“Meglio lo Stato nell’illegalità che la società civile nella generosità”
Il presidente di Area Liberale è (comprensibilmente) indignato. Noi, più che dalle “illegalità” commesse dallo “Stato” (ma teniamo presente che parliamo della decisione di una commissione parlamentare), siamo colpiti dall’entità del voto.
Lo Stato può essere tantissime e variegate cose: un burocrate seduto su una seggiola, un ministro, una coalizione interessata e maliziosa in Consiglio nazionale, una potentissima lobby. Tutto questo, in un certo senso, è Stato (anche se nei libri non sta scritto esattamente così).
Sul piano personale Morisoli porta anche il peso di una “disgrazia” specifica. Pur essendo egli Liberale (sul punto non sussistono dubbi) i Liberali (PLR) lo avverseranno sempre al 100% sino alla consumazione dei secoli.
I cittadini e le imprese devono rispettare le Leggi, se non lo fanno sono puniti, sanzionati e multati. Chi fa le leggi: Parlamento, e chi le fa applicare: Governo; invece no. Oggi ce stata un’altra dimostrazione di questo andazzo. I fatti, brevemente. Il 18 dicembre del 2013, in coda al dibattito Parlamentare per portare le liberalità dal 10 al 20% (cioè dedurre fiscalmente quando si danno soldi a enti di pubblica utilità), feci un emendamento per portare il limite al 50%, fu bocciato (a Basilea ad esempio possono dedurre il 100%).
Trasformai l’emendamento in Iniziativa parlamentare generica che chiedeva il 50% di deducibilità per gli enti di pubblica utilità pubblici e privati domiciliati in Ticino. “Modifica della Legge tributaria (innalzamento delle deduzioni massime per liberalità). Chi più dà meno paga”;
Ora la Commissione tributaria ha bocciato questa iniziativa, adesso andrà in Parlamento per il voto finale. Fin qui nulla di strano, succede, capita. Vi è però un però grande come una casa. La mia iniziativa è stata giudicata dalla Commissione illegale secondo la Legge di armonizzazione fiscale federale perché prevede che i beneficiari delle liberalità siano solo gli enti domiciliati in Ticino, quindi trattasi di una discriminazione tra enti “ticinesi” e enti domiciliati in altri Cantoni. Non si può introdurre nel diritto cantonale una norma illegale per il diritto federale. Fin qui ci siamo, da iniziativista mi dispiace, ma posso capire. La Legge va rispettata.
Senonché. La stessa Commissione Tributaria ha oggi approvato in parallelo un Messaggio del Governo dell’11 febbraio 2015, “Progetto di modifica della Legge tributaria del 21 giugno 1994: innalzamento delle deduzioni massime per liberalità a favore del Cantone, dei Comuni e di loro stabilimenti”, proposto dal DFE di Laura Sadis. Capita spesso che di fronte ad una Iniziativa generica, in questo caso la mia del dicembre 2013, il Governo proponga un Messaggio di controprogetto. La genericità di una Iniziativa è data apposta per permettere a chi la propone, alla Commissione, al Parlamento e al Governo di elaborare nel corso dei lavori, delle migliorie o delle alternative. Fin qui tutto corretto, ma il bello viene adesso.
La Commissione oggi ha respinto la mia Iniziativa perché sarebbe illegale, ma accetta all’unanimità salvo due (Pamini, La destra e Frapolli, Lega) la proposta del Governo che è 4 volte più illegale della mia. Il Governo e la Commissione vogliono permettere la deduzione fiscale fino al 50% se e solo se le liberalità sono date agli enti statali ticinesi! Per il diritto federale la mia Iniziativa è illegale perché discriminava enti ticinesi e enti di altri Cantoni, ok. La proposta del Governo crea 4 discriminazioni che la Legge federale non può tollerare: 1) tra enti privati e enti statali di pubblica utilità; 2) tra contribuenti che a seconda a chi daranno potranno dedurre il 20 % o il 50% dalle loro imposte; 3) tra enti statali ticinesi e enti statali di altri Cantoni; 4) il concetto di certezza del diritto tributario quanto a parità di trattamento. Quindi riassumendo: pur di dire di no ad una mia iniziativa che conteneva l’unico errore di fare una selettività territoriale dei beneficiari; Governo e Commissione tributaria preferiscono ferire 4 volte il diritto federale e inventarsi una soluzione assurda. Cosa succede in pratica? La mia iniziativa è morta e sepolta perché “fallata”; quella del Governo che è 4 volte peggio andrà in parlamento con l’appoggio di tutti i PPD, i PLR, i Socialisti.
Cosa significa in pratica se dovesse passare? Se Marco Bazzi vuol dare il 50% del suo reddito imponibile a un ente di pubblica utilità privato (tipo OTAF, Lega contro il cancro, fondazione Diamante, antenna Icaro, Cardio centro, ecc…) potrà dedurre dalle sue imposte solo il 20%; se invece vuole dare il 50% a un ente dello Stato potrà dedurlo tutto. L’effetto sarà che gli enti statali saranno ancora più ricchi mentre quelli privati faranno ancora più fatica a campare. Sarà che chi ha molti soldi invece di fare mecenatismo privato se li terrà e si farà tassare altrove, perché allo Stato dà già abbastanza. In questo modo si annienta una possibilità concreta ed effettiva di attirare capitali e finanziamenti per opere di pubblica utilità non statale nella ricerca, nella cultura, nell’educazione e nel sociale che altrimenti non atterrano mai in Ticino.
Ancora una volta oltre ad agire nell’illegalità, lo Stato vuol fare ingordigia di denari per sé trattando in modo crassamente arbitrario altri enti che fanno cose eccellenti e in campi dove lo Stato non potrà mai eccellere. Ci sarà certamente un ricorso nel caso il Parlamento decidesse per questa via statalista e illegale.
L’amarezza è quella di costatare che per dire di no ad una iniziativa generica liberale e attrattiva per tutti indistintamente (enti e contribuenti), la Commissione preferisce creare disparità, ingiustizia e illegalità; ma soprattutto ha deciso di ammazzare un modo moderno di finanziamento pubblico- privato che sta facendo grandi in mezzo mondo le università, i centri culturali, i centri di ricerca, i centri di cura e i luoghi di accoglienza per i meno fortunati.
Questo è un Ticino che guarda indietro, che rimane alla ripicca partitica, all’ottusità statalista, alla diffidenza per ciò che la società civile produce e propone da sola. Si trattano i contribuenti come incapaci di scegliere e da mettere sotto tutela quando si tratta di far del bene e di essere generosi.
La mia Iniziativa avrebbe fatto perdere pochissimi introiti fiscali, lo confermano i calcoli di Commissione e fisco, ma avrebbe portato moltissimi soldi in più agli enti, facendo magari risparmiare parecchi sussidi al Cantone. Con i paraocchi si è voluto comunque bocciarla.
Questo è il disastro di questo Paese: non saper cambiare ritmo e schema di fare politica, di far entrare proposte nuove, di provare a cambiare. No, meglio lo Stato nell’illegalità che la società civile nella generosità. Oggi per voce dei commissari della tributaria lo Stato ha detto: se vuoi dare dallo pure, ma solo se lo dai a me! Perché gli enti statali si e gli altri che pure sono riconosciuti dal fisco come enti che svolgono pubblica utilità, no? I partiti di centro, i liberali e ppd in particolare, ce lo spiegheranno perché hanno paura degli enti non statali e dei contribuenti generosi. Perché hanno paura che il cittadino decida liberamente chi aiutare di più.
Vedremo, la faccenda arriverà in Parlamento fra un mese. C’è tempo affinché gli enti e i contribuenti che si sentono ingiustamente discriminati possono ancora far sentire la loro voce e influenzare la decisione.
L’alternativa c’è: Pamini, La Destra, e Frapolli, Lega, hanno steso un rapporto di minoranza perfettamente legale, correggendo il mio errore, che dà il 50% a tutti indistintamente. Anche questo sarà votato il mese prossimo.
Sergio Morisoli, presidente e deputato di Arealiberale