Mi disse un giorno un notabile democristiano, e nella sua voce avvertii un certo dispetto: “La Lega sa anche rinnovarsi e adeguarsi, è capace di proporre, nel tempo, politici dotati di uno stile e di una linea diversi” (rispetto al leghismo tradizionale dei due Fondatori). Oggi l’esempio più lampante di questa “poliedricità” è Claudio Zali. O “San Claudio”, come scrivono coloro che hanno assistito, senza alcun travolgente entusiasmo, alla sua rapidissima ascesa (politica, perché come giudice era conosciuto e stimato da molti anni).
L’on. Zali è venuto a trovarci nel “salotto buono” di Ticinolive, ha fatto benissimo e gliene siamo riconoscenti. Se il merito è tutto della brava Giuditta Mosca, il compito di dargli il benvenuto incombe gradevolmente a me.
Claudio Zali è stato la new entry al Consiglio di Stato e, in breve tempo, ha portato una ventata di freschezza che ha saputo attirare la simpatia dei più ma anche qualche antipatia. Piaccia o meno, è di certo il candidato forte di Via Monte Boglia, e col passare delle settimane, diventa sempre meno l’uomo da battere e sempre più l’outsider contro il quale non conviene cimentarsi. Usando un punto di vista apartitico, sembra proprio che i posti vacanti a Bellinzona saranno al massimo quattro.
Giuditta Mosca Quali sono, in ordine prioritario, i problemi più sentiti dai ticinesi, così come li avverte lei?
Claudio Zali Sicuramente il lavoro è al primo posto. Da quando sono in Governo sono davvero tanti i ticinesi che mi hanno trasmesso i loro CV, o quelli dei loro figli, o che mi hanno chiesto un colloquio per parlare della loro situazione professionale, con la paura di ritrovarsi in assistenza alla fine del periodo di disoccupazione. È un grande peso per me non poter rispondere positivamente alle aspettative di tutti. Lo Stato ha già molti dipendenti e regole rigide sulle procedure d’assunzione, come è giusto che sia. In quei momenti vorrei che fossero lì con me i tanti politici che pretendono, a parole, che lo Stato debba chiudere i conti in attivo anche quando i suoi cittadini sono in crisi.
Ha mai avuto un peso, nelle sue scelte così come nel suo quotidiano di ministro, non essere stato scelto dal popolo? Qualcuno gliel’ha mai “rinfacciato”?
CZ La questione non ha mai influenzato la mia azione politica ma è con vero piacere che mi presento alla verifica del voto popolare, sperando di ottenere una sorta di ratifica a posteriori per quanto ho già fatto, oltre che al rinnovo della fiducia per il prossimo quadriennio. È capitato che qualche politico abbia sollevato il tema, in modo strumentale, punzecchiature di persone prive di argomentazioni di maggiore spessore.
Quali sono state le vere sfide della legislatura che si sta chiudendo?
CZ Mi è difficile parlare per l’intera legislatura, ma i temi dell’occupazione sono indubbiamente quelli prioritari. Oltre ai disoccupati, di cui ho detto, anche chi ha ancora un lavoro si preoccupa. La concorrenza dei lavoratori frontalieri, la paura di essere sostituiti, la pressione crescente dei padroncini sui nostri artigiani, sono temi molto sentiti. Da ultimo il rafforzamento del franco sull’euro ha acuito le tensioni sul mercato del lavoro, mettendo alle aziende, e di riflesso ai lavoratori, ulteriore pressione.
Quali invece, secondo lei, le sfide della prossima legislatura?
CZ La sfida è quella di affrontare finalmente alla radice i problemi reali di questo Cantone, e partire dalle sue tendenziale debolezza finanziaria, e cercare di invertire una tendenza preoccupante. Per quanto riguarda più strettamente il DT, ritengo che il Cantone debba essere un ruolo maggiormente propositivo nella pianificazione del territorio a beneficio di una migliore vivibilità, altrimenti ci ritroveremo con ogni comune che chiede di avere una propria zona industriale a beneficio delle proprie finanze, con uno sviluppo fuori controllo che non apporta alcun reale beneficio, ma solo traffico, inquinamento e disoccupazione per i residenti.
Claudio Zali vs. poteri forti: è una “lotta” coraggiosa e impari. Non teme di farsi troppi nemici?
CZ Porto avanti le cose in cui credo con determinazione e pongo l’interesse dei ticinesi al centro della mia azione politica. Non mi ritengo in lotta con i poteri forti, cui credo sia chiaro che non è facile influenzare le mie decisioni.
Ticino vs. Berna: il suo intervento ripreso dai giornali di sabato 14 febbraio è lapidario; la votazione del 9 febbraio potrà essere applicata “Bruxelles volendo”. Cosa si aspetta dal Consiglio federale?
CZ Che rispetti la volontà popolare. Popolo e cantoni si sono chiaramente espressi, ora sta a Berna ascoltare meno l’Europa e maggiormente i suoi cittadini.
Le accuse che le sono state mosse dal Presidente Rocco Cattaneo [ndr: cioè non piegarsi ai poteri forti che alimentano le casse dell’erario] hanno colpito nel segno? Ci ha riflettuto? E cosa ne ha dedotto?
CZ Non sono nemico dell’economia e l’ho dimostrato con proposte concrete a beneficio delle nostre aziende e dei nostri artigiani. Posso solo ribadire la risposta che avevo dato all’epoca e cioè che: le proposte di modifica della Legge sulle commesse pubbliche in favore delle ditte svizzere e di Legge sull’albo degli artigiani vengono da me, e non dal PLR o dal DFE.
Tre doti necessarie per governare in Ticino. (Tralasciando “cuore” e “orgoglio” che… ça va sans dire…)
CZ La capacità di pensare con la propria testa, il coraggio di prendere decisioni in tempo utile, la disponibilità ad ascoltare con attenzione tutte le voci del paese, partendo dal basso.
Il Ticino, considerata l’alta densità di infrastrutture e il tessuto imprenditoriale, ha tutti i numeri per diventare un polo europeo delle aziende ad alto valore innovativo. Questa strada però viene percorsa a bassa velocità e a fari accesi. Eppure in Inghilterra, negli USA e in Italia (tanto per citare esempi di culture diverse tra loro) le “startup” hanno creato decine di migliaia di posti di lavoro negli ultimi dieci anni (negli USA la cifra “monstre” di 500 mila, numeri ovviamente fuori dal contesto ticinese ma comunque imponenti). Non è giunto il momento di fare fruttare gli innumerevoli vantaggi offerti dal Ticino?
CZ Direi proprio di si. A tal fine occorre però uno sforzo congiunto di Governo e Parlamento. Per quanto riguarda il mio Dipartimento, la priorità va ad una corretta pianificazione a livello cantonale delle aree destinate ad accogliere questo tipo di sviluppo.
C’è davvero, in Governo, un “movimento anti-Lega”?
CZ Di regola no, ma su temi più marcatamente politici le opinioni tendono a dividersi tra chi è leghista e chi no.
Scaramanzia permettendo, crede nella sua riconferma? E nel doppio seggio leghista?
CZ Sicuramente sì. Credo che nel paese ci siano molti cittadini pronti a votare lega perché essa continua ad essere l’unica alternativa alla politica tradizionale, che ha deluso molti cittadini ma che non è cambiata di una virgola nonostante il risultato elettorale di 4 anni fa.
C’è qualcosa che non le ho chiesto e sulla quale avrebbe voluto pronunciarsi?
CZ No.
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