Pejman yQuesto “tormentone” della candidatura di Norman Gobbi – al di là di un possibile esito positivo, che rimane altamente aleatorio – muove le acque e genera trambusto politico. Interessante!

I giovani pipidini la loro sparata, in verità, potevano risparmiarsela. Alla lettura ha un sapore acido e abbastanza meschino. Se qualcuno gliel’ha suggerita, beh, è stato poco saggio. Oltre tutto, ha un valore per così dire “accademico”. Gli aventi diritto, dai quali Gobbi dipende per la vita e per la morte, sono 246. I ticinesi 10.

Continuo a credere che i voti (cantonali) sicuri per Norman siano tre. Se saranno di più, tanto meglio. Soldati dice 5 ma lui è largo di manica.

Il “miracolo” potrebbe verificarsi se (cumulativamente):  1) l’Assemblea rispettasse il “tricket”, il trio stilato dall’UDC 2) si instaurasse un meccanismo di esclusione: non Aeschi, questo blocherino giovane giovane; non Parmelin.

Veniamo al punto. Oreste Pejman lascia il PPD. Ascoltiamo ciò che ha da dirci.

PS. Per non dare l’impressione di essere troppo favorevole a Gobbi pubblicherò tra poco (con il permesso dell’autore) un articolo “tremendo” di Filippo Contarini, che fa a pezzi il presidente del nostro Consiglio di Stato. (So già che Norman non se la prenderà con me, è uomo di spirito).

Pejman Brunnerda Facebook   Sono entrato in politica a 18 anni con grande voglia di fare e di interessarmi ai bisogni dei cittadini. Mi ricordo che la prima cosa che feci fo iu riaprire un campo da calcio a Lugano, chiamando quasi ogni giorno in Municipio per convincerli a lasciare giocare i ragazzi.

Mi sono sempre definito un buon conservatore e non ho mai avuto paura di esprimere le mie idee. Se hai paura di esprimere le tue idee non fai politica. Ho sempre pensato che l’interesse del partito venisse sempre dopo l’interesse dei cittadini. Per questo sono sempre stato aperto alle proposte di tutte le aree politiche, senza pregiudizi, e ho sostenuto più volte, pubblicamente e senza paura, proposte di altri partiti, anche se magari il PPD si opponeva a queste ultime. Ho sempre pensato che un’idea, se buona, vada sostenuta senza guardare chi la propone, senza fare la guerra di ideologia e di pregiudizi tra partiti.

Dicendo chiaramente ciò che pensavo ho avuto un grande sostegno da parte di tante persone, ma allo stesso tempo sono stato attaccato da alcuni. Preferisco però dire chiaramente le mie posizioni piuttosto che dire tutto e niente, con le tipiche frasi senza senso, per piacere a tutti. Se non vuoi prendere posizione non fai politica.

Pejman Gobbi
La mia indipendenza e la mia attitudine di prendere posizione anche contro le direttive del partito mi hanno fatto avere alcune critiche all’interno del PPD. Molti mi incoraggiavano a continuare ma altri cercavano di escludermi. Poi lentamente ho notato che Generazione Giovani, con il nuovo presidente, si è spostata verso sinistra. Le mie idee erano sempre più idee incompatibili su alcuni temi importanti, e mi sentivo spesso distante dal movimento.

Oggi Generazione Giovani ha scelto di schierarsi contro la candidatura di Gobbi. La scelta sembra puramente strategica dal punto di vista politico e lontana dall’interesse dei Ticinesi. Infatti i Ticinesi aspettano quasi da due decenni di avere un rappresentante in Governo. Gobbi ora rappresenta quindi una grande occasione da cogliere per il Ticino. In più è una figura adatta a rappresentare il Ticino, dato che è l’attuale Presidente del Ticino, è sostenuto dal Governo e dal Parlamento ticinese, ed è stato insieme a Zali il candidato più votato. Insomma Gobbi merita obiettivamente sostegno.

Vedere dei giovani, che preferiscono seguire logiche di partito, ideologia chiusa e rancore politico, mi fa pensare di non essere nel posto giusto. I giovani devono essere aperti anche alle persone degli altri partiti, dialogare con tutti e promuovere una politica diversa, non continuare con la vecchia politica, piena di risentimento, dove l’interesse del Partito prevale su quello dei cittadini. Altrimenti si è giovani, ma con un’attitudine vecchia. La mia vuole essere una critica costruttiva, perché i giovani sono il futuro: ma che futuro possiamo aspettarci se l’interesse del Ticino viene messo in secondo piano? Mi sarebbe piaciuta vedere questa dura opposizione di GG anche nei confronti dell’elezione della Schlumpf… [Dura opposizione? Se Oreste, che è così giovane, sapesse!]

Le mie idee sono ormai troppo lontane del PPD e quindi credo che la mia permanenza non giovi né al Partito né tanto meno a me. Ho dovuto quindi scegliere tra continuare a essere me stesso, esprimere le mie idee o adeguarmi al partito. Ho scelto quindi di lasciare il PPD. La mia è una scelta personale, che non nutre rancore o astio. Sarò sempre aperto a tutti e spero che il PPD possa vedere in queste mie parole una critica costruttiva. In ogni caso ho conosciuto nel PPD, tra le tante persone, diverse persone per bene che mi hanno sostenuto nei momenti più difficili e so che capiscono la mia scelta. Ringrazio quindi il PPD e queste persone per quello che mi ha insegnato, per il sostegno e anche per le diverse critiche che ho ricevuto che mi hanno aiutato a crescere. Rimarrò sempre aperto al dialogo, come lo sono con tutti, pronto a discutere, senza muri ideologici ma nell’interesse dei cittadini.

Sono entrato in politica per interessarmi dei bisogni dei cittadini e questa mia grande voglia c’è ancora e anzi oggi è ancora più forte. Lascio il PPD, ma non lascio assolutamente la politica. Continuerò il mio lavoro, in maniera coerente con le mie idee e nell’interesse dei cittadini.

Oreste Pejman