La magia di voler cambiare le cose attraverso le tradizioni

Expo 10 cPasseggiando per i viali di Expo, ultimamente il sovrannumero di visitatori non permette molte riflessioni filosofiche. Tutti in corsa, tutti a scoprire il vero significato della parola “coda” (ben 4 ore e mezza per entrare nel padiglione giapponese) che quasi ci si dimentica il perchè si una visita a ExpoMilano. Ma è davvero così?

Fino a qualche mese fa il motivo era chiaro e declinato per ciascun padiglione: cose da vedere, sentire toccare per nutrire il pianeta, energie per la vita. Ora che Expo volge alla fine, invece, in modo squisitamente leggero, chi si appresta ad una seconda o terza visita, lo fa decisamente volentieri nei padiglioni meno “blasonati” e si addentra in un luogo che fa decisamente la differenza perché non sono le “cose” ma confrontarsi con le “persone”: la società civile. Un piccolo miracolo dell’esposizione universale, quindi questo padiglione di Cascina Triulza. Una scommessa su cui molti non puntavano ed invece, eccola la differenza sin dai due ingressi, uno privilegiato sul decumano, l’altro sul lato dello scalo della navetta. Un luogo totalmente rinnovato ma che rimane anche nelle fattezze una cascina, un bene quindi storico, architettonico e ambientale tipico della regione che ospita Expo, della pianura di Lombardia. La Cascina Triulza rivive non solo quindi come una antica costruzione che di rurale ormai ha ben poco, ma ne conserva indubbiamente la struttura, ma per la quintessenza che rappresenta: il fattore umano.

Expo 10 aFattore umano che all’interno del Sito Espositivo, è rappresentato con molti incontri e dibattiti un po’ ovunque, è vero, ma dove in nessun altro posto è cosi vicino alla gente partendo dal basso. Se questa vocazione, a Milano, è declinata da anni anche da altre cascine (pensiamo al progetto Cascina Cuccagna), avere l’onore di poterlo dimostrare al mondo intero in una esposizione universale non è sicuramente cosa da poco. Perchè rappresenta molto bene un modo di vivere la città, tipicamente milanese, oramai, in modo internazionale. Riportare una città come Milano, alle sue origini contadine ed agricole, non è compito facile e forse neppure peculiare di Expo. Ma è in questa scelta che “nutrire il pianeta” acquista un senso umano e decisamente bello.

La cascina cosi, mostra una vera e propria vocazione, che proseguirà anche dopo Expo, almeno per qualche mese e che rimarrà però giusta eredità alla città di Milano per sempre. All’inizio questa scelta non fosse da tutti condivisa, frequentare la Cascina Triulza in Expo si può rivelare una bella esperienza. Molti infatti sono gli incontri in auditorium del terzo settore ma con l’ottica di qualcosa che nasce e parte dal basso, non è calato dall’alto ed in molti settori: arte, associazionismo, teatro, musica, cinema. Una bella iniziativa di Cascina per esempio è il progetto StartArtist. Facendo diventare Expo anche una grande opportunità “umana” al fine di sviluppare reti di energia per “cambiare le cose”, offre ai visitatori la possibilità di assistere a veri e propri spettacoli di teatro, danza in un luogo, expo appunto, dove si “guarda e passa” ma si sosta poco.

Expo 10 bGli spettacoli, in tutto 12, sono stati scelti tra i migliaia di creativi che hanno voluto mettersi in gioco e rappresentano l’asse tematico individuato dagli organizzatori del programma culturale. ovvero, citiamo: “consumo consapevole per una produzione e uno sviluppo di qualità; dar voce a chi non ha voce; esprimersi per esserci; protagonismo dei giovani; cittadini custodi dei beni comuni; vivere e convivere nelle comunità locali e globali; insieme per un mondo migliore” [op.cit.]. Questi assi tematici, riportano alla bella logica che sta dietro al progetto di Cascina Triulza: la magia di voler cambiare le cose attraverso la cultura. Ne è stato un bell’esempio, qualche sera fa, lo spettacolo MINIMACROMUNDI, spettacolo teatral musicale un evento tra quelli vincitore del bando StartArtist sul palco della così detta bolla e che intendeva facilitare la promozione e la prevenzione di atteggiamenti di indifferenza per la vita attraverso la musica, la danza, il teatro.Un invito quindi a sostare e riflettere, in un ambiente ricco di storia e sapori umani, come solo Expo però sa fare anche in mezzo alla folla di queste ultime settimane.

Cristina T. Chiochia