Mi vien da pensare che “l’invitato che si nega” altri non sia che… l’autore del pezzo. Non è così?
Quella sorta di “veteroclassismo”, che si ritrova in tutti i suoi scritti, mi lascia francamente perplesso. Io penso che il denaro debba essere, semplicemente, usato. Non deve diventare un’ossessione e non deve trasformarsi nel nostro padrone. Allora non sarà una cosa malvagia e non sarà una cosa maledetta.
Gli inviti alle rimpatriate con i vecchi compagni di scuola o di lavoro, più che una tradizione, sono diventate ormai una certezza: Prima o poi capitano a tutti, anche ai disoccupati cronici. Uno che conosco bene se l’è ritrovato fra la corrispondenza proprio in questi giorni. Erano i suoi ex della licenza ginnasiale che a cinquant’anni di distanza gli proponevano una cenetta con menu aperto ai diversi gusti in un quartiere della “grande Lugano da bere”. Carini, verrebbe da dire, ma lui non sarà della serata e me lo spiega così:
“Vi ringrazio per il pensiero che ha avuto almeno il merito di spolverare ricordi magari messi da parte ma mai archiviati. Non ci vediamo da cinquant’anni e i pochi che, durante questo periodo di tempo, ho avuto modo di incrociare per le vie della città hanno fatto ricorso a tutta la loro democratica diplomazia per far finta di non avermi visto. Li capisco, non “amoreggiavamo” allora, per niente negli anni a seguire, e nemmeno oggi.
Dopo la “quinta D” per me è stata tutta una salita, per scelte condivise con altri compagni che poi si sono persi, affrontata di corsa, senza un tentennamento, una vita da “mediano incontrista” (quello che prende in consegna l’uomo più forte della squadra avversaria e lo “martella” per limitarne le doti tecniche e risolutive) che continua ancora oggi, con i mezzi che consentono l’età avanzata e i tempi radicalmente differenti. Allora correvo, anche troppo, oggi cammino e quando non potrò più farlo mi aiuterò con un bastone. La strada resta sempre la solita, quella che porta all’uomo senza l’armatura del denaro, dell’egoismo, del superfluo che fa perdere di vista il necessario.
Cenate dunque in allegria, ascoltando qualcuno che, magari, si parlerà troppo addosso; il ragazzo allampanato e occhialuto con la C strascicata sarà in un altro posto, forse anche lui a ricordare com’eravamo, com’eravate.”
La classe era una di quelle a futuro garantito: Avvocati, docenti, giornalisti, politici, direttori universitari e di quotidiani, insomma una parte importante della società contemporanea. Nessun Consigliere di Stato, se ci fosse stato non avrebbe certo ignorato l’ex compagno “anomalo” incontrato per strada, soprattutto in tempo di rinnovo dei poteri cantonali. Dubito però che la decisione dell’invitato sarebbe stata diversa.
Carlo Curti, Lugano