L’ardita ipotesi di Eva Golinger, un autentico thriller politico.
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Il sito aporrea.org cita la giornalista Eva Golinger, che a più riprese ha sollevato la questione delle circostanze sospette attorno alla morte di Hugo Chavez (presidente del Venezuela dal 1999 al 2013, ndr):
“Tutto quello che Washington cercava di ottenere durante l’amministrazione di Hugo Chavez, oggi in sua assenza si sta realizzando. Il tumore di cui Chavez ha sofferto era stranamente aggressivo e sospetto e ogni giorno appare più chiara la possibilità che sia stato assassinato.”
I primi segni della malattia erano apparsi nel maggio 2011. In giugno, Chavez aveva subito due interventi in un centro specializzato all’Havana. I chirurghi cubani avevano trovato e rimosso un tumore maligno che aveva prodotto metastasi con una sinistra persistenza. Nuove operazioni erano state necessarie. Chavez era morto nel marzo 2013, a 58 anni.
“Basta sapere che un uomo che era stato, per molti anni, uno dei suoi collaboratori più vicini, che si trovava spesso solo con lui e gli portava cibo e bevande, oggi è un testimone protetto negli Stati Uniti. Presto saranno svelate le azioni segrete di Leamsy Salazar e la sua stretta collaborazione con le agenzie d’informazione a WAshington.”
Quando serviva il presidente venezuelano, il nome del capo delle guardie del corpo di Hugo Chavez veniva menzionato raramente dai media. A causa del suo lavoro, Leamsy Villafaña Salazar evitava la pubblicità, non amava essere fotografato e cercava di rimanere nell’ombra. Chavez lo descriveva come un valido ufficiale, incorruttibile e professionale.
Dopo la morte di Chavez, Salazar si era occupato della sicurezza del presidente dell’Assemblea Nazionale, Diosdado Cabello. Alcuni suoi comportamenti avevano però insospettito Cabello, che lo aveva fatto trasferire a un altro incarico.
Con la moglie, Salazar si era recato in luna di miele nella Repubblica Dominicana, poi a Santo Domingo e in Spagna. Da qui, un aereo dell’agenzia statunitense DEA (Drug Enforcement Administration) aveva portato la coppia negli Stati Uniti. Qui, la coppia vive sotto la protezione federale e Salazar fornisce informazioni su molte questioni riguardanti il suo paese.
Qualche tempo prima che Salazar pianificasse la fuga, le agenzie di informazione americane avevano mandato false informazioni ai media sull’esistenza del cartello della droga ‘Cartel de los Soles’, che sarebbe stato diretto da Diosdado Cabello e da alcuni generali venezuelani. Cabello doveva infatti essere compromesso a causa delle sue radicali opinioni anti-americane.
I media pro-americani fanno il possibile per nascondere le questioni che sorgono sulla partecipazione di Salazar nell’assassinio di Hugo Chavez. Pretendono che ha servito il regime venezuelano con devozione, sino a quando ha scoperto il coinvolgimento delle alte sfere del regime nei traffici di droga.
Le voci dei rapporti dei dirigenti venezuelani con gli affari di droga si fanno sempre più insistenti. Il piano americano è evidente : distrarre il pubblico dal fatto che Salazar sia il candidato più suscettibile di aver ucciso Hugo Chavez. Ma i media venezuelani parlano di Salazar definendolo un ‘Giuda’, le agenzie ufficiali e non ufficiali in Venezuela raccolgono prove delle sue attività criminali, delle sue riunioni clandestime con rappresentanti della CIA e della DEA e la possibilità che abbia dato informazioni agli americani sugli itinerari dei viaggi di Chavez e sulle persone che incontrava.
I dirigenti del Venezuela hanno offerto una ricompensa finanziaria per ogni informazione specifica sulle persone che hanno coordinato ed eseguito l’assassinio di Hugo Chavez.