dal blog “Il Cuore del Mondo” di Marcello Foa (frammento)
“Mettetevi nei panni di un fotoreporter, che ha assistito con un misto di ammirazione e di invidia allo scopo della fotografa siriana che ritratto il piccolo Aylan sulla spiaggia di Bodrun. Un fotoreporter sa che uno scoop di quel tipo ti cambia la vita e sa che le redazioni sono molto sensibili a foto analoghe. Mentre fino a poche settimane fa quelle dei migranti faticavano a finire in pagina o in home page, ora vengono richieste insistentemente, soprattutto se riguardano bambini.
La foto del neonato che gattona è troppo innaturale. Osservatela con attenzione: intorno a sé non ha nessuno, non si vedono altri profughi, non si vede la folla. La qualità della foto, però, è eccellente. Il gioco delle luci e delle ombre perfetto. Il fotografo si sdraia per scattare la prima foto. Roba da professionisti. Tutto è nitido, perfetto, l’immagine ha pathos, intenerisce, ma, esaminandola razionalmente, appare inverosimile. E il sospetto che la scenografia sia stata ideata ad arte diventa perlomeno plausibile.”
Ho trovato queste nitide e accorte parole di Foa, un bravo ed esperto giornalista, e – nel mio spirito di kamikaze – ve le ripropongo. C’è gente che mi ha tolto il saluto ma io mi dico, tutto sommato sereno: certe volte bisogna essere disposti a pagare un piccolo prezzo.
NOTA. Della foto di Aylan Foa scrive: “era autentica: non c’è stata manipolazione e i tentativi di dimostrare il contrario si sono dimostrati fallaci”.