Galeazzi-400La notizia di quest’estate e forse dell’intero anno 2015, è il possibile arrivo in città del Gran Premio formula E. Sicuramente un evento che gioverà non solo a Lugano ma a tutta la regione e anche al cantone.

Ovviamente mi trova favorevole l’idea che il Municipio si stia adoperando su più fronti per migliorare l’offerta turistico-economica, ma è pur vero che non si dovrebbe abbassare la guardia su molti dossier spinosi e tutt’ora aperti. Uno di questi sono le finanze cittadine, che dopo una boccata di ossigeno nel 2014, torneranno a far discutere nei prossimi mesi. Sì, perché il debito pubblico di un miliardo di franchi non è diminuito e cosi non sarà neppure il futuro disavanzo d’esercizio che si chiuderà con il corrente anno. Questo porterà a immaginare un ulteriore aumento del moltiplicatore d’imposta nei prossimi anni purtroppo.

Se da una parte timidi segnali di risparmio e di buona volontà vengono ravvisati da parte dell’Esecutivo, dall’altra vi sono ancora incognite riguardanti i dossier Casinò, Aeroporto e LAC dove, per motivi diversi, il loro futuro è sotto la lente d’ingrandimento. Se per il Casinò non è appetibile vendere le quote in mano al comune (ragioni di prezzo di mercato), l’aeroporto sembra ingessato e dimenticato in un cassetto, mentre per il LAC, che verrà inaugurato tra un paio di mesi, si conoscono approssimativamente i costi accumulati e pagati fino ad oggi, ma non si conoscono gli indotti che produrrà per coprire parte dei costi stessi e quelli futuri. Rimarrà cosi un debito costante? Tutto dipenderà dal tocco d’internazionalità che vorranno dare, perché la concorrenza (come la Lombardia) sarà enorme e veri contatti internazionali mancano ancora all’appello.

Ma il discorso di fondo andrebbe a toccare ben più ampi aspetti. Lugano, anche con la collaborazione attiva di altri comuni, dovrebbe dedicarsi a progetti che vadano ben oltre il singolo evento annuale (vedi GP formula E) di portata sicuramente internazionale, o alla cultura come futura “stampella” in aiuto a un mono-prodotto un tempo rappresentato dalla piazza finanziaria e al turismo.

Nell’interesse della città, e non solo, andrebbero sviluppati progetti già sulla carta da tempo e scoprirne degli altri. Interessante l’intervista di Giorgio Giudici, tempo fa, su un portale web, sugli agli anni ’80-90 e le idee che nacquero poi, come l’USI, il cardio-centro, il polo culturale, per fare qualche esempio. Oggi però si ha l’impressione che la “macchina progettuale” sia a corto di ossigeno. C’è anche una questione di finanze e investimenti, ma è pur vero che il privato andrebbe coinvolto maggiormente. I settori come la piazza finanziaria stanno tramontando e se fino a qualche anno fa erano i migliori sponsor in termini di indotto fiscale e occupazionale, oggi non lo sono più. Vanno sostituiti con nuovi sbocchi. Quali?

Nel turismo bisogna ancora lavorare parecchio, anche se in estate l’offerta non manca e fa solo del bene. Alberghi e posti letto andrebbero aggiunti e rinnovati, mentre la tendenza di mercato è di eliminarli. Bisognerebbe chiedere uno sforzo maggiore ai privati e alle categorie di settore e ovviamente anche il servizio pubblico dovrà dare una mano con incentivi agli investimenti.

Il Lago Ceresio dovrebbe essere sfruttato meglio anche per eventi internazionali, come regate di livello superiore, con una pianificazione non solo sporadica e anonima, ma progettuale nel medio-lungo periodo.

Dal lato “territorio”, le aggregazioni potrebbero servire per ampliare le zone d’offerta aziendale, quali terreni sparsi per poli tecnologici. Attirare maggiormente piccole imprese e industrie con competenze e prodotti di alta qualità e collegate tra loro o agli istituti di ricerca presenti già oggi come l’USI, SUPSI, medica e biomedica, o il Centro di calcolo. (ovviamente occupando maggiormente manodopera indigena-locale).

Per concludere, ci vogliono soldi sì, ma se trovassimo le sinergie giuste e tutti ci mettessimo a remare nella stessa direzione, eviteremmo un sacco di problemi finanziari, di tasse supplementari e aumenti di disoccupazione. La nostra moneta non ci sta aiutando in questo momento, ma i progetti e gli sviluppi di essi vanno visti sull’arco dei prossimi 10-15 anni, oppure la miopia oggi, porterà povertà domani.

Tiziano Galeazzi, Consigliere Comunale UDC Lugano