Abbiamo vissuto decenni in cui, sotto una conduzione liberale (PLR), il corpo docente della nostra scuola era maggioritariamente orientato a sinistra. Dal 2011 alla testa del DECS c’è un uomo di sinistra, per ideologia e per partito, il quale promuove la sua linea politica, nel caso specifico introducendo i concetti di una sessualità “liberata” (non so se si dica così, oppure “non repressiva”?) ad uso degli allievi di scuola media. 

Agustoni-xy

INTERROGAZIONE

Presentata da Maurizio Agustoni, a nome del Gruppo Parlamentare PPD+GG

Quale educazione sessuale nelle scuole medie?

Onorevole signor Presidente,
Onorevoli Consiglieri di Stato,

lo scorso 7 luglio 2015 il sottoscritto, per sé e a nome del Gruppo PPD+GG, ha presentato un’interrogazione dal titolo “Quale educazione sessuale nelle scuole medie?”; da uno scambio di corrispondenza pubblica apparsa sul Giornale del Popolo tra il Direttore Claudio Mésoniat e il Consigliere di Stato Manuele Bertoli era infatti emerso come fosse in corso di definizione un Manuale di educazione sessuale per le Scuole Medie (cfr. GdP, 24.06.2015). L’interrogazione è per ora rimasta senza risposta; per contro – a quanto ci risulta – la versione definitiva del Manuale di educazione sessuale è oramai in dirittura d’arrivo.

Il Manuale oltre a contenuti di carattere rigorosamente scientifico legate all’anatomia e alla fisiologia, tratta ampiamente diversi aspetti che riguardano perlopiù le scienze sociali, la psicologia e l’etica. Considerata la delicatezza del tema, ci si sarebbe aspettati che sugli aspetti legati alle convinzioni etiche lo Stato – come in altri campi – osservasse la più stretta neutralità ed evitasse di interferire con gli insegnamenti delle famiglie (il Manuale è destinato a ragazzi e ragazze di 13-14 anni).

Questo non sembra essere il caso, dato che – in diversi passaggi – il Manuale sembra veicolare una ben precisa visione della sessualità e di altri temi ad essa correlati. Secondo quanto ci risulta, un brano del Manuale è dedicato alle “istruzioni per l’uso” in occasione del primo rapporto sessuale completo, nel quale si sostiene che: “per entrare in sintonia con il desiderio e con il piacere sono assai importanti i preliminari: coccole, parole dolci, sguardi, carezze, baci e altre stimolazioni delle zone erogene. Se queste premesse sono rispettate, anche le paure passano in secondo piano e possono essere meglio gestite”.

In altri brani del Manuale, vengono sviluppati tutta una serie di consigli, dall’uso imperativo del preservativo (con annesse, dettagliate istruzioni per l’uso) alla raccomandazione di lasciare “fuori dalla nostra vita sessuale il mondo”, dato che “nessuno ci dice nessuno ci dice fino a dove bisogna spingersi per rendere piacevole un incontro: sta a noi sentire cosa ci fa stare bene”.

In un altro brando del Manuale si tesse un elogio della masturbazione, sostenendo che “la masturbazione, assume nell’età adolescenziale un’importante funzione di conoscenza del proprio corpo e delle sensazioni che da esso scaturiscono. Nella coppia tali conoscenze possono in seguito essere condivise e permettere una migliore sintonia sessuale (toccarsi a vicenda)”.

Il Manuale, per non lasciare dubbi sulla valutazione rispetto a questo tema, si rammarica del fatto che “secoli di repressione [definita in un altro punto come “scandalosa”] hanno però lasciato il segno e ancora oggi è molto difficile che si parli di masturbazione in termini positivi”.

Non meno “strana” è la parte dedicata alla pornografia, dato che – dopo aver ricordato che la messa a disposizione di materiale pornografico a minori di 16 anni è vietata dalla legge – si fa comunque presente che “la pornografia può essere ricercata a uso personale per procurarsi piacere, per la masturbazione o per semplice curiosità”, con l’unica avvertenza che “trattandosi però di un grande mercato che frutta miliardi di franchi, basato a volte sullo sfruttamento di persone, è importante essere consapevoli che visionando simili materiali, si contribuisce a sostenere questo commercio”.

Più inquietante è la parte dedicata a un’eventuale gravidanza dato che alla domanda del titolo “Incinta? Che fare?”, il Manuale (nel sottotitolo) risponde senza esitazione: “Interruzione volontaria della gravidanza”, lasciando ben poche prospettive – invece – alla decisione di mettere alla luce il bambino o la bambina che si porta in grembo. Non è un caso se tra gli indirizzi utili vengono citati i Centri di pianificazione famigliare, ma non le associazioni che si occupano di sostenere le giovani madri.

Ci fa per contro piacere constatare che dal Manuale sembra essere scomparso lo strambo passaggio (riportato anche sul GdP) secondo cui l’identità di genere sarebbe determinate “dalle influenze famigliari (p. es. il modo in cui veniamo educati, i giocattoli che vengono offerti ai bambini, le attribuzioni di senso che i genitori danno al sesso del bambino) e dagli influssi sociali, anche se sul tema della cosiddetta teoria del gender il Manuale appare quantomeno ambiguo.

Gli esempi sopra riportati sono la dimostrazione che il Manuale, senza alcuna legittima giustificazione, rischia di porsi in contrasto con l’insegnamento di diverse famiglie e con le convinzioni personali degli allievi stessi. In merito al ruolo educativo dei genitori va ricordato che secondo l’art. 301 cpv. 1 CC “i genitori, in considerazione del bene del figlio, ne dirigono le cure e l’educazione e, riservata la sua capacità, prendono le decisioni necessarie”.

Non si tratta solo di un diritto, ma di un dovere, che l’art. 302 cpv. 1 CC precisa nel senso che “i genitori devono educare il figlio secondo la loro condizione, promuovendone e proteggendone lo sviluppo fisico, intellettuale e morale”; fino al 16esimo anno del figlio i genitori hanno pure il dovere/diritto di disporre della sua educazione religiosa (art. 303 CC).

Oltretutto il Manuale, sugli aspetti etici e valoriali, non mette in confronto due o più tesi – ciò che potrebbe (molto) eventualmente essere giustificato dalla volontà di sviluppare un certo senso critico tra gli allievi – ma si limita a esporre un’unica opinione, che sostanzialmente è quella di incoraggiare i 13-14enni a sperimentare liberamente la propria sessualità, lasciando “fuori il mondo”.

Ora, quest’ultima opzione educativa – a condizione di non uscire dai binari del codice penale (rischio concreto, vista l’età delle persone in questione) – può essere lecita, ma sono altrettanto lecite altre impostazioni educative, che favoriscono un maggiore dialogo con i genitori, hanno un approccio meno entusiastico nei confronti dei rapporti sessuali in giovane età e, sul tema dell’aborto, hanno un’impostazione più favorevole alla tutela della vita nascente.

Insomma, su un tema così delicato occorre garantire il massimo rispetto per le scelte e le convinzioni personali: in materia di sessualità non c’è alcuna verità di Stato.

I contenuti del Manuale – se dovessero essere confermati quelli riportati nel testo dell’interrogazione – confermano l’attualità delle domande poste con la precedente interrogazione al Consiglio di Stato, che interroghiamo nuovamente come segue:

1. Qual è la tempistica di pubblicazione del Manuale di educazione sessuale?
2. I brani citati nella presente interrogazione saranno mantenuti anche nell’edizione del Manuale di educazione sessuale che sarà distribuito?
3. È stato valutato di presentare, sui soggetti che esulano dalle scienze naturali e che investono le convinzioni valoriali degli individui e delle loro famiglie (contraccezione, pornografia, gravidanza, ecc), diverse opzioni educative?
4. Il Consiglio di Stato potrebbe prendere in considerazione di offrire ad allievi e famiglie, in collaborazione con enti e associazioni qualificate, la possibilità di scegliere tra diverse opzioni didattiche – comunque da verificare e certificare dall’autorità scolastica – così da rispettare al meglio i principi educativi ritenuti più adeguati per lo sviluppo fisico, psichico e morale dei loro figli?

5. Qual è il costo dell’elaborazione e della stampa del Manuele di educazione sessuale?

A nome del Gruppo Parlamentare PPD+GG

Maurizio Agustoni