La politica federale riguardo l’accesso alle facoltà di medicina: un disastro! (titolo originale) dal portale www.orlandodeldon.ch

Del Don yIn qualità di medico da sempre interessato alla formazione universitaria dei giovani medici nelle nostre università svizzere non potevo non interessarmi dei recenti test di ammissione riguardo le nuove leve che aspiravano poter continuare gli studi nelle nostre scuole di medicina.

In effetti recentemente si è tenuto al Liceo di Bellinzona una giornata estremamente impegnativa per i nostri giovani interessati a proseguire gli studi universitari di medicina nei nostri atenei. Un test che ha impegnato per tutto il giorno più di 160 giovani e che qualificare come iniquo e assurdo sarebbe un eufemismo.

La selezione è stata durissima e la stragrande maggioranza di questi giovani non è riuscita a superare la prova per una semplice ragione. Questi giovani non sono riusciti a superare il test perché si è voluto/dovuto eliminarli indipendentemente dal loro valore a seguito del fatto che non vi sono i corrispettivi luoghi di formazione pratica (clinica) presso le strutture sanitarie del Paese dove i futuri medici possano formarsi a complemento e a integrazione della loro formazione accademica. Questi luoghi di formazione clinica riconosciuti, infatti, sono inferiori alle necessità del Paese, e pertanto le iscrizioni dei nuovi studenti si devono ridimensionare di conseguenza! Ma questo non è un problema di oggi; tutto ciò dura oramai da diversi anni, senza che le autorità politiche, sanitarie, accademiche ed istituzionali si siano mai preoccupati di dare una risposta a questa emergenza e necessità per il nostro Paese. Con il risultato che poi il Paese si ritrova nella condizione imbarazzante e pericolosa di doversi rivolgere a medici stranieri per far fronte ai bisogni: medici che giungono in Svizzera a colmare la lacuna interna per i bisogni della popolazione. Un’assurdità che non trova confronti e parole! In tal modo le inadempienze politiche, istituzionali e accademiche, da anni fanno in tal modo ricadere le loro lacune e i loro errori sulle spalle dei nostri bravi giovani e sulla comunità tutta.

Ma non è finita qui. Se poi la vogliamo dire tutta dobbiamo anche riferire che è oramai già il secondo anno che si scopre che questo test di ammissione, così rigido e difficile, non è un segreto per una parte dei candidati che vengono a conoscenza anzitempo delle domande che dovrebbero essere rigorosamente riservate al momento del test! Fughe di notizie o falle nel sistema, questo, che porta un gravissimo pregiudizio alle nostre istituzione e alla nostra medicina. Ma evidentemente il test non può essere rifatto: ci si limita a depennare le domande che, apparentemente, sono state oggetto di questa “malinteso”, come eufemisticamente lo si è voluto definire da parte delle autorità preposte. Uno scandalo inaudito!

Per non parlare poi del fatto che – ciliegina sulla torta – gli studenti che si sono cimentati nella prova quest’estate al liceo di Bellinzona si sono ritrovati in 160 ammassati in un’aula sprovvista di un sistema di ventilazione o di un condizionatore e che ha portato la temperatura in sala a valori da sauna finlandese … per una prova che, come ricordato sopra, ha impegnato i nostri giovani per tutta una giornata! Alla faccia della parità di trattamento rispetto ai giovani che hanno sostenuto la prova in altri Cantoni dove, si spera, le condizioni non erano certamente queste, più prossime a quelle che si possono ritrovare in una delle famose Repubblica delle banane.

E mi fermo qui perché non voglio infierire oltre. Certamente però tutto ciò non solo è vergognoso per uno Stato moderno come il nostro ma non è certo così che si selezionano i futuri medici del Paese.

Concludo con alcune domande: ma chi sarà mai colui o coloro che hanno ideato questo genere di test? È questo il modo di selezionare i nostri futuri medici? Qualcuno inoltrerà ricorso davanti a illeciti di questa natura? Ci saranno dei politici che finalmente vorranno affrontare e risolvere il problema in modo serio? Ma, soprattutto, chi ha interesse a mantenere questo stato di cose? E, per finire – ancora – il previsto Master di medicina che verrà prossimamente attivato in Ticino potrà certamente in parte risolvere questo problema, ma qual è e quale sarà la volontà politica, accademica, istituzionale dei nostri amici Confederati a voler collaborare con il Ticino per far sì che questo lodevolissimo progetto possa avere il successo che merita e contribuire così a dare una svolta positiva a questa intollerabile e fallimentare situazione?

Una cosa è certa. Personalmente mi attiverò per fare chiarezza e dare una svolta a questo stato di cose, sperando che qualche altro collega (politico, medico o accademico) vorrà seguirmi in questo mio intento e progetto.

Dr. med. Orlando Del Don