jack gialloLa mia opinione è che in questa faccenda abbiano torto tutti. Certamente ha torto il “binomio ecotassante”, che ha via via smarrito il senso della misura e delle convenienze, scagliando fulmini e saette accompagnate da minacce in stile Padrino II.

Ma non ha ragione neppure Rocco, il quale finge di non accorgersi di ciò che è realmente successo. Il suo gruppo parlamentare ha votato quasi compatto l’ “ecotassa” mentre era già deciso e pronto il referendum destinato a distruggerla (vedremo poi il voto). Una sottile astuzia politica? Possibile ma, nel contempo, una manovra non proprio limpida come acqua di fonte.

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Ah beh, se vogliamo parlare di coerenza facciamolo pure e inchiniamoci al suo santo patrono, Attilio Bignasca! Ma per cortesia Attilio, non scrivere più fregnacce a cui non credi nemmeno tu! Andiamo ad accenia via perso il senso della minuraderti un cero in chiesa, ma per favore cerca di mettere un termine ai ricatti e alle minacce contro chi non la pensa come te e con psicodrammi da lesa maestà. Sulla nuova tassa o meglio imposta di collegamento deciderà il popolo. È la legge della democrazia diretta, quella a cui la Lega ha sempre inneggiato e si è appellata decine di volte nella sua storia.

L’ultima uscita di Sant’Attilio è che l’armata Brancaleone di via Monte Boglia (prendo a prestito e restituisco al mittente la metafora usata domenica scorsa dal Mattino nei confronti del PLR) farà saltare in Gran Consiglio l’intera manovra finanziaria proposta dal Governo a maggioranza leghista se la tassa di collegamento non passa in votazione popolare! Bella responsabilità, bel senso dello Stato, bell’esempio di Buon Governo! Ma cos’è poi questa tassa? Un tabù? Ah come sono lontani i tempi del Nano, lui che per le tasse aveva una naturale avversione e che di fronte a questa vi avrebbe fatti correre tutti con lo “stanghet” in mano! Almeno lui era coerente.

Oggi sembra che dal balzello sui posteggi dipendano i destini del mondo e la Lega insiste a dire che è una tassa giusta, perché colpirà i grandi generatori di traffico, per la precisione gli odiati esponenti del mondo economico: industrie, aziende, centri commerciali. Nemmeno la sinistra dei momenti peggiori è mai arrivata a criminalizzare in questo modo chi investe, crea lavoro e paga le imposte in Ticino. In altre parole chi fa girare l’economia ticinese!

Caro Attilio, ti ricordo tra l’altro che quando Marco Borradori, allora Consigliere di Stato, osò proporre di introdurre la tassa di collegamento, il Nano gli tuonò contro dal Mattino. Ma i tempi cambiano, e la Lega anche…

Sai benissimo che alla fine questo balzello lo pagheranno tutti. In special modo i Ticinesi malgrado voi tentiate maldestramente di far credere che sia una tassa studiata per penalizzare i frontalieri! Prendiamo l’esempio dell’IVA o dei dazi doganali, vengono versati dalle ditte allo Stato, ma sopportate e pagate alla fine dai consumatori, da tutti noi! Il meccanismo economico è questo e non ci vuole un premio Nobel per capirlo. Tutti noi consumatori ticinesi e lavoratori che non possono fare a meno dell’auto per recarsi al lavoro. Questa è la verità, e in via Monte Boglia la conoscete perfettamente anche se cercate di arrampicarvi sugli specchi per sostenere il contrario.

Per quanto riguarda i miei presunti interessi privati nell’oppormi alla tassa di collegamento, sui quali il Mattino sta insistendo oltre misura, ti tranquillizzo, caro Attilio: la mia è una semplice battaglia da libero cittadino contro nuove tasse per fare cassetta, per finanziare compiti che lo Stato avrebbe già dovuto adempiere da decenni con le risorse già a disposizione!

A questo balzello, che tu creda o no, mi oppongo unicamente per una ragione di principio, e ho detto senza peli sulla lingua cosa penso della manovra del Consiglio di Stato: il mio Partito entrerà in materia anche se ci sono misure sia sul fronte delle entrate che delle uscite che non ci entusiasmano. Rispetto e apprezzo molto il nostro Consigliere di Stato e ministro dell’Economia e delle Finanze Christian Vitta e il nostro capogruppo Alex Farinelli, ma oltre a essere un libero cittadino, sono pure presidente del Partito liberale radicale. È mio dovere avere sempre un orecchio teso e aperto verso la mia base, soprattutto in vista di un voto popolare. Base a volte non sempre d’accordo con l’operato del Governo. Devo fare da tramite anche se non è sempre piacevole. E sulla tassa di collegamento, mi permetto di invitarti, caro Attilio, a fare altrettanto con i tuoi colonnelli e il tuo ministro del Territorio.

Rocco Cattaneo, Presidente PLR