o di un Beltra] La cosa non è però di suo gusto e noi l’accettiamo.

Una trasmissione, dunque, perfetta? Purtroppo no. Per certi versi addirittura deludente, ammesso che l’aspettativa non fosse sbagliata. Della sua visione politica, della sua leadership liberale, della sua brillante attività di governo, poco. Dei suoi due ultimi anni travagliati, drammatici, quasi violenti, alle Orsoline: esili frammenti. Ma quelle vicende hanno pesato molto sul nostro Paese e hanno avuto conseguenze gravi.

Mi ha colpito il fatto che il nome di Giuseppe Buffi, il collega che più le era vicino e che lei stimava moltissimo, non sia stato pronunciato nemmeno una volta.

In conclusione, forse lei stessa ha voluto un colloquio di questo tipo. Si può anche capire. Debole e piatta in ogni caso la prestazione dei conduttori. Persino io avrei saputo far meglio di così.