Glauco Mauri“Ricordare, ricordare cosa?” Un interrogativo costante incalza il racconto di “Una pura formalità”, spettacolo teatrale di Glauco Mauri che andrà in scena stasera e domani alle 20.30 al Lac per la rassegna LuganoInScena.

La pièce è liberamente tratta dall’omonimo film di Giuseppe Tornatore, uscito nel 1994, con poco favore della critica. Una trama che affonda le radici nel thriller per trasformarsi in una riflessione sulla vita. La vita, la morte, la memoria.

A ricordare è Onoff, scrittore di fama, che una notte di pioggia viene ritrovato a correre nel bosco, privo di documenti. Portato in commissariato per formali accertamenti, viene poi sottoposto a un interrogatorio serrato. Onoff, disorientato e confuso (Gerard Depardieu nel film), è Roberto Sturno, inseparabile compagno di scena di Glauco Mauri, con cui nel 1981 hanno fondato la Compagnia Mauri Sturno. Il commissario, un po’ implacabile un po’ sornione, è Mauri che magistralmente interpreta il ruolo che nella pellicola fu di Roman Polansky.

L’intensità della trama è accompagnata da una penombra e da un rumore di fondo, pioggia incessante e tuoni, che conferiscono allo spettacolo un mistero incombente, una tensione interrotta solo da inaspettati colpi di scena. “Già il film ha una sua struttura sospesa fra cinema e teatro e questo mi ha molto aiutato nel lavoro” racconta il regista. In effetti la pellicola di Tornatore, una tra le più belle, appare un film teatrale, quasi pirandelliano. La versione teatrale sembra la naturale conseguenza.

Ricordare, ricordare cosa? Si scoprirà solo alla fine dello spettacolo quando la pioggia cesserà e si farà luce. Quando pezzo per pezzo, Onoff avrà chiarito quei ricordi intermittenti. Onoff, on-off, acceso-spento. Noi, con lui, compiamo quel viaggio alla scoperta della vita e del suo senso, sopraffatti dalle paure, dalle nostre fragilità. Annaspando tra le domande, giacché i panni che vestiamo non sempre dicono la nostra identità.

Alessandra Erriquez