E, a sorpresa, sul ballottaggio: “La rielezione di Lombardi non è scontata”

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Jack furbetto 220Duro, quasi spietato, contro il professor Rico Maggi; molto prudente e sfumato sul ballottaggio al Consiglio degli Stati, con enormi attestazioni di stima verso Filippo Lombardi, oggi più che mai l’idolo del PPD.

Interessante la sua affermazione: “Il PPD non ha fatto nessun ticket”. Ma Pedrazzini l’ha fatto, esprimendo dunque (pensiamo) una sua posizione personale. Dadò si stupisce della dichiarazione di Malacrida in favore di Abate. Io invece mi stupisco del suo stupore. Così ognuno dei due ha qualcosa di cui stupirsi e s’instaura un certo equilibrio. La situazione è oggi ben diversa da quella del 2011. Allora i socialisti correndo in soccorso di Abate (presumibilmente minacciato dall’ “indigesto” Morisoli) fecero perdere il dottor Cavalli. Nel 2015 non possono far perdere Malacrida, che ha già perso.

È un ballottaggio molto teso ed emozionante (ma imbattibile resta quello del 1991, veramente selvaggio, un mito). Peccato che sia quasi finito, non si potrebbero aggiungere due o tre settimane?

Eccovi dunque l’on. Fiorenzo Dadò, capogruppo PPD in Gran Consiglio, intervistato – su due temi distinti – da Francesco De Maria.

Dadò 2a
Lo studio dell’IRE
Francesco De Maria   Lei si è spinto sino ad auspicare le dimissioni del professor Rico Maggi, altri (Caverzasio) hanno chiesto a gran voce la chiusura dell’IRE, Istituto Ricerche Economiche. La sua non è una reazione esagerata, in un clima di esasperazione?

Fiorenzo Dadò   No. L’IRE, ma ancor prima l’USI, sono istituti di gran valore, sui quali investiamo molto e il Ticino, oggi ancor più di ieri, ne ha bisogno come il pane. Però in questo momento abbiamo un problema di immagine e credibilità, legato a una persona. L’atteggiamento avuto dal prof. Rico Maggi nei confronti delle Istituzioni (e non è la prima volta) ha incrinato il rapporto di fiducia e scalfito l’immagine di questa Istituzione, agli occhi dei ticinesi e del resto della Svizzera. È urgente intervenire, per il bene dell’Università stessa e di tutti quanti ci lavorano.

Questa complessa vicenda, ora esplosa in una specie di scandalo, coinvolge la SECO, l’IRE e la Presidenza del Gran Consiglio. Ce la può riassumere, nei tratti essenziali?

FD   Nel novembre del 2013 la SECO aveva stilato un rapporto sul lavoro all’indirizzo del Consiglio Federale che dipingeva rose e fiori in Ticino. Come Ufficio presidenziale del Gran Consiglio ci siamo permessi di chiedere un approfondimento, preoccupati per il mercato del lavoro in deterioramento, che è sotto gli occhi di tutti. Poi la SECO, in accordo con l’allora direttrice del DFE, ha dato mandato all’IRE, attribuendogli tre punti di indagine ben precisi. Di questi tre punti, due sono stati ignorati, all’altro si è risposto nella misura del 75%. Questo, ci sembra, basta e avanza per non ritenere completo e accettabile questo studio.

Che cosa c’è di inaccettabile a) nel metodo b) nei risultati dello studio dell’IRE ?

FD   Sui risultati non entro nel merito. Non sono un accademico. Mi sembra però che l’economia non sia una scienza esatta; da uno studio all’altro si possono ottenere addirittura risultati contrapposti, a dipendenza di molteplici fattori. Inoltre, per quanto riguarda la scientificità si è espresso in modo chiaro il professor Fabio Losa durante il dibattito accademico di giovedì. In quell’occasione Losa ha illustrato punto per punto, con estrema lucidità, le pecche e i limiti, ponendo domande precise alle quali Maggi non ha saputo controbattere e rispondere, se non con frasi sconclusionate o cercando di ridicolizzare la SUPSI davanti ai numerosi presenti. È, appunto, questo atteggiamento di arroganza nei confronti di un po’ tutti quelli che hanno sollevato qualche perplessità che lascia basiti e che non può essere accettato. Non siamo in un regime stalinista, da noi il diritto di critica (ancor più se in ambito accademico come ha fatto co serietà e competenza il prof Losa) è ancora un pilastro della democrazia liberale, che va difeso dai tentativi di censura. Da un professore ancorché Decano di Università ci si attende un atteggiamento super partes, aperto e disponibile, oltre che maggior decoro e soprattutto rispetto nei confronti degli altri.

Chi ha commissionato lo studio? Chi l’ha finanziato?

FD   Lo studio, costato 50 mila franchi, è stato commissionato tramite mandato diretto all’IRE dalla SECO ed è stato pagato per metà dal DFE e metà dalla SECO stessa. Il Gran Consiglio non ha commissionato nulla, ma si è limitato a chiedere alla SECO un approfondimento, durante un incontro.

Lo studio può concretamente danneggiare (a Berna) il Ticino, o si tratta “solo” di una questione accademica?

FD   Il can can che ne è scaturito grazie all’atteggiamento irrispettoso e arrogante di Maggi, danneggia certamente il Ticino, l’Istituto accademico e la nostra forza contrattuale con Berna, oltre che i rapporti istituzionali e personali. In quale misura si vedrà. Tuttavia, mi sa dire con quale credibilità l’on Vitta, che sta lavorando seriamente, potrà portare delle soluzioni, se a supporto scientifico delle stesse utilizzerà gli studi che fanno capo ad un Istituto la cui autorevolezza oggi è compromessa? Secondo lei, quale sarà la forza contrattuale dei nostri deputati a Berna, quando cercheranno di convincere i loro colleghi e la SECO sulla necessità di clausole speciali per il mercato del lavoro ticinese? Il danno è fatto e ora bisogna cercare di porvi rimedio in fretta.

Qual è, a sua conoscenza, la posizione della SECO sulla distorsione del mercato del lavoro nel Ticino?

FD    Alla SECO (ma non solo) fanno comodo le conclusioni dello studio dell’IRE, che non fa altro che confermare la loro posizione (che ricordo è all’origine delle richieste di approfondimento che poi hanno portato a questo studio) secondo cui il Ticino non ha problemi.

I risultati dello studio dell’IRE corroborano – almeno nelle linee fondamentali – tale posizione?

FD   Certo.

Scopo dello studio poteva essere dimostrare che i “populisti” ingannano e aizzano il popolo (con false credenze e “storielle” sul lavoro) per fare incetta di voti?

FD   Non lo so. Non mi spingerei fin lì anche perché semmai hanno ottenuto proprio l’effetto contrario. A noi interessa che si analizzi il fenomeno in modo imparziale, completo e con la dovuta serietà.

“Think positive” dicono gli anglosassoni. Un grosso guaio è stato fatto. Come si può rimediare? Faccia la sua proposta.

FD   Il danno di fiducia e di autorevolezza è stato fatto, ed è più profondo di quanto probabilmente ci immaginiamo. Come Ufficio Presidenziale scriveremo a giorni alla SECO, poi si vedrà la reazione. Per il bene dell’Università e del Ticino, ci si augura che alla guida dell’IRE arrivi al più presto una persona credibile, autorevole e che abbia a cuore il dialogo democratico nel Paese.

Il ballottaggio
Tutti affermano, è una specie di ritornello, che l’elezione dell’on. Lombardi (o SuperPippo come io lo chiamo) è “blindata”? Lo è? Il PPD dorme tra due guanciali?

FD   No. In un’elezione non si è mai certi e tantomeno lo si è in questa. Filippo gode certamente di un buon appoggio, grazie alla qualità del lavoro che ha fatto per il Ticino e per le sue doti di mediatore che gli riconoscono in molti. Ma è un errore credere che la sua rielezione sia scontata, perché di fatto non lo è.

L’ex consigliere di Stato Pedrazzini ha manifestato il suo “ticket”: Lombardi-Abate. Si tratta di un’opinione largamente condivisa nel partito? C’è spazio per altre posizioni, nettamente diverse, o più sfumate?

FD   Questo va chiesto a Pedrazzini. Il PPD non ha fatto nessun ticket.

Qual è la sua posizione personale? A) Nessun ticket (Lombardi) B) Ticket Abate C) Ticket Ghiggia D) Altro.

FD   Filippo Lombardi, in questo momento, è senza dubbio, al di là di ogni considerazione partitica, il politico ticinese più influente a Berna. Se il Ticino e i ticinesi hanno davvero a cuore il proprio destino e vogliono cercare di risolvere i problemi, sarebbe saggio che lo sostengano con convinzione, in modo compatto. Qui a furia di parlare di ticket, non si vorrebbe che a restare a casa sia proprio lui che, come detto, oggi rappresenta la maggior forza che abbiamo a Berna per cercare di risolvere tutti i problemi che ha il Cantone.

Ha letto l’intervista che mi ha concesso Mimi Lepori Bonetti? (non mi dica di no perché mi offendo!) Che cosa ne pensa?

FD   L’ho letta. È un’intervista interessante.

Qual è, a suo personale giudizio, il meglio della linea politica di Abate?

FD   Abate è un buon politico, sorprende questo ticket annunciato dai socialisti, dal quale non mi sembra si sia distanziato. [NdR: per chiarire la situazione: l’onorevole Dadò È sorpreso, il professor De Maria NON è sorpreso]

Qual è, a suo personale giudizio, il meglio della linea politica di Ghiggia?

FD   Ghiggia in questa campagna è molto attivo e visibile ma lo conosco troppo poco per potermi esprimere con un minimo di cognizione.

Eros Mellini scrive oggi: “La fine di un incubo”. Io, con molti altri amici, ho scritto le mie. Quella della Destra è “un’esultanza indecente” (per la caduta di Widmer Schlumpf) ?

FD   A me non ha convinto in diverse occasioni e la sua presenza in Consiglio Federale non ha fatto del bene, ma è illusorio credere che senza di lei tutto filerà liscio come l’olio. Non si dimentichi che la signora Schlumpf era, fino al giorno prima della sua elezione in Consiglio Federale, una consigliera di Stato UDC, osannata anche dal suo partito per le sue doti politiche. Capisco l’esultanza, esulteremmo anche noi se un nemico uscisse di scena, ma adesso che il problema è risolto, si guardi avanti e si proponga qualcuno di capace.

Questo clima “di giustizia e speranza”, potrà giovare a Battista Ghiggia, e quanto?

FD   Qualcosa gioverà. Quanto non lo so.

Per finire (le notizie si susseguono a ritmo incalzante). Norman Gobbi è balzato in prima pagina. Non mi dica… che arriverà sotto la Cupola!

FD   L’UDC e la Lega giocano le loro carte e se Norman entrerà per davvero nel vivo della competizione il Ticino lo dovrà sostenere compatto, mettendo in gioco tutte le carte che ha. Ma ricordiamoci che senza Filippo Lombardi rieletto a Berna, con l’influenza che ha tra i colleghi di tutti partiti e il fondamentale ruolo che riveste come capogruppo, le speranze per un ticinese in Consiglio Federale si ridurranno a poco più di zero. Adesso con Norman, ma anche dopo, con qualcun d’altro.

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