(fdm) L’articolo è nuovo ma le proposte politiche in esso contenute… mica tanto. In poche parole: a sanare tutti i guai deve intervenire lo Stato. È l’eterna “ricetta” socialista, che ha provocato una crescita abnorme e tentacolare dello stesso. L’hanno fatto solo loro, i socialisti? Non sia mai detto, hanno avuto e hanno operosi imitatori. Quanto agli “approfittatori sociali”, saranno pure un “mantra” e una “tiritera” ma… Come si vede che Roic non legge la Weltwoche!

Roic 123La campagna elettorale in corso e che terminerà il 19 aprile è stata definita moscia, autoreferenziale o semplicemente autopromozionale. Ci sono perô incontri e dibattiti dove si fa politica per davvero, cioè si affrontano i temi concreti e urgenti del Paese, come quello della disoccupazione ed esclusione sociale, che c’è e morde.

Un dibattito approfondito e riuscito, organizzato dal PS di Lugano, “Nel tunnel della disoccupazione ed esclusione – analisi, riflessioni, proposte”, è andato in onda lunedì sera al palacongressi alla presenza dell’ex consigliere di Stato Pietro Martinelli, di fra’ Martino Dotta, della candidata al Consiglio di Stato socialista Tatiana Lurati-Grassi e dell’ex granconsigliere Mario Ferrari.

Se da un lato il capitalismo liberista e dedito unicamente al più grande margine di profitto ha ristretto le possibilità di uno sviluppo sano ed equanime anche all’interno di società ricche, oggi è l’associazionismo sociale che deve fungere, accanto a un intervento puntuale dello Stato, da regolatore di situazioni esistenziali ormai inaccettabili. Le politiche sociali, dopo i “trenta (anni) gloriosi” in cui il welfare è stato la cartina di tornasole e il traguardo delle società democratiche europee, non torneranno in assenza di un partenariato tra Stato e società, in modo da ridefinire quali sono le priorità davvero importanti: un’economia da arricchimento per pochi o il benessere della cittadinanza?

Ridefinire una politica di vicinanza a chi è in difficoltà, al di là stucchevole del mantra che ripete la tiritera degli approfittatori sociali, è allora uno dei compiti principali se non il più urgente della nostra politica dato che, come è stato sottolineato, ormai in difficoltà non è più solo chi non lavora, ma anche chi lavora con retribuzioni indegne di questo nome senza riuscire ad arrivare alla fine del mese.

La responsabilizzazione di sempre più vaste parti della società su una problematica che rischia di coinvolgere fette sempre più importanti della popolazione sarà quindi tema di dibattito ma, soprattutto, di azione concreta da cui si desumerà la vera volontà di occuparsi della cittadinanza da parte degli attori politici e sociali.

Sergio Roic, PS Lugano