Lega Sud 1Lo scopo di questa intervista non è:  1) mettere Ticinolive in concorrenza con il Corriere  2) far arrabbiare il Mattino, bensì: presentare ai nostri lettori una novità politica della quale non avevamo mai parlato. Abbiamo dunque invitato nel nostro “salotto buono” il fondatore della “Lega Sud Ticino” (solo “Lega Sud” sulle liste elettorali) Luciano Milan Danti per sapere da lui che cosa intende fare e come procedono le operazioni.

Un’intervista di Francesco De Maria.

Lega Sud 2Francesco De Maria   Luciano Milan Danti, si presenti brevemente ai lettori di Ticinolive.

LMD   Buongiorno a tutti, mi chiamo Luciano Milan Danti, ho 33 anni e sono nato in Canton Ticino da madre serba e padre ticinese. Vivo e lavoro a Ronco Sopra Ascona e da sempre mi prodigo per tutelare l’identità territoriale del nostro amato Canton Ticino, in quanto ritengo che non può esserci un futuro sano del territorio se non accettiamo chi siamo e da chi discendiamo.

Quando ha avuto l’idea di fondare la Lega Sud?

LMD   L’idea di fondare un movimento politico è nata tempo fa, quando già sentivo forte l’esigenza di fare qualcosa di concreto per il nostro territorio. Realizzato che le mie idee non erano in accordo con altri partiti già esistenti, ho capito che era arrivato il momento di fondare un partito e così è nata la Lega Sud.

Perché la Lega dei Ticinesi, così com’è, non andava bene? Che cos’ha di sbagliato?

LMD   Io non sto facendo la guerra alla Lega dei Ticinesi, semplicemente mi sono trovato in disaccordo con alcune loro idee e il modo con cui pensano di gestire i problemi che affliggono il nostro territorio mentre per altri argomenti siamo sulla stessa linea, quindi ribadisco che io non sto facendo loro la guerra ma, anzi, ho sempre dichiarato che la mia mano è sempre tesa, il bene del territorio va al di là delle incomprensioni personali.

Corrisponde al vero (l’ho letto) che lei voleva candidarsi sulla loro lista?

LMD   Per quanto riguarda la mia candidatura con la Lega dei Ticinesi, posso dire che la stessa Lega dei Ticinesi mi ha proposto di candidarmi per loro, ma ho realizzato che se volevo portare avanti le mie idee dovevo cambiare strada e così quando mi hanno chiamato per chiedermi di consegnare loro il mio casellario giudiziario, ho risposto che li ringraziavo davvero tanto per la stima e per la proposta, ma che rifiutavo… L’idea di fondare la Lega Sud era sempre più forte.

La discesa in campo della “Lega Sud” ha suscitato delle reazioni negative? Quali esattamente?

LMD   La discesa in campo della Lega Sud non ha scatenato reazioni negative, diciamo semmai che ha portato scompiglio e qualche incomprensione iniziale. Ma è normale, si tratta di un neo movimento e come tutto ciò che è nuovo e sconosciuto crea un misto di curiosità e paura, questo è comprensibile ed ero pronto. Più che altro c’è stata una strumentalizzazione della paura, se così possiamo dire, nel senso che, c’è chi va raccontando bugie come per esempio che la Lega Sud vuole riempire il Ticino di frontalieri, quando nella realtà vogliamo seriamente intervenire per sanare la situazione.

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Quanti sono i vostri aderenti? Quanti i vostri candidati?

LMD   Al momento nella Lega Sud abbiamo 50 tesserati e diversi simpatizzanti per il momento non tesserati. Siamo rimasti in due candidati, io candidato sia per il Gran Consiglio, sia per il consiglio di Stato e Kurt Jan Cattani, candidato per il Gran Consiglio.

Secondo lei l’anima originale della Lega, quella che fu di Bignasca e Maspoli, sopravvive in alcuni esponenti del presente? E quali? E chi sono a suo avviso i leghisti più lontani, oggi, da quell’anima?

LMD   La Lega dei Ticinesi è morta con Giuliano Bignasca.

Come avete ottenuto la “benedizione” di Bossi?

LMD   Umberto Bossi è un caro amico, un Uomo come ce ne sono pochi al mondo, intuitivo e carismatico. Gli ho parlato del mio progetto e gli è piaciuto. Mi ha dato la sua “benedizione” in quanto la Lega Sud vuole essere, prima di tutto, un movimento identitario a tutela del territorio. Ci tengo a precisare, ancora una volta, che lo fa come Umberto Bossi, non a nome della Lega Nord. E’ importante ricordarlo.

Lei ha incontrato personalmente il leader storico? Dove vive? Qual è il suo stato di salute?

LMD   Certo, lo incontro spesso. Vive a Gemonio. Umberto Bossi è in forma, tenace e con un forte spirito, non perde un giorno di lavoro a Roma. Nonostante la malattia non si risparmia mai, lavora senza sosta per il Nord.

Conserva ancora un residuo di potere?

LMD   Ovviamente sì, in quanto Presidente della Lega Nord.

Lega Sud 6Come mai il Corriere vi ha attribuito tanta importanza? Lo ha fatto per danneggiare la “vera” Lega, quella grande, quella pericolosa?

LMD   L’unica vera grande lega che conosco è la Lega Nord. No, non credo che tali articoli siano stati scritti per danneggiare qualcuno. Penso piuttosto che il merito sia da attribuire a Umberto Bossi, che ha la capacità di catalizzare attenzione ovunque vada, la gente gli vuole bene ed è ammirato anche qui in Canton Ticino. Evidentemente sapere che simpatizza per noi e che vantiamo una profonda stima reciproca, oltre al fatto che la Lega Sud è una novità in tutti i sensi, ha creato questa attenzione mediatica, non indifferente.

Il Mattino ha accusato aspramente il Corriere di fare campagna contro la Lega. Il Corriere ha rigettato con sdegno l’accusa. Lei come la pensa?

LMD   Non ha alcun senso accusare il Corriere. Lo ritengo da sempre un quotidiano serio, con giormalisti seri e imparziali. Prima di lanciare certe accuse bisognerebbe farsi un esame di coscienza.

Per finire, una domanda cruciale. Qual è la sua opinione sul Ticino “invaso dai frontalieri”?

LMD   Il frontalierato è una risorsa che però può diventare un problema, ma la situazione non si migliora creando odio contro i frontalieri, che come noi sono vittime di un sistema sbagliato che va rivisto e cambiato. Accanirsi sul frontaliere è come “sparare su un cadavere”… non serve a nulla, se non a liberare sfoghi in una situazione piena di incertezze lavorative, dove si accusa l’ultimo anello di una catena che non è il problema stesso, ma il risultato di un problema. La soluzione? Salario minimo, sarebbe come segnare un rigore a porta vuota! E risolverebbe, secondo me, tutti quei tristi episodi di dumping, guardando al lavoratore come risorsa indispensabile e non come a “uno che costa meno”.

Esclusiva di Ticinolive. Riproduzione permessa citando la fonte.

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