Jack 1111“Caro Jacques, Lei ha finalmente trovato la Sua casa”. “Sì, caro professore, Lei l’ha scritto, e ha scritto giusto”. (Ameno siparietto alla presentazione dell’opera Sabauda).

La tesi del quotidiano “progressista” (con o senza virgolette) è semplice. Poiché Ducry è passato al PS, che è manifestamente il suo partito ideale [ndR], il PLR deve farsi l’esame di coscienza, battersi il petto, cospargersi il capo di cenere e domandarsi angosciosamente: “Dove ho sbagliato?”

Una possibilità alternativa – la indico sommessamente e quasi senza speranza – sarebbe dire: “Visto che questo non è il partito socialista, è normale che lui non stia più qui”.

Scrive Andrea Ghiringhelli: “L’ex magistrato è il rappresentante autorevole di una componente che storicamente in seno al partito liberale radicale è stata la forza progressista, propulsiva, che, ferma sugli ideali, controbilanciava il pragmatismo della corrente liberale: un gioco di pesi e contrappesi assai produttivo”.

E continua: “Ciò che lascia discretamente perplessi è l’indifferenza*** con cui l’episodio è stato accolto dalla dirigenza: in generale, nessuna propensione all’autocritica, nessuna seria riflessione sulle ragioni che hanno portato e stanno portando tanti elettori radicali fuori dal partito: sarebbe questo atteggiamento a caratterizzare il nuovo che avanza? Ma forse la spiegazione della noncuranza con cui è stata accantonata la faccenda sta nel fatto che l’assillo elettorale della riscossa ad ogni costo ha trasformato il partito, da mezzo e strumento per perseguire degli obiettivi, in un fine: ciò che conta, per tanti, è la vittoria del partito a prescindere dai contenuti, poi si vedrà”.

*** Ma che cosa dovevano fare? Andare in ginocchio da Ducry, contriti e supplicanti, come le processioni russe arrancanti nella neve ai piedi di uno sdegnoso Ivan il Terribile: “Oh, Jacques, non lasciarci!” Queste cose le fanno gli innamorati (è pur vero che oggi è san Valentino…)

Ivan supplicaNon voglio dilungarmi e chiudo già qui, con una inquietante domanda: “Ma se uno vuol essere liberale e non socialista, dove diavolo si deve mettere?”

Un po’ più cattiva (non la scrivo) sarebbe invece: “Non è troppo pretendere che il Corriere o Opinione Liberale parlino bene del “Voltamarsina” (sia chiaro che per me NON lo è), se già lo fa con entusiasmo e intenso pathos il giornale di Bertoli?”