Forse le parole di Papa Francesco contribuiranno a rendere meno rigida la posizione della Polonia nei confronti dell’attuale crisi migratoria. Già verso la metà dello scorso mese di aprile, infatti, il piano di riallocazione dei migranti elaborato dall’Unione Europea era stato dichiarato “morto”, dopo che la Polonia aveva rifiutato di accogliere migliaia di rifugiati all’interno dei propri confini.

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Finora, infatti, i politici polacchi hanno dichiarato che virtualmente nessuno tra gli stati membri è d’accordo con il controverso sistema di quote previsto per l’allocazione dei rifugiati tra i diversi paesi e che questo fatto costituisce una grave minaccia al progetto federalista, che dovrebbe basarsi sull’accordo di tutti.

Nell’ambito di questo progetto, la Polonia avrebbe dovuto accogliere 7000 richiedenti l’asilo, ma questa richiesta da parte dell’Unione Europea è stata disattesa.  Sempre in aprile, infatti, il vice ministro degli esteri polacco, Konrad Szymanski, aveva dichiarato in un’intervista che il suo governo si sarebbe rifiutato di accogliere anche un singolo migrante. Szymanski aveva aggiunto che non vedeva come fosse possibile implementare la decisione delle quote, per la Polonia, così come per la maggior parte dei paesi facenti parte dell’Unione.

Per giustificare la sua decisione, Szymanski ha addotto anche motivi legati alla sicurezza nazionale: alla luce dei recenti sanguinosi attentati rivendicati dallo Stato Islamico, il governo polacco ha affermato che sarebbe impossibile accogliere un gran numero di migranti senza che questo comprometta la sicurezza dei cittadini.

Gli sviluppi degli ultimi mesi nella politica migratoria polacca rappresentano un radicale cambiamento rispetto a quanto era stato dichiarato dal ministro degli esteri Witold Waszczykowski nel mese di gennaio, vale a dire che il paese avrebbe rispettato il sistema delle quote, pur ritenendolo non pienamente legittimo.

Nel frattempo, si stanno facendo strada in Polonia sentimenti di ostilità diffusa nei confronti dell’ondata migratoria. Jaroslaw Kaczynski, leader del partito conservatore, aveva già dichiarato pubblicamente mesi fa che il numero dei migranti che entrano nel paese deve essere limitato, in quanto questi ultimi potrebbero causare la diffusione di malattie.