Il partito Repubblicano sembra trovarsi in uno stato di confusione, in seguito alle accuse di plagio che hanno fatto seguito al discorso pronunciato lunedì da Melania Trump alla convention repubblicana. Il discorso, infatti, sembra presentare diverse somiglianze con quello presentato da Michelle Obama alla convention democratica nel 2008.
La signora Trump aveva in un primo momento riscosso numerose lodi per il suo intervento alla serata di apertura della convention, ma i commenti si sono quasi subito trasformati in critiche, non appena sono state segnalate le “notevoli somiglianze” con le parole di Michelle Obama.
Secondo Paul Manafort, a capo della campagna elettorale di Donald Trump, quello di Melania è stato “un gran discorso”, niente affatto plagiato. Per Manafort, inoltre, è del tutto normale che Michelle Obama abbia colto delle somiglianze tra i due discorsi; in entrambi, infatti, le mogli dei candidati hanno parlato dei valori con i quali sono stati cresciuti, ne consegue che le due donne hanno condiviso gli stessi valori nell’educazione ricevuta in famiglia.
Tuttavia, alcuni dubbi rimangono; ad esempio Sam Clovis, co-direttore della campagna elettorale per Trump ha infatti ammesso in un’intervista alla MSNBC che alcune delle parole utilizzate dal Melania non erano sue. Clovis si è detto convinto che qualcuno dello staff, nell’aiutare la moglie del candidato a preparare il testo, abbia inavvertitamente riproposto delle frasi lette o ricordate da altre fonti.
Chris Christie, governatore del New Jersey, ha ammesso che alcune frasi fossero quasi duplicate, ma anche dichiarato che non si può ragionevolmente parlare di plagio, quando il 93% del discorso di Melania Trump è diverso da quello pronunciato da Michelle Obama.
Dal canto suo, Melania Trump ha dichiarato ai media di aver scritto il discorso quasi interamente da sola, raccontando ad esempio la propria infanzia in Slovenia e l’educazione ricevuta dai genitori, facendosi aiutare da altri il meno possibile nella stesura del testo finale.