MorisoliQuesto famoso articolo, del 5 aprile 2011, dev’essere uno dei preferiti di Sergio Morisoli. Lo ha conservato. Oggi me lo segnala e me lo manda. Io lo pubblico, perché è un articolo importante e interessante, e – anche se vecchio di 4 anni e mezzo – conserva una notevole dose di attualità.

Jack furbetto 220La frase più celebre del pezzo è quella conclusiva: “Due leghisti sarebbero comunque meno peggio di due liberali di cui uno fosse Morisoli e allontanerebbe il pericolo di una separazione in casa liberale, ardentemente desiderata da decenni dal Ppd”.

Si potrebbe replicare a Salvioni dapprima con una domanda: “Ma perché vuoi che questo triste e forzoso matrimonio continui?” (secondo me uno dei “coniugi” non c’è nemmeno più).

Poi si potrebbe aggiungere: “Guarda che Morisoli è un LIBERALE, uno di quelli che non scendono a patti con i socialisti”. Che poi nell’articolo l’ex “senatore” si permetta di chiamarlo “valletto” sembra più che altro uno sfogo scioccamente offensivo.

Quanto all’ardente auspicio “Meglio due leghisti in Governo!” … non resta che concludere: ex “senatore” sei stato accontentato. Dio ha esaudito la tua preghiera.

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Due leghisti in Governo, oppure Sadis e Morisoli per il Plrt? Sono questi gli interrogativi che hanno animato i dibattiti e i commenti relativi alle prossime elezioni, anche se le competizioni interne tra i candidati dei rimanenti partiti hanno la loro importanza per la futura politica cantonale. Premetto che, a mio parere, i consiglieri di Stato Sadis e Borradori saranno rieletti: la prima perché in questi dibattiti ha mostrato quello che, per modestia e serietà, non aveva voluto palesare prima (e questo, politicamente, è un errore) : ossia l’importanza dell’esame approfondito dei temi prima di decidere, la ponderazione degli interessi in gioco, il rispetto delle leggi e delle opinioni altrui.

Il secondo perché, grazie ad una visibilità acquisita durante oramai tre legislature, con un’accorta politica mediatica è riuscito a diventare il “beniamino” dell’elettorato ticinese. Non penso (e non spero) che la Lega riuscirà a ottenere il secondo seggio in Governo a scapito di un candidato del Plrt: questa mia convinzione si fonda su diverse considerazioni. Sinora la Lega, seguendo il suo presidente a vita Bignasca, ha soprattutto giocato di rimessa, con atteggiamenti un po’ goliardici e un po’ populisti, a volte anche simpatici, cercando di distruggere le proposte o le decisioni degli altri partiti indipendentemente dal loro contenuto e offendendo in modo volgare i loro autori a livello cantonale e federale: la Lega ha però sempre ignorato e nascosto il fallimento clamoroso di sue iniziative sostenute a tambur battente che sono costate milioni di franchi al Paese. Basti ricordare l’avventura (durata parecchi anni) della Thermoselect sostenuta da Bignasca e Maspoli (per ragioni rimaste inesplorate, ma note), costata al Paese alcuni milioni e che, se proseguita avrebbe causato perdite di centinaia di milioni, come è successo alla società tedesca Badenwerke (in seguito EnergieBaden) e alla città di Karlsruhe. Per fortuna, davanti all’evidenza, Borradori si è smarcato dal suo presidente, accodandosi alla maggioranza del Governo con la decisione di abbandonare il progetto nonostante l’opposizione di Marina Masoni. Oppure le proposte di elargire milioni ad anziani e a persone in difficoltà dimenticando l’abusiva appropriazione degli oneri sociali da parte di Bignasca nelle sue ditte (per le quali è stato condannato penalmente). Oggi ad esempio propone sgravi (sempre graditi ai contribuenti) per 350 milioni di franchi, che causerebbero un buco nelle finanze cantonali, cioè al patrimonio di tutti i cittadini e che occorrerà pur colmare in futuro: la proposta è stata fatta propria da altri irresponsabili.

Penso che il cittadino ticinese di regola valuta con attenzione la scelta di chi dovrà governare nel prossimo quadriennio: un conto è l’euforia preelettorale e un altro conto sono i fatti e i problemi che dovranno risolvere gli eletti. I fatti e i problemi non cambiano, cambiano solo coloro che li devono risolvere. Due leghisti in Governo dovrebbero cambiare completamente il comportamento seguito sin qui dal loro partito, rimboccarsi le maniche e affrontare i problemi con serietà; d’altro canto il loro settimanale dovrebbe cominciare a lodare l’attività governativa, facendo violenza alla natura di Bignasca e togliendo al settimanale l’interesse un po’ sadico dei lettori (che vogliono vedere insulti a destra e a manca).

Credo che lo stesso Bignasca non sia entusiasta all’idea di avere due rappresentanti in Governo e tantomeno di essere uno dei due, tant’è che cercherà di imitare quanto successo in Italia con partiti “di lotta e di governo”. Ci stiamo preparando in questo caso a un bel casino.

Diverso il caso di un Plrt che mantiene due rappresentanti, ma uno di questi fosse il candidato Morisoli : se devo giudicare dalle esternazioni scritte e verbali del “cuculo” Morisoli (caratterizzati da una notevole alterigia e supponenza) avremmo una rappresentanza del partito che sui temi più importanti avrebbe posizioni inconciliabili : Sadis si muove nell’alveo della tradizione storica del Plrt: libertà con controllo per l’attività privata e servizi essenziali e vitali ancora di competenza cantonale (energia, scuola, giustizia, polizia ecc.) nelle mani dell’ente pubblico, che ha contribuito non poco a modellare il Ticino attuale.

Morisoli per contro propone il principio della sussidiarietà, ossia libertà per i privati con intervento statale solo quando il privato non ce la fa o esagera.In altre parole l’ente pubblico è chiamato a intervenire (e pagare senza possibilità di controllo) per completare o sostituire l’azione privata : una bazza per gli amici.

Ma, a parte il suo indirizzo politico, certe dichiarazioni di Morisoli (“io voto per me e per Borradori” ad es.) e di Idea liberale (ex “Rosa dei venti” dal nome della notoria organizzazione neofascista) non avrebbero dovuto trovare una presa di distanza della dirigenza del Plrt? Il presidente del Plrt dove si è nascosto?

Durante tre legislature Morisoli è stato il valletto ubbidiente e il coordinatore generale della consigliera di Stato Marina Masoni che, tra l’altro, ha dovuto essere sostituita al Dipartimento finanze per risanare il caos che aveva instaurato, per non parlare di una serie di investimenti disastrosi per favorire amici (impianti di risalita, azienda elettrica cantonale ecc.); ora il partito di maggioranza lo premia proponendolo come candidato.

È stata una decisione incomprensibile, irresponsabile, foriera di gravi conseguenze per il partito di maggioranza relativa e per il Paese. È molto probabile che molti liberali ‘storici’ (e non necessariamente ‘radicali’) non si sentano più rappresentati in Governo da un personaggio che proviene da altri lidi e con il quale manca quel minimo di convinzioni comuni, necessarie a rappresentare tutto un partito, nel quale è vero che la diversità di opinioni è sempre stata il sale, ma le convinzioni profonde sul tema della laicità, dell’indipendenza da ideologie e organizzazioni esterne ha sempre costituito il legame indissolubile.

È certo che la collaborazione con Laura Sadis sarebbe difficile e in molti casi impossibile, preludendo a un periodo di ingovernabilità a danno del Paese. Certo non è nemmeno nell’interesse degli altri partiti di creare condizioni politiche simili. Pur sperando che il Plrt ritrovi la sua anima profonda ed elegga Laura Sadis assieme ad uno dei tre candidati che le sono stati associati (Vitta, Garzoli e Quadranti), secondo la mia opinione due leghisti sarebbero comunque meno peggio di due liberali di cui uno fosse Morisoli e allontanerebbe il pericolo di una separazione in casa liberale, ardentemente desiderata da decenni dal Ppd.

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Avevo dichiarato, dopo aver preso conoscenza della lista Plrt per il Consiglio di Stato, che sarebbe stata la prima volta in 65 anni, che non avrei votato liberale; vista la situazione mi vedo costretto a smentirmi e voterò ancora la lista Plrt con le dovute cautele, per non sentirmi corresponsabile di aver creato una situazione di ingovernabilità per il Paese.

Sergio Salvioni