Cresce il numero delle deputate nel Parlamento cantonale
Una campagna elettorale da sfinimento

Jack 123 bQuesto bell’articolo della mia amica Iris è un articolo piuttosto severo ma – chi la conosce lo sa – l’Autrice è una donna di schietto temperamento. Sulle “quote rosa” (che ritengo umilianti per il gentil sesso) mi sono già espresso***. Sui soldi, perché di soldi si tratta, Iris scrive cose giuste, tenendosi però sulle generali. Le considerazioni più interessanti sarebbero quelle “non generali”.

*** L’elemento cardinale della società è il femminile, da molto tempo lo so. Come dice il Sommo in versi eterni:

Alles Vergängliche
Ist nur ein Gleichnis;
Das Unzulängliche,
Hier wird’s Ereignis;
Das Unbeschreibliche,
Hier ist’s getan;
Das Ewig-Weibliche
Zieht uns hinan.

Iris 2È finita, finalmente! Non se ne poteva proprio più di questa campagna elet­torale che per troppo tempo ha mar­tellato incessantemente i cittadini con dibattiti radiotelevisivi di tutti i tipi, con una pubblicità esasperante e a tratti parossistica, con interventi di candidati ad ogni piè sospinto, con lenzuolate di articoli su giornali e portali, con pile di immaginine pa­tinate dei candidati (i famigerati “san­tini”) che ci siamo ritrovati sui banconi dei bar e dei negozi e con tutto il resto.

Non se ne poteva più, soprattutto per­ché sappiamo bene che una simile mediatizzazione e tutto l’ambaradan legato alla corsa alle “cadreghe” isti­tuzionali hanno sottratto molto tempo e energia a chi la politica la fa ope­rativamente nei consessi preposti.

10 mesi di campagna

Capisco bene che il PLR, mettendo in campo moltissime forze, aspirasse ar­dentemente a riacciuffare il secondo seggio in Consiglio di Stato, un obiet­tivo non raggiunto, sebbene il partito abbia riconquistato qualche posizione dopo le perdite accusate quattro anni fa. Ma è opportuno e funzionale pre­sentare, come ha fatto il presidente Rocco Cattaneo, le candidature per l’esecutivo cantonale con un simile anticipo, costringendo tutti a subire una snervante campagna elettorale di 10 mesi, su una legislatura di quattro anni, e paralizzando in tal modo la progettualità e parte dell’attività po­litica? Senza contare che fra un po’ prenderanno avvio anche le campagne elettorali per le federali e per le comunali.

Siamo un Cantone di circa 350’000 abitanti, dove in ambito politico, a parte i consiglieri di Stato, tutti gli altri sono politici di milizia, una specificità del nostro paese che sostengo da sempre e che rappre­senta anche un fiore al­l’occhiello della nostra democrazia diretta, ma che potrebbe essere infi­ciata da certe esaspera­zioni della macchina partitica e dalla rincorsa alla costosa, finanziaria­mente parlando, e macchinosa visibi­lità mediatica che non porta automa­ticamente al successo elettorale, come confermano alcuni risultati dello scorso 19 aprile.

Ego ipertrofico

Sappiamo che l’ego ipertrofico di cer­tuni genera ambizioni smisurate, ma non siamo alle primarie o alle presi­denziali degli Stati Uniti d’America e forse bisognerebbe anche darsi una re­golata, contestualizzando il tutto.

Ognuno, nel rispetto della legge, ha giustamente il diritto di fare ciò che gli aggrada (ci mancherebbe altro), ma di questo passo, per accedere alle cariche istituzionali, solo chi dispone, direttamente o indirettamente, di un portafoglio molto ben fornito potrà sperare di raggiungere l’obiettivo, svi­lendo il principio stesso della “mili­zia”. A meno che, a finanziare la campagna non ci sia qualche ricca se­zione partitica o persone generose e di buona volontà, che non faranno di certo l’apparente “beau geste” in ma­niera disinteressata.

La presenza femminile

Da molto tempo conosciamo le posi­zioni, le non posizioni e i cambia­menti di posizione (in periodo elettorale fanno comodo) dei partiti su alcuni argomenti, nei confronti dei quali la campagna elettorale non ha ri­servato grosse novità e neppure parti­colari guizzi. Nel complesso, il con­fronto su temi forti e sulle proposte reali si è rivelato assai debole, fiacco, se non addirittura vacuo.

Sui risultati elettorali, si è detto di tutto e di più

Dopo vent’anni di presenza femmi­nile in governo, il voto dello scorso 19 aprile ha intanto decretato un Consi­glio di Stato declinato esclusivamente al maschile, una situazione che ha su­scitato qualche reazione. A comin­ciare da quella della candidata PLR al governo cantonale, Natalia Ferrara Micocci, che ha parlato di “non rico­noscimento del ruolo della donna” e di un governo che riporta il Ticino in­dietro di vent’anni. Strane dichiara­zioni, tanto più che la signora, in un dibattito televisivo, ha affermato che non sarebbe stata soddisfatta di vedere in governo la rappresentante della Lega, perché, oltre a portare un se­condo seggio a questo partito, non avrebbe rappresentato le sue idee. In­somma, il seggio femminile in go­verno doveva essere solo e soltanto quello della candidata liberale radi­cale, cioè il suo. È una posizione as­solutamente legittima, però, allora, si evitino i discorsi sulla necessità della rappresentanza femminile a tutti i costi. Sono sempre stata contraria alle cosiddette quote rosa e alle rappre­sentanze di genere, perché ritengo che le persone debbano essere scelte in base alle loro competenze, alle loro idee e ai loro programmi. Che i partiti debbano fare di più per permettere alle donne di affermarsi è profonda­mente vero e anche abbastanza ovvio, ma provocano un certo fastidio le so­lite recriminazioni di facciata e ma­gari anche interessate. I cittadini ticinesi hanno espresso il loro voto, che questa volta, a diffe­renza di altre, esclude le donne dal go­verno.

In democrazia bisogna saper accettare la volontà del Sovrano, lo stesso che, guarda un po’, il 19 aprile scorso ha sancito l’aumento della presenza fem­minile in Gran Consiglio, da 16 a 22 deputate, un record (seppur ancora piuttosto modesto) dall’introduzione del voto alle donne . Ora è tempo che, senza tante chiacchiere, governo e parlamento si mettano davvero al la­voro.

IRIS CANONICA