Xenia Peran, avvocatessa luganese, avrebbe dovuto presentarsi questa mattina alle Assise criminali di Lugano per l’inizio del processo che la vede accusata dal procuratore pubblico Paolo Bordoli di ripetuta appropriazione indebita, sottrazione di beni requisiti o sequestrati, reiterata amministrazione infedele, tentata estorsione, coazione e soppressione di documenti, nonché diffamazione, ingiurie e violazione del segreto professionale, sempre con l’aggravante della reiterazione.

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Tuttavia, Peran non si è presentata in aula, facendo pervenire in tribunale, circa un’ora prima dell’inizio del procedimento, un certificato medico che la dichiarava inabile al lavoro fino a venerdi’. Insospettito dal fatto che l’imputata avesse consegnato ieri una memoria in propria difesa lunga 25 pagine e oggi fosse invece malata, il giudice Marco Villa ha deciso di inviare un medico, accompagnato dalla polizia, al domicilio dell’imputata, allo scopo di verificare le condizioni di salute di quest’ultima. Ha destato inoltre sospetti il fatto che il certificato presentato non specificasse il tipo di malattia.

Dal momento che le forze dell’ordine non hanno trovato in casa Xenia Peran, la sua assenza è stata ritenuta non giustificata. Quella del giudice Villa è una decisione senza precedenti, che è stata motivata dall’impossibilità di raggiungere telefonicamente l’avvocatessa Peran. Un collega di Peran, che lavora nello stesso studio, ha dichiarato che non si sa dove l’avvocatessa dorma.

Xenia Peran, già candidata al Consiglio comunale di Lugano per il Partito Socialista, ha presentato nuovi ricorsi al Tribunale federale e alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, contro la sospensione dalle proprie funzioni in seguito all’apertura del procedimento a suo carico.

Alla fine la Corte ha deciso di rinviare il processo a data da stabilire, ritenendo appunto Xenia Peran assente ingiustificata. L’avvocatessa di Lugano sarà dunque citata nuovamente in giudizio, forse nel mese di ottobre prossimo.