Autoflagellazione – Le sciocche spiegazioni sul perché molti musulmani ci odiano…

2015

AutoflagellazioneDopo quel che è capitato a Parigi tutti si sentono abilitati a dare una spiegazione del perché esista il terrorismo islamista e del come bisognerebbe gestire i nostri rapporti con i paesi musulmani. La nota dominante è la auto-flagellazione dell’Occidente, che come noto ha sempre tutte le colpe. Ogni rigurgito, anche il più becero, di fanatismo islamista viene visto come una reazione a determinati comportamenti dei paesi occidentali, alla ingerenza degli stessi nel Medio Oriente e nei paesi arabi, al lascito nefasto del colonialismo, ecc..

Non parliamo qui tanto e solo delle cause immediate, e su cui si può discutere (ma che non vogliamo affrontare qui), come l’intervento anglo-francese in Libia o quello statunitense in Iraq del 2003 o, ancora prima, dell’intervento sovietico in Afganistan e del “contro-intervento” americano e saudita tramite il finanziamento della guerriglia dei talebani che poi portò questi fanatici islamisti a conquistare il potere a Kabul; ciò che a sua volta portò gli americani a intervenire per liberare l’Afganistan da questo regime….

No, adesso questa credenza “deterministica” che tutto fa discendere dal colonialismo, che avrebbe aizzato l’ira degli arabo-musulmani contro gli occidentali, si è ampliata ed è diventata più radicale e virulenta; mi si perdoni il termine ma la si potrebbe definire una vera e propria epidemia che domina nei massmedia (e che prospera su una grande ignoranza storica).

Nel pensiero spiccio di molti circolano tanti luoghi comuni superficiali e che (è il minimo che si possa dire) “fanno di ogni erba un fascio”. Faccio un esempio: mercoledì scorso Teleticino mandò in onda una trasmissione condotta da Alfonso Tuor su strage di Parigi, Islam e futuro del Vicino Oriente e a cui partecipavano Marcello Foa, Robi Ronza, Aldo Sofia, il prof. Ivan Ureta e il presidente della Lega dei musulmani in Ticino Slaheddine Gasmi. Non voglio commentare quanto detto dai partecipanti alla discussione perché ci vorrebbe troppo spazio; dico solo che (a parte il prof. Ureta che aveva un approccio più distaccato e accademico) gli altri sostenevano tutti la tesi della colpa dell’Occidente, sia pure con alcune sfumature non di poco conto. MinottiDegno di nota il fatto che il più moderato nel “bacchettare” l’Occidente era Aldo Sofia, il che è tutto dire per chi conosce Sofia! Egli, da conoscitore del Vicino Oriente e della Siria, non potè non sottolineare che – fatta la tara di tutti gli errori degli Occidentali pure da lui sempre denunciati – vi sono però molte cause endogene, molte responsabilità interne al mondo arabo per quel che sta succedendo e anzi vi è un vittimismo arabo innegabile. Ma il bello è venuto quando Tuor ha fatto parlare qualche telespettatore: è intervenuto un noto granconsigliere leghista che ha fatto una sparata contro gli Occidentali e il colonialismo arrivando a dire che “tutto quello che hanno fatto gli Occidentali negli ultimi 500 anni in Africa, Medio Oriente e America Latina è un disastro ed è la causa dei problemi attuali”. Insomma, al già complesso tema dei rapporti con l’Islam e della guerra in Siria e del terrorismo, egli ha mischiato assieme in un minestrone incredibile anche la colpa di Cristoforo Colombo e dei conquistadores spagnoli delle Americhe. A questo si arriva a furia di predicare unilateralmente solo i delitti fatti dal colonialismo europeo. Non si dovrebbe mai dimenticare, se si vuole parlare seriamente di storia, che ogni espansione o conquista o predominio vanno contestualizzati nella loro epoca e giustapposti con l’epoca che li precedette di poco e alla quale succedettero. La conquista spagnola dell’America certo comportò anche tante sopraffazioni e anche la schiavizzazione di fatto di molte popolazioni locali, ma non è che le società amerinde precolombiane fossero tutte pacifiste e vivessero assieme d’amore e d’accordo; vi erano guerre, popoli dominatori e popoli sottomessi (d’altronde è per questo che gli spagnoli la spuntarono facilmente, perché non trovarono un fronte compatto a fronteggiarli); inoltre alcuni popoli, come per esempio gli aztechi, avevano sì una élite con un grande sapere, ma avevano dei costumi che non erano certo meno feroci di quelli dei conquistadores, anzi….La stessa cosa, mutatis mutandis, si può dire dell’Africa e del Medio Oriente, che peraltro caddero sotto l’influenza occidentale molto più tardi (il Vicino e Medio Oriente e la Libia solo nel Novecento e per una corta durata). Per dirne una: il commercio degli schiavi non lo inventarono gli Occidentali, ma preesisteva da secoli alle prime incursioni dei portoghesi sulle coste africane; si trattava di un commercio usuale che i notabili africani svolgevano con i commercianti arabi.

ISISPer quanto riguarda i rapporti tra l’Europa cristiana e l’Islam, va inoltre rammentato che l’Occidente fu per secoli sotto pressione dell’Islam e una parte considerevole dell’Europa meridionale e sud-orientale fu conquistata dai maomettani (dapprima nel settimo secolo d.C. con la conquista araba della Spagna e della Sicilia, poi a partire dal Trecento- Quattrocento con l’invasione ottomana dell’Asia minore e dell’Europa balcanica fin quasi alle porte di Vienna). È comprensibile che a tale invasione – una vera conquista militare e non una invasione perlopiù pacifica come avviene oggi – l’Europa abbia poi reagito, non appena ne ebbe le forze e l’opportunità, con tentativi di riconquistare i territori perduti. Così avvenne la Reconquista spagnola, così avvenne con le Crociate nel 1100-1200 (con cui si tentò di riconquistare la Terrasanta togliendola al dominio maomettano); allo stesso modo secoli dopo avvenne la riconquista dei Balcani negli intervalli delle guerre infraeuropee, ricacciando i Turchi fin quasi a Costantinopoli. Percui quando si sente dire che “la colpa è dell’Occidente che ha promosso le Crociate”, si tratta di una sciocchezza, perché non si possono scindere le crociate dalla conquista maomettana dei secoli precedenti. Inoltre sono passati tanti secoli e una persona con sale in zucca deve studiare quegli avvenimenti con oggettività e distacco, certo vedendo anche i soprusi e le sopraffazioni dei crociati (che spiegano alla fin fine perché essi non furono sostenuti dalle stesse popolazioni cristiane del Vicino Oriente), ma non estrapolando scioccamente eventi di 8 secoli fa per giustificare una reazione o una politica musulmana oggi.

Altro esempio: in un commento sul CdT del 5.12 il giornalista Marco Alloni fa delle riflessioni assai discutibili, perlomeno dalla penna di un commentatore serio (che dovrebbe differenziarsi dalle esternazioni di un Giancarlo Seitz o del rappresentante della Lega dei musulmani). Scrive Alloni: “(….)Ben vengano dunque gli interrogativi accademici sui margini di compatibilità fra Islam e democrazia. Ma sopra questo piano di valutazione ne va posto un altro: quello filosofico. Laddove non si proceda a un sommesso mea culpa rispetto alle ragioni storico politiche che hanno determinato – dalla pace di Karlowitz in poi, quattrocento anni fa – il progressivo diffondersi del risentimento islamico verso l’Occidente, ogni discorso di ordine dogmatico rischia l’astrazione. Perché purtroppo la fanatizzazione del religioso ha sedimenti antichi.(….)”. Al di là della prosa un po’ involuta e poco comprensibile, cosa vuol dire Alloni con questo ragionamento? Traduco: noi europei dovremmo fare mea culpa perché i musulmani ce l’hanno con noi dopo che i Turchi furono sconfitti dagli eserciti asburgici del grande condottiero Eugenio di Savoia verso la fine del Seicento (la pace di Karlowitz è del 1699, non di 400 anni fa!). Mio commento: e perché mai dovremmo fare mea culpa? I turchi fanno forse mea culpa per la conquista dei Balcani dei secoli precedenti? Per favore, non diciamo sciocchezze! Smettiamola di autocolpevolizzarci in ossequio a una sciocca “politically correctness” che impone di essere sempre comprensivi verso l’Islam! Che nel mondo arabo-islamico covino molte frustrazioni e risentimenti antioccidentali è certamente vero, ma che la colpa di ciò sia oggettivamente dell’Occidente è opinabile. In realtà il mondo islamico si avviò alla decadenza parecchi secoli fa, mancando l’aggancio con la modernità, e questo innanzitutto per cause endogene. Chi vuole capire qualcosa della realtà vada a leggersi i libri di Niall Ferguson che sintetizza i motivi della supremazia dell’Occidente dal 1500 in poi: furono motivi culturali prima che politico-militari (fra cui in specie il progresso scientifico e la competizione fra vari Stati, l’anelito alla libertà religiosa e di pensiero, il progressivo affermarsi dell’istruzione, del libero mercato, dello Stato laico e dei diritti fondamentali della persona ecc.). I paesi islamici a partire da una certa epoca invece non progredirono più. Che ci sia un nesso fra questo e la loro religione, ovvero con il Corano e il modo di interpretarlo, è molto probabile, anche se forse questo non spiega tutto. E ciò indipendentemente se il Corano venga letto nel deserto o su un divano…..

Ma a, ben vedere, anche l’accenno insistito che Alloni fa (citando Khaled Fouad Allam) alla lettura del Corano nel deserto, si può anche rovesciare: forse proprio il fatto che il Corano sia stato scritto e fatto proprio dapprima dalle tribù di nomadi e predoni nel deserto arabico…., ne spiega i limiti evidenti per una società che vuole e deve evolvere? O forse mi sbaglio?

Paolo Camillo Minotti