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E Brexit sia. Ma è stato un duello serrato sino alle ultime schede, al punto che i giornali nei chioschi, venerdì mattina, annunciavano la probabile permanenza del Regno Unito nell’UE. Tra gli europeisti, le élite e i finanzieri, lo sconcerto è stato grande. In un primo tempo la vittoria del “Remain” era stata annunciata al 52 %.

Nigel Farage, leader del partito anti-europeo Ukip, si è spinto sino ad ammettere la sconfitta, per poi cambiare versione ed esultare poche ore dopo. Un poco alla volta, la tendenza si è capovolta, per consacrare infine la vittoria del Brexit, al 51.9 %.

brexit-sortie-ue-700x431Le principali conseguenze del Brexit sono finanziarie e politiche. I mercati, attraverso i movimenti della lira sterlina, dell’oro, delle azioni, ecc., nei giorni precedenti il referendum, hanno chiaramente indicato che si attendevano un mantenimento dello status quo.

Il risultato a sorpresa ha dunque destabilizzato i mercati, con il consistente aumento dei metalli preziosi e la lira sterlina che ha perso circa il 10 %, il suo livello più basso degli ultimi 30 anni. Le borse europee hanno registrato cali sin dall’apertura, dal – 7.5% al – 12%. In Asia, il Nikkei ha perso l’8%, mentre la Borsa di Hong Kong ha segnato – 4%.

David Cameron, l’uomo beffato dalla Storia (aveva organizzato il referendum per confermare la permanenza del Regno Unito nell’UE !), ha annunciato le sue dimissioni entro ottobre.

Nel campo dei laburisti, si chiede una rapida attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona di fronte al Consiglio europeo. Cosa che potrebbe accadere durante il summit UE del 28 e 29 giugno. Saranno necessari dai 12 ai 24 mesi prima che la lunga e complessa procedura venga conclusa.

I vertici di Bruxelles temono che l’esempio britannico venga seguito ora da altri paesi, primi fra tutti Francia e Italia. In Francia, la leader del Front National, Marine Le Pen ha twittato “Vittoria della libertà!”, aggiungendo che lo stesso referendum va ora organizzato in Francia, come lei stessa chiede da anni.

Nei Paesi Bassi, Geert Wilders ha dichiarato : “Il 23 giugno sarà scritto nella Storia come il giorno dell’Indipendenza. L’élite europeista è stata vinta. Il Regno Unito indica all’Europa il cammino da seguire. E’ tempo di una nuova partenza, basata sulle proprie forze e sulla sovranità. Anche nei Paesi Bassi.”