Ricordo che il prof. Davide Rossi sarà uno dei relatori in occasione dell’incontro del 5 agosto al Rivellino. Un’intervista di Francesco De Maria.

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Il tema dell’intervista odierna è la “Russofobia”. Incominciamo dalla fine. L’esclusione dalle Olimpiadi dell’intera squadra russa di atletica leggera è un caso di Russofobia?

Davide Rossi  Il papa arrivando a Cracovia ha detto: “è in corso una guerra mondiale per i soldi e per gli interessi economici sulle ricchezze del pianeta, non è una guerra di religione, è una guerra che fanno gli altri”. Occorrerebbe rispondere su chi siano “gli altri” dell’affermazione di Bergoglio. Io da tempo, anche attraverso l’attività dell’ISPEC di Locarno, l’Istituto di Storia e Filosofia del Pensiero Contemporaneo, cerco di promuovere dibattiti sullo stato del mondo, davvero molto precario, tra guerre, declino dell’egemonia statunitense, proposta di Cina e Russia di un mondo multipolare. In questo senso l’invenzione del doping per gli atleti russi è una, l’ennesima, azione di guerra contro i russi e i cinesi. Se ne potrebbero elencare centinaia.

Nel 1945 i Russi erano “cattivi”, gli Americani invece erano “buoni”. Sono passati molti anni, il Muro è caduto nel 1989… ma i Russi sempre cattivi rimangono! Fino a che punto la martellante propaganda anti-russa riesce a influenzare l’opinione degli europei?

DR  Moltissimo direi, i media – cartacei, web e televisivi – sono popolati da giornalisti che, a volte in buona fede, a volte per scarsa conoscenza della politica internazionale, a volte per servile acquiescenza ai loro editori, si piegano all’interpretazione secondo cui i russi e Putin son cattivi e pericolosi. Sono gli stessi media che esaltavano il “democratico” Eltsin, quello che regalava le ricchezze naturali russe all’Occidente e prendeva ordini dalla NATO. Chiunque promuova un’alternativa planetaria all’unipolarismo è cattivo, il Nobel per la Pace infatti lo prende Obama, che le guerre e i colpi di stato li organizza, si pensi solo all’Honduras e al Paraguay, realizzati insieme alla sua amica Clinton, non Putin che ha impedito il bombardamento dell’Iran e bloccato nel 2008 l’escalation militare in Georgia.

Quali mezzi ha la Russia per difendersi e contrattaccare?

DR  Qui non si tratta di difendersi e contrattaccare, ma semplicemente di avere un minimo di obiettività rispetto ai fatti. Viviamo in Europa in un’epoca in cui i cittadini credono a spiegazioni incredibili su fatti chiarissimi. I media sono riusciti ad attaccare Putin perché ha distrutto le basi dei terroristi in Siria! Una nazione poi, non solo la Russia, non deve inventarsi un sistema di difesa mediatica, deve agire per la pace e la cooperazione, poi sta ai giornalisti e agli storici riportare i fatti.

Quali sono a Suo avviso i più autorevoli canali d’informazione filo-russi disponibili in Occidente?

DR  Sputnik, Russia Today, Pandora TV e giocando in casa: Sinistra.ch!, ma non sono canali d’informazione filo-russa, sono semplicemente canali d’informazione che si sottraggono alla favole preponderanti nel sistema di comunicazione.

Le propongo un audace esperimento in due fasi: A) Mi descriva la crisi ucraina 2014-2016 con gli occhi dell’America-UE (faccia uno sforzo!) B) Mi descriva la stessa cosa con gli occhi della Russia.

DR  A) I progetti egemonici e neo-sovietici di Putin hanno portato la Russia a sostenere e foraggiare il separatismo ucraino.

B) Gli Stati Uniti, volendo portare la NATO ai confini con la Russia, hanno fomentato la presa del potere a Kiev da parte di gruppi neofascisti che hanno scatenato la guerra civile contro gli oppositori, in particolare nell’Ucraina orientale, la cui popolazione, per non essere massacrata, ha chiesto aiuto alla Russia.

“Russofobia” è un libro che punta a dimostrare una ben precisa tesi. Questo fatto lo rende meno credibile?

DR  Occorrerebbe una forte collaborazione tra l’Europa e la Russia, ma le paure dei poteri forti europei hanno da sempre favorito l’odio antirusso, specialmente nel periodo socialista della Russia novecentesca. La credibilità del libro nasce proprio da questa constatazione, sarebbe meno credibile se fosse meno coraggioso. Invece è un libro coraggioso e puntuale.

Sciolli-RossiTra le principali forze politiche presenti nell’UE, quali non sono russofobe oppure lo sono in minor grado?

DR  Tutte e tutti coloro che guardano il presente e il futuro con senso di responsabilità e amore della verità dei fatti non sono russofobi, forse son pochi in Europa, ma alcuni segnali si percepiscono. Preferisco non far nomi di persone o istituzioni, credo che sia interessante un crescente approccio generale non russofobo, le persone accorte capiscono la necessità di un mondo multipolare anche perché, aggiungo, alla Russofobia si associa la Sinofobia. Costruire dialogo e collaborazione con Russia e Cina sono invece scelte impellenti, se si vuole evitare il degenerare della guerra mondiale attualmente in corso a pezzetti, dall’Ucraina allo Yemen.

Quanto è russofoba l’ odierna Chiesa cattolica?

DR  Per fortuna poco, Bergoglio non è Wojtyla, polacco e anticomunista, che voleva distruggere l’Unione Sovietica e con essa la Russia. Papa Francesco lavora per l’unità con gli ortodossi e nella Cuba Socialista dei fratelli Castro ha abbracciato pochi mesi fa il patriarca di Mosca.

Il celebre Festival di Locarno è russofobo? O è una voce che ha messo in giro Arminio Sciolli?

DR  Il potentissimo Sciolli! Vien da sorridere! Il Festival di Locarno, occasione pregevole di visione di film del mondo, preferisce certamente quei prodotti allineati alla sensibilità occidentale rispetto a quelle opere che potrebbero offrire un’altra visione della realtà. Se si esclude la rassegna “Open doors”, che ogni anno recupera pellicole da qualche area del mondo poco nota, il resto dell’offerta è orientato alle nazioni occidentali o filo-occidentali. E quando arrivano film da nazioni potenzialmente interessanti, vedi Iran e Siria, come l’anno scorso, guarda caso, sono opere realizzate espressamente contro i governi di quei paesi e quindi per nulla rappresentative di quei popoli. Potremmo dire che, in questo quadro, il Festival è russofobo, come iranofobo, sirofobo, …, insomma sa benissimo quale deve essere la linea editoriale della manifestazione e vi si attiene con zelante scrupolo.

Infine, che cosa si aspetta dall’incontro del prossimo 5 agosto al Rivellino?

DR  Un dibattito ricco, arguto, intelligente, un’occasione per pensare e per capire, l’opportunità di vincere l’aggressività mediatica di un pensiero a senso unico. Sarà soprattutto l’occasione per vedere, dopo le presentazioni ai Festival di Cannes e Verona, il bellissimo film “Il palazzo del Popolo” di Elena Gladkova, storia per immagini ed emozioni della metropolitana di Mosca.

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