Orlando DM 2Che il nostro sistema attuale di socialità ad annaffiatoio prima o poi scoppi è un dato di fatto, però si continua a fare finta che tutto vada bene, con poi il risultato che tutti, e purtroppo anche chi ne ha veramente bisogno, debbano sopportarne le conseguenze. Le varie tipologie che andrò a citare si riferiscono a casi reali, per i quali potrei fare nomi e cognomi. Alcuni casi sono noti a chi di dovere ma manca la volontà di intervenire o mancano i controlli, vedi la nostra petizione in merito silurata dal Gran Consiglio.

Vediamo un po’ le varie tipologie di abusi frequenti, a volte permessi dalla legge ma per lo più illegali; andiamo ad analizzare gli abusi più frequenti:

Assistenza

Purtroppo con la crescente disoccupazione – e per disoccupazione, contrariamente alla SECO, intendo chi non ha un lavoro quindi anche coloro che non percepiscono più le indennità AD – i casi di assistenza sono aumentati e le prestazioni erogate mettono in difficoltà molti comuni chiamati a fare la loro parte. Chiaro che ai sopra citati disoccupati (non nella statistica SECO) un aiuto è ovviamente dovuto, però purtroppo tra coloro che sono in assistenza per bisogno ci sono anche i furbastri che lavorano in nero e percepiscono l’assistenza.

In questa tipologia possiamo citare i detentori di permessi B. In teoria il permesso B viene rilasciato a chi ha mezzi per sostentarsi, in mancanza dei quali il permesso dovrebbe essere revocato; ma come abbiamo potuto constatare ci sono anche mafiosi rifugiati che percepiscono l’assistenza (vedi caso Varano).

Ci sono pure i furbastri che al natio paesello hanno casa e si guardano bene dal dichiararlo, figurando come indigenti.

Una ulteriore perla è che, in teoria (sempre in teoria), quando uno straniero ha già percepito più di 80’000 franchi (e mica son bruscolini) di assistenza, gli dovrebbe essere revocato il permesso di soggiorno (anche un permesso C), ma quanti di questi vengono effettivamente revocati?

Lo stesso discorso dell’assistenza vale anche per chi a beneficio dell’AI o dell’AVS percepisce le prestazioni complementari.

Invalidità

Ci sono invalidi che quando li vedi dal medico sembrano avere un piede nella fossa, per poi apparire come miracolati di ritorno da Lourdes quando li vedi in giro; si arriva addirittura a vedere filmati al Quotidiano o fotografie sui giornali che immortalano invalidi (ma solo per lavorare) intenti ad attività non proprio leggerine e riposanti. Ho anche incontrato invalidi tornati al paesello natìo, che lì hanno un lavoro: naturalmente percepiscono la nostra AI.

A volte è impossibile sapere in base a quali canoni viene concessa l’invalidità, poiché molti invalidi sono più sani di chi invece non la percepisce e lavora normalmente.

Tanto per fare un esempio di ciò che può capitare alle nostre latitudini:

AZ e il coniuge sono gli azionisti di una SA che gestisce un ristorante.
AZ e il coniuge sono i proprietari dello stabile nel quale è situato il ristorante, e dunque incassano gli affitti del ristorante dalla SA e ulteriori affitti dagli altri inquilini.
AZ è l’amministratore unico dalla SA.
AZ è il gerente del ristorante con impiego al 100% e percepisce dalla SA uno stipendio, secondo il contratto depositato presso l’ufficio permessi e passaporti. Lo stipendio corrisponde al CCL della ristorazione.
Fin qui nulla di strano, ma dulcis in fundo: AZ percepisce una rendita di invalidità al 100% e denuncia al fisco solo il 50% di quanto percepisce dalla SA.
Per essere chiari: AZ è colpevole di frode ai danni degli istituti sociali e di sottrazione d’imposta o frode al fisco.
Il ridicolo o meglio il grottesco è che AZ, secondo i canoni dell’AI, ha diritto alla rendita in quanto per l’AI fa stato il reddito da attività lucrativa e non il reddito da immobili.
Mi spiego meglio, se AZ e il marito fossero i proprietari di diversi palazzi e ricavassero da questi redditi milionari, AZ avrebbe comunque diritto all’AI poiché detti redditi provengono da immobili e non da un’attività lucrativa.

AVS

Per questa assicurazione sociale parrebbe che non vi siano possibilità di abusi, ma un’attenta analisi della destinazione delle rendite può far sì che ci domandiamo se le regole della medesima non siano troppo “sociali”.

Un richiedente l’asilo dopo cinque anni di soggiorno matura il diritto alla rendita minima AVS. Ciò può sembrare strano ma nel periodo della sua permanenza egli non solo è mantenuto ma gli vengono pagati gli oneri sociali; di conseguenza matura il diritto alla prestazione. Non dimentichiamo inoltre che chi percepisce la minima AVS di solito non ha una pensione e ha diritto alla complementare.

Assegni e sussidi vari

Non dimentichiamo poi i vari assegni integrativi, di prima infanzia ecc. ecc.,  che vengono erogati alla grande e – guarda caso  – chi li percepisce in maggioranza sono stranieri.

Al termine di questa breve carrellata sulla nostra socialità vi invitiamo a riflettere se non sia il caso di rivedere alcune leggi di applicazione, che non fanno altro che premiare i furbastri e danneggiare chi veramente ne ha bisogno. Potrò sembrare monotono, ma ci vogliono più controlli, come il nostro movimento ha già richiesto!

Orlando De Maria, Fronte degli Indignati