Spataro 400Egregio Direttore,

intanto grazie per la cortese ospitalità e per l’attenzione che lei dedica ai miei articoli anche quando non ne condivide l’ispirazione politica. Questo le fa onore perché è segno di rispetto per l’altrui opinione e di civile convivenza democratica. Anch’io sono di tale avviso e cerco di comportarmi di conseguenza.

Noi, uomini e donne della sinistra italiana del dopoguerra, siamo cresciuti nel rispetto dei valori della democrazia, della libertà sanciti dalla nostra bellissima Costituzione. E lo abbiamo provato con i fatti. Durante la mia esperienza politica e parlamentare, più volte, mi è capitato di dover difendere il diritto di tanti alla libertà, al lavoro, alla dignità che, in certe circostanze, taluno voleva colpire o annullare del tutto.

Detto ciò, desidero dirle in tutta franchezza che mi è parso quantomeno inopportuno il suo interrogativo -inserito nel corpo del mio articolo come redazionale- a proposito dell’individuazione delle responsabilità relative all’attentato di New York dell’11/9/2001. Io non ho indicato alcuna responsabilità individuale, tanto meno quella del presidente degli Usa. Come tanti nel mondo, mi sono limitato a esprimere qualche dubbio rispetto alla versione ufficiale fornita (forse frettolosamente) circa il terribile attentato alle torri gemelle. Sono convinto che col tempo sapremo (o sapranno).

Nell’attesa, le autorità Usa dovrebbero fare di tutto per chiarire, fugare i dubbi (non solo miei) che in questi 15 anni sono cresciuti invece che diminuire, in ogni parte del mondo, a cominciare dagli stessi Usa. Sui media, su You-tube, ecc, circolano documentari, testimonianze, rivelazioni, pareri qualificatissimi che mettono in dubbio la versione ufficiale.

Per concludere, aggiungo che nel dicembre 2001, a poche settimane da quell’evento abietto e sconvolgente, uscì un mio libro (sul quale stavo lavorando da circa tre anni ovviamente per finalità divulgative, di documentazione della realtà dell’Islam radicale) dal titolo “Il fondamentalismo islamico. Dalle origini a Bin Laden” (Editori Riuniti, dicembre 2001, con una pregevole prefazione di Yasser Arafat) dove, nel primo capitolo di aggiornamento, inserii una riserva rispetto alla versione ufficiale data dagli organismi Usa preposti all’accertamento delle responsabilità, della verità. Tuttavia, confidavo che col tempo ogni dubbio sarebbe stato fugato.
Mi dispiace rilevarlo, ma stiamo ancora aspettando!

Comunque sia, egregio direttore, la vita continua e noi, col nostro piccolo contributo anche critico, dobbiamo cercare di renderla più vivibile, più giusta per tutti gli uomini e le donne che popolano questo nostro bellissimo Pianeta. In questo spirito, le rinnovo i sensi della mia stima verso la sua persona e l’apprezzamento verso il suo giornale, e le invio i più cordiali saluti.

Agostino Spataro