dal Giornale del Popolo, per gentile concessione del Direttore

Un bel pezzo del mio vecchio e intramontabile amico, con un contenuto politico conciso ma di tutto rispetto e un po’ di umorismo (non guasta).

Soldati 11La mia candidatura a 81 anni ha sorpreso parecchie persone, in particolare molti miei amici e vecchi colleghi di un GC che mi ha visto eletto 6 volte, dal 1983 al 2007. Già nel 2003 avevo avuto l’onore di pronunciare, in qualità di decano, il discorsetto di apertura della legislatura, raccomandando ai miei giovani e giovanili colleghi di avere grande cura di quella fragile pianticella, sempre esposta a venti e tempeste, che si chiama democrazia. Non sorprende invece che ad ogni rinnovo del Gran Consiglio si senta chiedere di far largo ai giovani e che nessuno domandi di lasciare almeno un posto agli anziani. Stando così le cose, pur consapevole delle difficoltà implicite in tutti i rientri in scena, ho preso l’iniziativa di mettermi a disposizione quale candidato sulla lista del movimento che include il mio partito, l’UDC.

Elenco i motivi che mi hanno indotto a questo passo:

– prima di tutto quello di aiutare La Destra che mi ha concesso e attribuito un posto in lista, perché ne è costituente importante il partito che meglio e più di altri difende la Svizzera come la voglio io, libera, indipendente e neutrale, aperta al mondo ma padrona in casa propria. Un impegno impellente, in un periodo di manifesta e continua erosione della sovranità nazionale, di pretesa prevalenza di confuse leggi internazionali e di minacciata presenza di giudici stranieri in casa nostra.

– poi la voglia di protestare ad alta voce e nella sede appropriata contro un indebitamento cantonale che sempre più assomiglia a quello della repubblica vicina e qualche volta amica. A mio modesto parere un vero e proprio scandalo, quando si consideri l’aumento di 800 milioni di franchi dal 2007 ad oggi e l’abbrivio in atto verso i 2,5 miliardi di debito complessivo. Un traguardo non certo glorioso che gli esperti ci prospettano inevitabile e raggiunto entro il 2018.

– quindi il pensiero che se ai tempi della mia gioventù gli ultraottantenni erano “rarae aves”, vere e proprie rarità, adesso sono diventati così numerosi da costituire fonte di vive e giustificate apprensioni per chi deve provvedere alle loro cure, sanitarie e di altro genere, progettando e finanziando anche i loro costosi rifugi, nei quali, sia detto tra parentesi, mi auguro di non dover mai entrare. Giusto, mi sembra, che almeno uno di loro sieda in GC per portare avanti le eventuali richieste (non vogliamo parlare di rivendicazioni, ad un’età dove non c’è più niente da rivendicare) della categoria, fino a qualche anno fa egregiamente formulate dal mio quasi coetaneo Pietro Martinelli, adesso da Agnese Balestra Bianchi.

– per finire la convinzione che sia necessario far spazio ai giovani. Con un parlamento di 90 posti, anche se per delirio d’ipotesi venissi eletto, mi sembra che di spazio ai giovani ne resterebbe abbastanza.

Chiedere un voto personale ai cortesi lettori mi pare quindi giustificato e più che lecito.

Gianfranco Soldati, candidato al Gran Consiglio per La Destra