“Il derby ce lo giochiamo con la Lega” È ben vero, ed è addirittura banale. Io sono famoso per le mie banalità e questa considerazione l’avevo scritta molti mesi fa, correva il mese di giugno. Mirabolanti liste azzurre o turbinose e ascensionali liste verdi-populiste non mutano di un millimetro i termini della questione.

Il pezzo presidenziale è tutto centrato sulla competizione e sul vincere, e questo in un certo senso è fatale nell’imminenza della votazione. Il frammento più debole della perorazione, secondo me, sono quelle righe un po’ lamentose del secondo capoverso, che definirei “belticinesi” (è troppo ricordare a Rocco che Belticino ha miseramente fallito?) Ma sì, ad alcuni piaceranno, lo ammetto. Principalmente a coloro che pensano che il Partito abbia perso perché gli avversari erano “brutti e cattivi”. 

derby-ambri-lugano-svizzera-640x320Bene, siamo arrivati al dunque. Al dunque decisivo. Il derby sta per iniziare. Nelle prossime settimane dovremo decidere se lasciare le cose come stanno, o cambiare. E’ ora di scendere in campo, adesso, ma per vincere abbiamo bisogno di voi, di tutti voi: donne e uomini, giovani e anziani, lavoratori e pensionati, disoccupati, operai professionisti… liberali con la «L», radicali con la «R», indecisi, delusi, scettici, entusiasti, pentiti di ogni area e partito. Abbiamo bisogno di tutti voi ticinesi che amate questo piccolo e meraviglioso Paese. Per ricostruirlo, e difenderlo da chi, da fuori e da dentro, vuole distruggerlo. E’ inutile dire che il 19 aprile il derby ce lo giochiamo con la Lega e con nessun altro. Loro scendono in campo con due ministri in carica. Noi abbiamo costruito una squadra nuova, puntando su giovani che si sono gettati nella mischia con coraggio, competenza e passione. Ognuno con la sua personalità, la sua esperienza e i suoi perché.

I sondaggi confermano: la partita si giocherà all’ultima scheda! Scendiamo in campo per vincere e vogliamo vincere! Per dire basta alla politica dell’ingiuria, del pessimismo, del terrorismo, del fanatismo, della chiusura, della xenofobia, dell’incoerenza, dei proclami e delle false promesse. Per ridare ai ticinesi il coraggio di costruire progetti, di non arrendersi prima di aver combattuto, di rimboccarsi le maniche, di affrontare il futuro guardandolo negli occhi, senza abbassare lo sguardo come fa chi ha paura o chi sa di mentire.

Il futuro sarà difficile, ma una maggioranza leghista in Consiglio di Stato non ci salverà dall’affrontarne le sfide. Non è con le illusioni che si fanno i conti con la realtà. Chi anni fa inneggiava alla libertà oggi è una casta che difende i propri privilegi e i propri vantaggi. Ma questo, io spero lo abbiate capito. Anche alla curva dei tifosi leghisti chiedo quindi oggi una riflessione: siete davvero soddisfatti di questa Lega?

Dopo la «Non Stop» di venerdì a Lugano i ragazzi del nostro Partito hanno scritto su Facebook: «Tutti i sogni, dal più grande al più piccolo, possono realizzarsi. Basta volerlo. Stringendo i denti, giocando di squadra, rialzandoci se ci capita di cadere. Solo così possiamo tornare a vincere. Insieme». Sono parole riprese dal video girato dal PLR di Lugano, quello dove i candidati giocano una partita di rugby.

Così mi è venuto in mente il discorso allo spogliatoio del coach Tony D’Amato, interpretato da Al Pacino, la scena più emozionante del film Ogni maledetta domenica: «Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro fino alla disfatta. Ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro. Perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale, allora, farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta!». E’ con questo spirito che dobbiamo affrontare il derby: agli avversari non dobbiamo cedere un solo centimetro. So che le mie parole a qualcuno sembreranno dure, ma io dico: chi non combatte per questa squadra, chi lotta soltanto per sé stesso o chi fa il doppio gioco, è un traditore.

Conosco le dinamiche del nostro partito e so quanto siamo capaci di farci del male. Questo quadriennio è stato dominato da una maggioranza che ha deluso e disatteso le promesse elettorali. Noi siamo per una politica realistica, non per i proclami che producono illusioni. Vogliamo ridare unità e fiducia al Ticino, cercare le soluzioni ai problemi con il dialogo: non con decisioni imposte, ma condivise. In questi anni abbiamo ammesso i nostri errori e non perseveriamo nel percorrere strade sbagliate. Ma adesso non c’è più tempo da perdere. Dobbiamo prepararci alla nostra «maledetta domenica». Il 19 aprile ogni voto sarà un centimetro, e farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta.

Rocco Cattaneo