Queste le priorità della candidata PLR al Nazionale

Municipale di Ascona da un anno e unica donna della lista a 8, Michela Ris è la gradita ospite di questo torrido sabato d’agosto. Solida e piena di buon senso la sua “prestazione”. Spero di non danneggiarla (proprio non vorrei!) se dico che le sue risposte mi appaiono in larga parte condivisibili. 

Quanto al PLR, un partito al quale riservo sempre molta attenzione, posso anticipare che è in allestimento un’intervista con un perfetto e tipico militante del partito, alla quale attribuisco grande importanza. Vedrete.

Un’intervista del professor Francesco De Maria.

Michela Ris yFrancesco De Maria   On. Michela Ris, si presenti ai lettori di Ticinolive: le sue origini, la sua famiglia, i suoi studi, il suo lavoro.

Michela Ris   La mia famiglia é originaria di Berna ma mio nonno si trasferì negli anni ’50 in Ticino acquistando un albergo ad Ascona, ora se ne occupa mio fratello insieme a mia cugina, sono la terza generazione. La famiglia di mia madre è veneta, mio nonno era un colonnello dell’esercito italiano e dopo la guerra è stato professore e giornalista. I miei genitori si sono conosciuti in Inghilterra dopo gli studi universitari. Io ho studiato a Losanna scienze politiche e dopo l’università ho iniziato a lavorare con mio padre in uno studio fiduciario. Mi occupo di contabilità, dichiarazioni fiscali, amministrazioni immobiliari. Due anni fa ho deciso di iscrivermi alla Supsi per conseguire una seconda laurea in economia aziendale.

Da quanto tempo è municipale ad Ascona e quali dicasteri dirige?

MR   Sono subentrata a luglio 2014 quando Francesco Ressiga Vacchini ha deciso di lasciare; ho ripreso il suo dicastero, le finanze. L’altro dicastero che dirigo è la cultura. Questa scelta può sembrare bizzarra, cultura e finanze gestite dalla stessa persona; ma si sta rivelando molto stimolante ed arricchente.

Parliamo del suo comune. La situazione economica è buona? Le finanze pubbliche sono sane? Ha conservato (e magari accresciuto) la sua attrattività turistica?

MR   La situazione economica è solida e questo è dovuto a una gestione oculata che si è susseguita negli anni. Anche se le spese sono aumentate (anche grazie ai famosi riversamenti da parte del Cantone sui Comuni) abbiamo sempre potuto compensarle con le entrate, spesso molto alte, dovute alle sopravvenienze e alle tasse sugli utili immobiliari. Purtroppo sia le une che le altre sono destinate ad assottigliarsi in futuro e bisognerà analizzare bene la situazione e prendere i correttivi necessari.

Ho letto del piano regolatore che Ascona ha approvato nel 2012, duramente censurato dal Consiglio di Stato. “Ascona è stata massacrata” ha esclamato il Sindaco. Parliamone.

MR   In effetti il Consiglio di Stato è stato molto severo. La lista dei “non approvato” è molto lunga. Il CDS non ha rispettato l’autonomia comunale e ha voluto semplicemente imporre la sua visione. E’ come se avesse fatto un proprio piano regolatore senza aver letto il nostro. Ritengo che questo sia un ulteriore sintomo di come il Cantone faccia quello che vuole senza ascoltare la controparte: aumenta i balzelli e i riversamenti sui comuni e impone decisioni politiche che spetterebbero ai Comuni.

Un altro motivo è che nella proposta del comune c’erano dei punti innovativi che non hanno avuto l’avallo del Cantone quale il passaggio dall’indice di sfruttamento al valore volumetrico. Secondo noi poi ci sono degli errori di calcolo sull’effettiva contenibilità del nostro piano regolatore che hanno indotto tutta una serie di rifiuti da parte del Cantone. Insomma ci sarà molto da discutere in sede ricorsuale.

Quali saranno le linee guida della sua campagna elettorale?

MR   La mobilità: il San Gottardo e il raddoppio della galleria; ma anche la mobilità in Ticino, perché soprattutto per la regione del locarnese il collegamento A2-A13 é fondamentale dal punto di vista turistico. La gente è esasperata, il nostro Cantone è paralizzato, e mi riferisco soprattutto al Mendrisiotto, e dobbiamo trovare al più presto delle soluzioni. Il Turismo e la cultura: perché se vogliamo rimanere competitivi dobbiamo trovare delle soluzioni nuove e non ripetere sempre gli stessi schemi, che evidentemente non funzionano più così bene.

La (in passato potente) piazza finanziaria svizzera è ormai al tramonto? Il governo federale è stato debole nel difenderla, si è mosso maldestramente?

MR   Sarei cauta nel definire la piazza finanziaria al tramonto; di sicuro è in trasformazione, salteranno posti, ci saranno cambiamenti, ma sarei cauta anche nel dare tutta la colpa al governo federale. La Weissgeldstrategie probabilmente era inevitabile e ora c’è un riassetto in corso, ci sono multe da pagare, errori e passi falsi a cui porre rimedio… ma i recenti risultati di grandi banche lasciano ben sperare. Sicuramente gli istituti minori hanno pagato un prezzo più alto e molti non esisteranno più in futuro. Stiamo definendo nuove regole e con esse una nuova piazza finanziaria: ora non basta avere soldi da gestire ma serve creare un know how che faccia la differenza e invogli a mantenere qui i soldi e non solo per il segreto bancario. Non ho la sfera magica per prevedere il futuro, ma con il catastrofismo non miglioreremo la situazione. Importante è vigilare, avere fiducia e quando è il momento avere il coraggio di prendere delle decisioni, meglio se giuste.

Il 9 febbraio 2014 è stato un disastro per la Svizzera? Se sì, come si può rimediare? Il popolo dovrà votare di nuovo?

MR   Anche qui basta essere catastrofisti! Il 9 febbraio non è ancora nemmeno in vigore. Non serve rivotare, serve applicare la volontà popolare. Se poi si rivelerà sbagliata, allora la nostra democrazia diretta ci permetterà di fare un passo indietro, ma per ora il sovrano ha deciso e così sia.

Secondo lei quanti elettori PLRT hanno votato sì il 9 febbraio? 5%? 20%? 50%?

MR   Secondo me un buon 40% dei simpatizzanti PLR ha votato sì, anche perché se no non si spiegherebbe l’esito della votazione che evidenzia l’esistenza di un conflitto d’identità legato all’apertura della Svizzera e alla difesa delle nostre tradizioni. E questo ci deve far riflettere.

Quale immagine ha oggi ai suoi occhi l’Unione Europea dopo il drammatico braccio di ferro sulla Grecia?

MR   L’Unione Europea è stata poco lungimirante e più impegnata a tappare i buchi che non a risolvere il problema. Questa situazione presumo che purtroppo si ripresenterà ancora, con altri Stati. L’Unione Europea si è rivelata per quello che è e tutti vedono: un’ unione monetaria e basta, tenuta insieme più da banche e debiti che non da un’unione dei popoli e questa Unione Europea avrà un difficile futuro.

La situazione nel nostro Cantone è veramente cattiva… oppure i Ticinesi si lamentano troppo?

MR   Un po’ entrambe le cose. Il mondo è cambiato, il Ticino anche. Anche se qualcuno sembra non volerlo accettare. Purtroppo siamo più impegnati a piangerci addosso che a trovare soluzioni. I cittadini non sanno più in cosa credere e allora credono ai gridi d’allarme dei politici; e i politici a volte pensano più a essere rieletti che a trovare delle soluzioni, perché la politica è anche una fonte di guadagno e questo porta a “farla semplice” per ottenere voti a buon mercato. E via discorrendo. Un circolo vizioso che non porta a nulla purtroppo. Bisogna resettare, rimettersi a fare le cose sul serio, a destra come a sinistra. Dovremmo imparare a confrontarci più che a screditarci, nessuno ha sempre ragione. Spero che la nuova generazione di politici sia meno contaminata dai vecchi meccanismi e possa andare in questa direzione.

Il turismo ticinese è in crisi? Se lo è, come potrà riprendersi?

MR   Il turismo ticinese è sicuramente in crisi, ogni nuova statistica ce lo conferma. Vogliamo essere una regione turistica ma spesso manca quella “Gastfreudlichkeit” in cui gli austriaci, per esempio, sono dei maestri. A volte si ha quasi l’impressione che i turisti a molti ticinesi diano fastidio, invece dovremmo essere grati a quelli che ancora scelgono la nostra destinazione. Perché a un tiro di schioppo e a prezzi molto inferiori ci sono località bellissime che offrono molto: mare, musica fino a tardi, cibo di qualità, offerte culturali. La gente, soprattutto in vacanza, vuole divertirsi, svagarsi, e questo a tutte le età. Le nostre leggi, i nostri divieti sempre più imperanti e restrittivi sono difficilmente compatibili con quella che si vuole definire come meta turistica. Dobbiamo riattirare i giovani, perché se non prendono l’abitudine di venire in Ticino o peggio ancora la perdono, difficilmente un giorno torneranno regolarmente. Insomma ai nostri non rimane che metterci il valore aggiunto della qualità, della cordialità, del savoir faire ecc… ma se il franco è forte spesso la nostra accoglienza è debole.

Io vengo abbastanza spesso a Locarno e per farlo attraverso a fatica il Piano di Magadino. Ci vuole una nuova strada? E come dovrà essere? E quanti anni ci vorranno?

MR   Ci vuole assolutamente. Ma devono convincersene tutti i ticinesi e non solo i locarnesi. Il passato ha dimostrato quanto i problemi siano vissuti a livello regionale, pecchiamo ancora di campanilismo, anche questo dovremo smettere di farlo. E poi ci vorrà qualcuno a Berna che spieghi a Doris Leuthard che il suo Gambarogno che tanto ama a volte è impossibile da raggiungere.

Lugano sta per inaugurare il LAC in pompa magna (12 settembre!) Le fa un po’ d’invidia?

MR   Mi farà invidia quando lo vedrò funzionare bene. Sul LAC si e detto e scritto di tutto. Diamogli tempo. Poi eventualmente ci sarà modo di criticarlo con cognizione di causa. Ma anche il Lac come la cultura in generale è diventato un oggetto di campagna elettorale e questo è il nostro male peggiore.

I critici (e non mancano) prevedono che il LAC sarà una “macchina mangiasoldi” che alla fine dissesterà le finanze cittadine. Lei che ne pensa?

MR   Vedremo. Non ho la sfera magica. o si pensa che i colleghi che se ne sono occupati sono degli incompetenti a prescindere o si dà loro fiducia. Io sono convinta che ci sia bisogno di visioni, anche in grande stile, dobbiamo osare e prevedere quello che molti non osano neanche sognare. Chi avrebbe scommesso che negli anni ’40 anche grazie al suo aeroporto Ascona sarebbe diventata una meta gettonatissima?!

Ha già comperato i biglietti per uno degli spettacoli inaugurali?

MR   Non ancora, purtroppo per l’inaugurazione sarò assente all’estero.

Per concludere, guardiamo al 18 ottobre. La lista PLR, della quale lei fa parte, riuscirà a conquistare 3 seggi?

MR   Se dico di no sono pessimista; se dico di sì pecco di ottimismo. Facciamo che dico che lo spero molto e incrocio le dita. Perché spero che ai problemi di questo Cantone si possano dare delle risposte serie e concrete, non urlate ma ragionate. Ma come al solito sarà il popolo a decidere da chi vuole essere rappresentato e questo – PLR o non PLR – è ciò che più conta per questo paese.

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