Tra gli otto discorsi degli otto candidati socialisti al Nazionale abbiamo scelto quello di Raoul Ghisletta. Una citazione dal suo testo: “Essi*** continuano a raccontarci che gli accordi bilaterali sono un vantaggio per tutti”.

*** Oh sì, Raoul, molti, e la maggior parte dei tuoi! Non li vedi? Sono lì, accanto a te, al Congresso. Tra poco arrivo anch’io (non iscritto)”

Ghisletta 12yLa mia candidatura non si rivolge ovviamente ai liberisti e agli eurocrati di Bruxelles, che in queste settimane stanno svendendo l’Europa agli Stati Uniti con l’imminente firma dell’accordo TTIP di partenariato economico transatlantico: una vera porcheria che permetterà alle ditte americane di mettere negli scaffali dei negozi prodotti senza passare dal processo, adottato in nome della precauzione per la salute dei consumatori, applicato ai prodotti in Europa prima che vengano commercializzati.

E la mia candidatura nemmeno si rivolge ai vertici elvetici, che stanno trattando segretamente l’accordo TISA per la liberalizzazione dei servizi pubblici e privati nei principali paesi del mondo. In un paese dall’economia terziarizzata come la nostra tanti servizi potranno essere delocalizzati tramite questo ennesimo inganno. I Paesi dove gli affitti e i salari sono molto ma molto più bassi dei nostri sono tanti. Per questo perderemo posti di lavoro nel settore commerciale e nei servizi che forniscono prestazioni intellettuali elevate.

E nemmeno la mia candidatura si rivolge agli eurofanatici regionali, che fanno finta di non vedere la scandalosa liberalizzazione del mercato del lavoro. Essi continuano a raccontarci che gli accordi bilaterali sono un vantaggio per tutti. Questa ovviamente è una menzogna: come tutti gli accordi economici, gli accordi bilaterali sono un vantaggio per chi ne approfitta e sono uno svantaggio per chi viene fregato. La messa in concorrenza senza regole della forza lavoro penalizza i lavoratori meno qualificati e le persone in basso alla scala sociale. Oggi in Ticino varie categorie vedono diminuire i salari. La distanza salariale tra Ticino e Svizzera aumenta sempre più. Il 25% delle economie domestiche vive nella povertà. Tanti giovani non trovano un lavoro decente e se ne vanno. La sostituzione dei lavoratori residenti con frontalieri ha toccato almeno 10’000 persone. E si moltiplicano i fenomeni delittuosi che investono il lavoro.

Non bisogna essere dei geni per capirlo. Alla gente non interessano le chiacchiere inconcludenti. Ai cittadini interessano le misure concrete ed io sono una persona concreta. I ceti popolari, e non gli euro-approfittatori, devono essere il punto di riferimento principale del Partito socialista: i ceti popolari hanno bisogno di soluzioni concrete e radicali per risolvere i loro problemi. Con altri compagni ho preparato una ventina di proposte che discuteremo il 21 giugno alla conferenza cantonale: proposte che spaziano dal livello cantonale a quello federale e che riteniamo siano la condizione imprescindibile per la continuazione degli accordi bilaterali in Ticino. In caso contrario, combatteremo la libera circolazione delle persone.

Da ultimo vorrei dire al Consiglio federale, qui rappresentato dal compagno Berset: state bene attenti, se un cancro attacca il piede e se non lo si cura, un domani non troppo lontano la malattia fermerà anche il cuore. Il piede è il Ticino e il cuore è Berna.

Concludo, dicendo che per fortuna, la storia e la politica non si fermano.
Dalle peggiori situazioni ci si può sempre rialzare.
E come canta Patti Smith nel suo inno alla libertà e alla democrazia: “People have the power”.
È la gente che ha il potere!
È la gente che può capovolgere il mondo!
Noi, assieme alla gente, possiamo capovolgere il Ticino e la Svizzera!

Discorso elettorale di Raoul Ghisletta al congresso del PS, 13 giugno 2015