“Nella prossima legislatura la politica la farà il Gran Consiglio, vogliamo scommettere?”  (titolo originale)

Savoia 2 400Sergio Savoia appare tranquillo, sembra consapevole che ormai “alecta iacta est” e che gli ultimi giorni di campagna elettorale possono solo arrotondare verso l’alto i consensi, facendo leva sulla categoria dei pensierosi, dei timorosi e degli eterni indecisi. I Verdi entreranno a far parte dell’Esecutivo? Tra qualche giorno lo sapremo, ciò che però non si può discutere è l’ascesa del partito e del suo leader, che di certo stanno turbando i sonni di qualcuno. E già questo è un dato interessante che testimonia la voglia di cambiamento. Ora tocca alle matite disegnare lo scenario politico dei prossimi quattro anni.

La parola a Sergio Savoia. Un’intervista di Giuditta Mosca.

NOTA (fdm) Questa sera, a partire dalle 18.30, serata conviviale dei Verdi al Capannone di Pregassona, aperta a tutti, militanti, simpatizzanti e curiosi. Ticinolive sarà presente: primo, per mangiare a sbafo. Secondo, e più importante, a caccia di contatti, notizie, gossip. Ticinolive ve lo confessa e ve lo dice: per certe cose un aperitivo/spuntino/cena è più efficace di un Consiglio dei Ministri!

Giuditta MoscaGiuditta Mosca   Quali sono, in ordine prioritario, i problemi più sentiti dai ticinesi, così come li avverte lei?

Sergio Savoia   I problemi più sentiti dai ticinesi sono quelli legati al mondo del lavoro. Non lo dico io ma lo dicono tutti gli studi che sono stati fatti recentemente. Un politico non può che recepire le preoccupazioni popolari e provare a identificare delle soluzioni. Oggi il tema centrale è il lavoro con tutti gli addentellati: difesa del salario, disoccupazione giovanile, difficoltà di inserimento, dumping e abusi, e via dicendo.

Cosa rimprovera all’Esecutivo uscente e per cosa, invece, lo applaude?

SS   Gli rimprovero di essere stato sostanzialmente inattivo o inetto sul tema del lavoro e di essersi limitato a richiamare le difficoltà invece di provare a fare qualcosa di proattivo per la difesa del mercato del lavoro interno. Non plaudo a nulla di ciò che questo governo a fatto, salvo qualche provvedimento singolo frutto dell’iniziativa di questo o quel consigliere di stato. È ora di cambiare decisamente rotta, specialmente sul tema del lavoro.

Le prime tre cose che farà da ministro, ipotizzando che assumerà la direzione del DFE.

SS   Gliene dico quattro: incentivi fiscali ad aziende che assumono personale residente; revisione dei criteri di concessione dei crediti all’innovazione; revisione della politica industriale ed economica per favorire aziende ad alto valore aggiunto e radicate nel territorio; moratoria pluriennale nella costruzione di centri di logistica.

Clientelismo, nepotismo e favoritismi: esiste una formula per debellarli?

SS   Certo: escludere i partiti dai sistemi di assunzione e gestione delle risorse umane. Non c’è alcun motivo ragionevole per cui, ad esempio, i candidati a posti nella magistratura, debbano essere suddivisi su base partitica.

Lei e il suo partito vi state battendo per i salari minimi, diversi economisti (tra i quali il professor Rico Maggi dell’USI) li ritengono dannosi. Il popolo elvetico nel 2014 ha detto no al salario minimo di 4mila franchi mensili. Come orientarsi tra queste teorie discordanti tra loro?

SS   Il motivo per cui i datori di lavoro ticinesi (svizzeri o stranieri che siano) assumono frontalieri è che li pagano meno di chi risiede sul territorio. Un cittadino residente non potrebbe vivere con salari che invece sono relativamente alti per un frontaliero. Impedire ai datori di lavoro di scendere troppo con i salari, significa ridurre l’incentivo economico ad assumere frontalieri e mette un argine alla caduta dei salari. Insieme alla cosiddetta “preferenza indigena” e ai contingenti, la protezione dei salari permetterebbe di salvaguardare il mercato del lavoro interno.

In ogni trattativa le parti devono avere qualcosa da offrire: cosa può mettere sul piatto il Ticino per aumentare il proprio peso a Berna?

SS   Il Ticino deve bloccare i ristorni all’Italia finché Berna e Roma non trovino una soluzione ai dossier che ci interessano che sia rispettosa dei nostri interessi.

Tre doti necessarie per governare in Ticino. (Tralasciando “cuore” e “orgoglio” che… ça va sans dire…)

SS   Chiarezza di intenti; fermezza nel perseguire i propri obbiettivi; capacità di creare consenso.

Il Ticino, considerata l’alta densità di infrastrutture e il tessuto imprenditoriale, ha tutti i numeri per diventare un polo europeo delle aziende ad alto valore innovativo. Questa strada però viene percorsa a bassa velocità e a fari accesi. Eppure in Inghilterra, negli USA e in Italia (tanto per citare esempi di culture diverse tra loro) le “startup” hanno creato decine di migliaia di posti di lavoro negli ultimi dieci anni (negli USA la cifra “monstre” di 500 mila, numeri ovviamente fuori dal contesto ticinese ma comunque imponenti). Non è giunto il momento di fare fruttare gli innumerevoli vantaggi offerti dal Ticino?

SS   Il Ticino è il secondo cantone in Svizzera, dopo Zurigo, per numero di nuove imprese insediatesi, ormai vicine a 5000. Il problema non è attirare le imprese ma attirare le imprese giuste. Aprire semplicemente le porte a chiunque non crea le condizioni per lo sviluppo economico ma riduce il nostro sistema economico a una sorta di Romania a disposizione di industriali italiani senza alcun interesse per il nostro territorio e la nostra cultura. Per questo ritengo che il governo debba rivedere la politica di promozione economica secondo nuovi criteri che privilegino aziende ad alto contenuto e radicate nel territorio. E, credo sia ovvio, aziende che retribuiscano il lavoro in modo coerente con gli standard svizzeri.$

Il sondaggio pubblicato dal GdP non smette di fare discutere. È una rilevazione sbagliata oppure falsa?

SS   È un sondaggio. Non vale la pena di occuparsene troppo. Tra un paio di settimane avremo i risultati veri.

Scaramanzia permettendo, a meno di un mese dal voto, quali sensazioni ha circa la sua elezione?

SS   Mi sta a cuore il risultato del partito e soprattutto il risultato in parlamento. Nella prossima legislatura la politica la farà il Gran Consiglio, vogliamo scommettere? Comunque le sensazioni sono buone…

C’è qualcosa che non le ho chiesto e sulla quale avrebbe voluto pronunciarsi?

SS   No. È stata un’intervista molto approfondita e la ringrazio.

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