La tematica merita una considerazione approfondita poiché si stima che circa il 50% degli italiani faccia uso di cibi scaduti.
Tale valutazione attendibile è stata rilasciata dalla Coldiretti sulla base dei dati Eurobarometro del settembre 2015. Sempre secondo la Coldiretti, il 70% degli italiani, consumerebbe la pasta scaduta, pochi leggono le etichette e sanno distinguere la differenza tra le diciture “consumare entro il” o “consumare preferibilmente entro il” perché pare che soltanto una esigua percentuale di italiani sappia il significato delle etichette. Inoltre l’8% del cibo acquistato finisce nei rifiuti indipendentemente dallo stato di deperimento o meno.
Ma quanto è pericoloso mangiare cibi scaduti?
Dipende da che alimento si tratta e da come i batteri proliferano in esso. La pasta e il riso sono secchi, si deteriorano meno facilmente e la data di scadenza è un termine consigliato. Per quanto riguarda invece cibi liquidi come latte, yogurt, mozzarelle oppure carne e pesce, qui bisogna stare molto attenti e rispettare le date con precisione pena l’incorrere in pericoli per la salute.
Ma perchè gli italiani non hanno cura di scadenze ed etichette? Siamo davvero sicuri che ci sia una cultura del benessere, del sano e del genuino?
A risponderci è la biologa Gianna Finardi che ha già affrontato il tema del rischio alimentare e dei cibi sostenibili.
<< Anche se si fa una gran pubblicità allo stare in forma e al “benessere”, questo termine è inflazionato e utilizzato anche a sproposito. Secondo me non c’è abbastanza la cultura della prevenzione e non c’è sufficiente attenzione quando si fa la spesa. Fare la spesa non è un semplice riempire il carrello da eseguire nel minor tempo possibile e in base a ciò che ci attira maggiormente a prima vista.
Fare la spesa significa prendersi cura di noi, della nostra famiglia, dei nostri figli, ed è da equipararsi a un buon investimento finanziario: “investo il mio denaro in qualcosa che mi dà salute, che mi piace e mi fa sentire bene”. C’è il famoso detto : “l’importante è avere la salute” ma teniamo a mente che il benessere fisico non si coltiva solo correndo per dimagrire o facendo lunghe ed estenuanti esercitazioni in palestra perchè tutto questo serve davvero a poco se non si scelgono i cibi secondo il loro contenuto, se non ci si sofferma sugli ingredienti, sui conservanti, sulle date di scadenza, sulla provenienza, la genuinità di cio’ che mettiamo nel carrello e poi nel piatto.
Il segnale registrato da Coldiretti non è certo un segno di una popolazione che ha la sensibilità e la responsabilità del “mangiar sano”, sul concetto di igiene alimentare o sulla prevenzione in senso lato. Ma se i consumatori non controllano le date dei cibi figuriamoci se controllano qualcosa di piu’ complesso come le date dei farmaci o si interessano ai bugiardini di medicinali e integratori alimentari.
Informarsi su questi argomenti dovrebbe essere un dovere perchè l’atto dell’acquistare è qualcosa che non condiziona solo noi stessi: scegliere di acquistare è come votare e i prodotti acquistati restano sui mercati mentre quelli non gettonati spariscono; per questo sarebbe bene selezionare secondo coscienza>>.
Gianna ci Consiglia 7 semplici regole per non sprecare e risparmiare:
– comprare con criterio
– cucinare con attenzione
– mangiare meno grano e carne
– acquistare dai produttori locali
– utilizzare quanto basta
– consumare gli avanzi
-controllare la scadenza
Se riusciamo ad applicare questi consigli in breve otterremo risultati notevoli, come il risparmio di denaro e una dieta migliore.