1) La “ministra del baratro” non ha detto chiaramente se intende ripresentare la sua candidatura.
2) È opinione comune e consolidata (ed è anche la mia) che ella si ripresenterà solo con l’assoluta certezza di una rielezione.
3) È ora chiaro che – se nei tre mesi che ci separano dal dicembre il sostegno a questa autentica calamità nazionale, anche a causa degli esiti elettorali (ma non solo), si incrinasse vistosamente – la sua posizione potrebbe diventare politicamente e psicologicamente insostenibile, provocando così la sua rinuncia.
4) Questa “soluzione” non sarà forse, agli occhi di alcuni, la più desiderabile ma in certi casi bisogna sapersi accontentare.
2) Con lei sparirebbe (vantaggio supplementare) quel suo partitucolo, che altro non è che finzione e indecoroso pretesto.
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