Con l’apertura di AlpTransit, attraverso il Ticino assisteremo ad una forte crescita del traffico merci. Una regione che sarà fortemente penalizzata è il Gambarogno. Maggiormente penalizzata rispetto al resto del Ticino in quanto non riceverà alcun compenso a livello di mobilità pubblica su rotaia. Il Ticino (escluso Gambarogno e forse anche le Tre Valli) otterrà giustamente un beneficio a livello di trasporto pubblico.
Il progetto pubblicato dalle FFS con il titolo di “Modernizzazione delle infrastrutture ferroviarie nel Gambarogno” e recentemente accolto dalle Autorità federali, di fatto trasformerà l’intera regione in un corridoio merci. Il traffico passeggeri su rotaia ne sarà ulteriormente penalizzato. Eppure questa linea, un imbuto, si presta benissimo al trasporto passeggeri in quanto da Cadenazzo a Luino è concorrenziata solo da un asse stradale tortuoso che attraversa troppi abitati, sia dalla parte italiana, sia da quella ticinese. Asse stradale sul quale sarebbe possibile ulteriormente disincentivare il traffico motorizzato di transito a favore della mobilità dolce e di un maggiore rispetto degli abitati e della loro vocazione turistico-residenziale. Con un orario attrattivo si potrebbe incentivare l’uso del treno da parte dei frontalieri. Questa linea ferroviaria ha il pregio di allacciare le principali zone artigianali e industriali del locarnese e bellinzonese. Un potenziamento del traffico pubblico su gomma è impensabile considerato il crescente intasamento viario nelle ore di punta e il contenuto calibro della strada.
Il Gambarogno si è battuto per mettere in galleria il trasporto merci. Di recente il principio è stato condiviso e ancorato a livello pianificatorio. Se permetteremo il previsto enorme potenziamento della linea, per i prossimi trent’anni dovremo fare fronte a nessuna alternativa.
La domanda da porsi è la seguente: Non sarebbe possibile aumentare il traffico merci nella misura da permettere anche di migliorare il traffico passeggeri? Puntare ad una soluzione più equilibrata?
Se a questa domanda lasciamo rispondere gli Uffici federali e le FFS sicuramente è un no. Le FFS per chi non lo avesse capito non sono più quelle di una volta; Fanno i furbetti! Il loro obiettivo è il profitto. Non per caso il loro Direttore è pagato 1,2 mio l’anno e il Ticino lo stanno conquistando a suon di campagne pubblicitarie. Più merci passano, più guadagnano! Finanziano stazioni laddove fanno il pieno di affitti! Sacrificano il traffico passeggeri laddove il traffico merci è più redditizio!
Gli Uffici federali potrebbero essere un partner più affidabile ma a loro volta devono fare fronte, mettere cerotti, ad un’opera monca; AlpTransit! A questo punto non rimane che rivolgersi ai Tribunali i quali in passato hanno già sconfessato i metodi troppo imprenditoriali delle FFS con complicità di Berna. Argomenti? Tanti! Prima di tutto però dobbiamo credere nei potenziali turistici, ricreativi e residenziali della regione che deve anche lei poter essere agganciata ad AlpTransit con una linea passeggeri efficiente.
Non si può penalizzare il traffico passeggeri favorendo il traffico merci. La decisione risalente al 1995 in cui si parlava di 98 treni giornalieri andrebbe fatta passare alla lente e sarebbe da ridiscutere. Con l’aumento della lunghezza dei treni merci a 700 metri, il traffico passeggeri esce totalmente con le ossa rotte. Le opere di “modernizzazione” previste probabilmente non hanno basi solide da giustificarne l’integrale messa in cantiere. L’impatto di queste opere sulla regione è sottovalutato come è sottovalutata la questione legata alla sicurezza, considerato anche il tipo di merci che transiteranno. Se un tale ricorso dovesse essere accolto, le Autorità federali sarebbero veramente stimolate a realizzare una galleria quale degno sbocco di AlpTransit e delle sue merci a sud e a non penalizzare smisuratamente la gente, la natura e il loro paesaggio.
Cleto Ferrari, Gran Consigliere