Ticinolive ha trattato con numerosi articoli a carattere contemporaneo e storico il grande tema dei rapporti diplomatici tra le due potenze mondiali Russia e USA.
Il 28 settembre resterà un giorno memorabile nella storia proprio perché i due capi delle maggiori potenze mondiali antagoniste, dopo mesi di tensione in cui si sono fronteggiati a colpi di vertici internazionali inerenti alla situazione Ucraina e periodi in cui si sono alternati eventi come sanzioni inflitte alla Russia per mano dell’Europa, richieste di armi pesanti fatte agli USA da parte del presidente ucraino, alla fine si sono trovati a tavolino per discutere su come intervenire per debellare l’Isis in una linea comune.
La nostra corrispondente Gianna Finardi ci presenta gli ultimi eventi attraverso una sua visione personale.
Sembrano remoti i tempi in cui sui tabloid di tutto il mondo si leggevano di continuo titoli come “Putin non rispetta gli accordi” o peggio ancora “Putin ha invaso la Crimea” oppure “Blindati russi in Ucraina”.
Guardando quei calici al vento, di quel famoso brindisi tra Obama e Putin avvenuto proprio il 28 settembre scorso, mi sono venute in mente molte cose ma soprattutto i morti in guerra durante i tafferugli in Ucraina. Mi domando se la questione ucraina potrà essere un ricordo e come la si potrà archiviare. Eppure l’aria non è limpida: i voli ucraini su Mosca sono interdetti e i voli russi ancora non possono fare alcun tipo di approdo sul territorio ucraino.
Sembra di essere su un set cinematografico, si spostano i riflettori e si gira un altro film dal titolo “adesso si combatte contro l’Isis” così che la questione Ucraina sembra già un vecchio tizzone in cenere. Eppure l’inverno sta per arrivare e arriverà il freddo a peggiorare le condizioni umane in alcune aree dell’Ucraina che versano in uno stato di miseria nera: case danneggiate, poche risorse energetiche, poco cibo, poco denaro e la fame tornerà a stringere le morse. Eppure non credo che si tratti di un tizzone smorzo, piuttosto quella famosa sigaretta spenta a metà. Stavolta, non appena si riaccenderà per questioni fisiologiche di “libera entropia” della politica del caos, l’ultimo tiro toccherà a Putin.
Se invece penso all’immagine del brindisi di Obama con Putin e mi domando se si tratti di una nuova alleanza, non posso che avere un guizzo, un lampo e convincermi subito che non si potranno mai alleare, si tratta solo di un’altra mossa strategica per fronteggiarsi.
Nessuno dimentica le busse e Putin è un essere paziente, ha incassato numerosi colpi, li ha saputi prendere con diplomazia intanto che covava nuove mosse vincenti. In questi anni a Putin di cose ne son successe, se pensiamo al crollo del Rublo, questioni economiche pesanti come le sanzioni e una serie di instabilità in aree limitrofe ai suoi confini. Certo, la Russia ha immensi territori ma è un braccio di ferro continuo, cui Putin instancabilmente risponde cercando innanzitutto di rimediare con la diplomazia.
Gli USA stanno perdendo terreno, le banche cinesi stanno venendo azioni americane, la loro borsa monetaria è sempre piu’ slegata da quella americana e non comprano piu’ i debiti degli americani; questo per gli USA è un gran punto dolente, fa vedere agli occhi degli USA tutto l’oriente come un potenziale nemico economico, una minaccia alla sua traballante esistenza finanziaria.
Alcuni esperti di politica internazionale stanno definendo la politica estera americana come “la politica del caos” e questa ipotesi trova un suo accoglimento non che conferma nella costante politica estera Russa. Spesso Putin agisce come se avesse la consapevolezza di una “cintura” Mediorientale di instabilità che si può disegnare con la matita prendendo una mappa della terra e collegando la zona Ucraina sino a quella dove dimora l’ISIS.
Di fatto la gli USA sono lontani geograficamente, ma la Russia ha l’Isis alle porte ed è normale che si interessi della questione. Putin è piu’ per un aiuto diretto allo stato siriano al fine di mantenere la legittimità del suo presidente, Assad, mentre Obama è piu’ contrario ad Assad. Bisogna tuttavia tener conto che i governanti di uno stato hanno comunque una forza di equilibrio, nel bene o nel male, e per capirlo basta pensare a tutte le problematiche insorte nel post Saddam o nel post Gheddafi. Ogni situazione ha i suoi pro e i suoi contro ma commettere azioni che scatenano un danno moltiplicatore non ha senso.
L’Isis è un problema che va risolto in ogni caso ma purtroppo non è il solo a far paura, non da meno sono le strumentalizzazioni e i giochi di potere per la supremazia mondiale che con l’occasione potrebbero scatenarsi a macchia d’olio.
I tempi sono cambiati, l’Europa non serve piu’ all’America come cuscino da interporre tra sé e la Russia. È giunto il tempo dei faccia a faccia tra Obama e Putin mentre gli USA vedono sempre piu’ l’oriente come un colosso economicamente in via di sviluppo, un rivale da destabilizzare con le astuzie della politica del caos.