In risposta al pensiero del giorno del Presidente del Consiglio (sul diritto all’autodifesa del cittadino aggredito) presento quale secondo pensiero del giorno questo bel post, che mi manda dall’Italia l’amico Marco de Stefanis.

west pistolaCaro Francesco, non è una moda e neppure il Far West. Tu vivi in uno Stato dove le cose funzionano. Dove le forze di polizia sono presenti e attente, dotate di mezzi idonei. In Italia questo, purtroppo, no.

I cittadini devolvono allo stato la tutela dei propri diritti naturali: la vita, l’incolumità, la proprietà. Non è incondizionata questa devoluzione; se lo Stato è inadempiente, la persona ha il diritto di riprendersi tali diritti. È un principio liberale: non più limiti imposti dallo Stato all’individuo, ma quelli imposti dal cittadino allo Stato.

“Fin dove l’aggredito può reagire?” vs “Fin dove lo Stato può sanzionare?”: che diritto ha lo Stato di punire la reazione a un crimine che Lui, Stato, non è riuscito a impedire?

Se lo Stato ha il dovere di impedire i furti, le rapine e le violazioni di domicilio, è lui Stato a dover dimostrare di aver mantenuto i patti, o almeno di averci tentato, prima di punire chi si è difeso da un’aggressione ingiusta.

Ognuno di noi, nella sua cerchia di famigliari e amici, è stato offeso da un atto criminale: le denunce sono solo burocrazia, i pochissimi arrestati dopo una settimana sono di nuovo pronti a delinquere. Ho preso spunto da un grande magistrato: Carlo Nordio.

Un abbraccio, Marco