Terrore, panico, fuga. L’affollato mercato di Sarona, a Tel Aviv, presso il bar del teatro Cinemathèque, alle ore 21 si svuota di colpo, la gente esce correndo, cercando di mettere in salvo la vita. Alcune persone restano a terra, immobili, col cranio trapassato dagli spari dei due attentatori, palestinesi, di vent’anni circa. Dopo essersi alzati dal bar ristorante di Max Brenner i terroristi, in giacca e cravatta, insospettabili, fanno fuoco sui convenuti.

«Gloria e salute agli autori della sparatoria al Mercato di Sarona», riporterà poco dopo in un tweet Ismail Haniyeh, leader di Hamas, mentre a Hebron, città di origine dei due attentatori, non sono mancate scene di esternazione di gioia per il terribile attentato.

Il presidente dell’Anp (Autorità Nazionale Palestinese), Abu Mazen, condanna la violenza sui civili. Il premier Benyamin Netanyahu, rientrato da Mosca dopo una visita a Putin, ha presieduto una riunione di emergenza immediatamente istituita con lo Shin Bet (servizio di sicurezza interno) e ha convocato l’esercito, i ministri Gilad Erdan e Avigdor Lieberman, e la polizia. Il sindaco della città, Ron Huldai, ha dichiarato che “Israele non cederà al tentativo dei terroristi di rovinare la vita ai civili”.

Nel frattempo Israele ha ritirato 83 mila permessi ai palestinesi che li avevano ricevuti al fine di visitare le loro famiglie durante il Ramadan.

tel aviv

Giacca e cravatta, dunque, per i due attentatori, mitraglietta artigianale, non dissimile da quella impiegata per il precedente attentato, sempre a Tel Aviv, a Capodanno. Pare non appartengano a nessuna fazione in particolare, anche se il timore delle infiltrazioni dell’Isis è altissimo.

Oggi Israele ha rafforzato la difesa dell’area nella quale sono stanziate le due divisioni, Giudea e Samaria, inviando 300 soldati.

Fonte: Il Messaggero, Panorama, il Corriere.