“In Ticino si sta guardando troppo al passato e assai poco verso il futuro.”

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Fabiola Quezada nasce a Temascalapa, presso Città del Messico. Nel 1991 ottiene la laurea in amministrazione industriale al Politecnico di Città del Messico. Contemporaneamente frequenta il “Taller de artes plásticas” condotto da José Sirahuen Valdez e partecipa alle prime mostre collettive. Nel 1992 il lavoro e la vita familiare la portano a stabilirsi in Europa. Dal 1999 studia all’Accademia di belle arti di Brera a Milano, dove approfondisce il tema del corpo in pittura e in fotografia, diplomandosi con 110 e lode nel luglio 2003. Nel 2004 vince il Premio Lissone del Museo d’arte contemporanea 
della città di Lissone, Milano. Dal 2016 è Presidente di Visarte Ticino. Vive a Lugano. Lavora tra Svizzera, Italia e Messico.

Intervista di Aymone Poletti

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Aymone xIniziamo con una domanda che è d’obbligo: come ha capito che l’arte sarebbe stata la Sua strada e che messaggio vuole trasmettere con le Sue opere?

Fabiola Quezada  Da sempre mi è piaciuto disegnare. A partire dall’osservazione della natura e dei nostri movimenti ho voluto interpretare il mondo attraverso il disegno, la pittura, l’incisione e la fotografia. Vorrei trasmettere con le mie opere sentimenti ed emozioni a chi le osserva. Tocca poi allo spettatore interpretare questi suoi sentimenti con una propria riflessione, e se succede questo, l’opera ha fatto il suo lavoro: comunica, entra in un dialogo reciproco con l’osservatore.

Fabiola 1xTemascalapa, Brera e Lugano: ci può raccontare del suo percorso, di come si vive l’arte in queste tappe del suo percorso, e le differenze sostanziali?

FQ  Temascalapa: paese circondato da agavi e da cactus. Cresciuta lì ho acquisito l’amore per la natura e per la luce; il colore che dà agli oggetti questa luce è sempre dentro di me ed esce dalle mie vene per allungarsi sul pennello e posarsi sulla tela, fino a voler attraversarla ed uscire.

Brera: gli anni più belli della mia vita! Arrivare le mattine in treno e sentire lo scalpello sul marmo facendo eco sulle mura dentro l’Accademia è stata un’emozione fortissima. Ho seguito contemporaneamente più corsi di pittura, dal disegno, pittura e anatomia accademica, alla pittura concettuale, teorica e filosofica sempre confrontandomi con altri aspiranti artisti. Tra i ricordi, ho seguito le lezioni di fotografia con Ken Damy, Storia dell’arte con Flaminio Gualdoni e Tomaso Trini, e molti altri ancora.

Lugano: la città tranquilla che mi ha permesso di recarmi ogni giorno in treno a Milano. Sostengo che il suo fascino risieda nella sua vicinanza, territoriale e culturale con l’Italia.

Chi sono, a suo parere, gli artisti che maggiormente l’hanno influenzata nella sua Arte?

FQ  Caravaggio, Velázquez, Bacon, Freud e Siqueiros.

Lei di origine è Messicana. Come si è trovata in Ticino?

FQ  Sono una messicana molto curiosa che ha voluto uscire dal suo paese per conoscere altro, e la cultura Svizzera è unica; fino a quattro culture diverse in un solo paese. Penso che essere a Lugano e potermi muovere attraverso altre regioni collegate con le grandi nazioni culturali (Francia, Germania, …,) sia un grande arricchimento. Inoltre, come ho detto prima, la vicinanza del Ticino con la cultura italiana è, per l’arte, un’occasione unica.

agavi e cactusCi parli di Visarte. Lei è presidente dal 2016 nella sezione ticinese. Che cosa è e perché un artista dovrebbe entrarci…

FQ  Perché Visarte difende i suoi interessi! Si parla naturalmente degli interessi di artisti professionisti. L’artista deve essere riconosciuto come professionista dalla società,… non è un hobby, ma un contributo necessario alla riflessione e alla formazione della società. Visarte, un’associazione che ha più di 150 anni, mette la sua forza e l’esperienza in difesa della professione dell’artista! Gli artisti professionisti dovrebbero dunque entrarci se credono nella loro professione!

Qual è l’impronta che vorrebbe dare alla Sua presidenza?

FQ  Un’impronta di rivoluzione. Si porta avanti una battaglia per gli interessi degli artisti, verso la creazione di concorsi per opere pubbliche, oppure in favore di onorari decenti o per il diritto di seguito. (ndr: il diritto di seguito è il diritto spettante all’autore di opere artistiche e manoscritti nonché ai loro eredi, – fino al settantesimo anno successivo alla morte dell’ideatore – , di riscuotere una percentuale sul prezzo di ogni vendita consecutiva alla prima).

La Visarte Svizzera compie quest’anno i 150 anni, come si sono svolti i festeggiamenti in Ticino?

FQ  Tutto l’anno è dedicato ai festeggiamenti ma le manifestazioni principali si sono svolte sotto il titolo “verso nuove frontiere” in occasione del LongLake Festival 2016; abbiamo avuto una grande partecipazione di pubblico e di giovani.

Avete, dunque, fatto molto e vi siete “fusi” alla perfezione con il programma estivo del Longlake. Il Pubblico come ha partecipato alle vostre proposte?

FQ  Ha partecipato in maniera molto entusiasta alle attività e ha interagito con le performances o le opere proposte. Tutte, in maniera differente, hanno potuto coinvolgere un pubblico di ogni le età. Tanti giovani che incontravo durante il festival – e ancora oggi- si avvicinano e mi salutano ricordando il mio discorso al Lac, e anche gli eventi di Visarte.

Nel suo discorso di apertura per il 150 anni al Lac, Lei ha detto che, inizialmente, accettando il ruolo di Presidente per Visarte, aveva paura di diventare la “badante” degli artisti di Visarte Ticino. Aveva però per fortuna poi concluso che i messicani non sono dei buoni badanti ma degli ottimi rivoluzionari! Ci spieghi i progetti che Lei ha per Visarte.

FQ  Visarte Ticino (come oggigiorno tutte le associazioni professionali) ha i soci con un’età media alta. Da lì mi era venuto il dubbio che l’associazione mi avesse proposta e scelta come badante latinoamericana. Anche se era in realtà una battuta, sarcasticamente esprime bene la necessità di ringiovanire Visarte Ticino.

Come si possono coinvolgere maggiormente i giovani?

FQ  Entrando nei mondi e negli interessi dei giovani, coinvolgendoli con i propri interessi, come abbiamo fatto con LongLake Festival. Li abbiamo Invitati a partecipare attivamente alle attività di Visarte Ticino. Si possono anche attrarre sottolineando le offerte importanti per la formazione, come per esempio i soggiorni all’atelier di Parigi (ndr: alla Cité internationale des Arts ).

Anche al Lac abbiamo trovato la vostra presenza: ci spieghi il senso del video che si poteva vedere fino a qualche tempo fa e che adesso sarà ripresentato all’imminente e prestigiosa WopArt (Works on paper Fair) che si terrà al Centro esposizioni (padiglione Conza) di Lugano dal 2 al 5 settembre ?

FQ  Con questo video ripreso in loop vogliamo esprimere la necessità e pure l’urgenza di guardare al futuro di Visarte. Per i 150 anni tanti si sarebbero aspettati uno sguardo al passato, alla storia di Visarte, ma mi sembra che in Ticino si stia guardando troppo al passato e assai poco verso il futuro. Dato il particolare momento che stava attraversando Visarte Ticino (senza presidenza e con l’età dei soci in aumento) abbiamo piuttosto dato voce a questa urgenza chiedendoci; chi siamo, cosa facciamo, dove andiamo…

Il LAC, che fra poco compirà 1 anno, è una realtà per Lugano. Cosa ne pensa del fatto di riunire tutte le discipline artistiche in un solo luogo?

FQ  È un’ottima idea quella di riunire le discipline in un luogo. Sarebbe auspicabile che nascessero pure delle collaborazioni tra le diverse discipline e che questa vicinanza non fosse solo spaziale. Attualmente il LAC offre al mondo del teatro locale e pure alla musica l’opportunità di presentarsi e di farsi scoprire, manca però il coinvolgimento dell’arte visiva Ticinese. La città di Lugano è un ottimo ponte tra nord e sud, l’ho già detto; il suo potenziale di trovarsi in una zona di frontiera è enorme anche per l’arte. Rimane però importante sottolineare il fatto che questo ponte ha solo un interesse per i Ticinesi se questi possono dare un contributo allo scambio tra nord e sud. E gli artisti locali dovrebbero essere partecipi e non finire letteralmente “sotto il ponte”!

Dopo quanti anni sarebbe corretto valutare il “successo” (artistico, culturale, finanziario, turistico, popolare) del LAC? Quale giudizio formula sulla sostenibilità finanziaria del LAC a medio-lungo termine?

FQ  Dipende da che punto di vista si guarda. si vedrà tra diversi anni se il LAC riuscirà ad affermarsi come interessante polo culturale a livello internazionale. Mi sembra però che l’attenzione e l’interesse per l’”indigeno” si possa già valutare oggi: non sono infatti previste esposizioni di artisti locali fino al 2018. Questo argomento sarà da mettere a fuoco. Per esempio vorrei ricordare che il gruppo regionale di Visarte Grigioni festeggia quest’anno il 150 esimo con una esposizione nel nuovo prestigioso museo di Coira appena inaugurato.

Come valuta la realtà ticinese dal punto di vista artistico, politico e sociale?

FQ  È una domanda molto complessa, non è il mio ruolo dare qualifiche. Mi piacerebbe però che anche in altri ambiti i Ticinesi mostrassero l’apertura e la curiosità verso altre culture e verso altre esperienze come lo hanno dimostrato gli artisti Ticinesi nei miei confronti.

Secondo Lei, un investimento in cultura deve per forza avere un riscontro monetario?

FQ  No! L’uomo non vive di denaro solo, ci sono momenti irripetibili – come ammettono pure gli istituti di credito – che non si possono acquisire e la cultura si occupa proprio di quelli.

Nel futuro, come si evolverà l’arte e il modo di proporla al pubblico?

FQ  Le prognosi sono difficili. Probabilmente la cultura non sarà risparmiata dal profondo cambiamento – che è in atto – del digitale e virtuale. Visto però che l’uomo non ha un solo senso, ed in questo caso la vista o l’udito sono serviti dal virtuale, l’arte dovrà “occuparsi” pure degli altri. Penso in ogni caso che il contatto, il rito e l’emozione del momento siano essenziali nell’uomo e nell’arte.

Quale è il vero ruolo di un artista? Provocare oppure ci sono altre vie?

FQ  Provocare è un modo per essere considerato. La differenza sta nel “come provocare”; è sicuramente un metodo interessante per una società alla difesa di interessi professionali. Non è da sottovalutare in ogni caso il lavoro professionale e perseverante di ricerca e produzione di qualità non solo concettuale ma pure manuale.

Fabiola 2Quali idee avrebbe se le lasciassero in mano la concezione di una mostra al LAC, come userebbe gli spazi museali?

FQ  Questa mi sembra utopia, per diverse ragioni. Ma noi artisti abbiamo un’immaginazione fortissima … allora pensiamoci all’idea! Il LAC ha esordito con una mostra di alto livello curata da Bettina della Casa al piano sottosuolo sul lavoro di Anthony McCall): gli spazi sono ideali per una mostra di arte contemporanea tra artisti locali, per un confronto di idee, in uno spazio/luogo del loro territorio. E gli altri spazi sarebbero da discutere in più incontri con i dirigenti del LAC a fin di poter collaborare tra le diverse discipline dell’arte.

Al di fuori dell’ovvio legame che ha, a causa della Presidenza di Visarte Ticino, come può definire il Suo rapporto con altri artisti che risiedono in Ticino?

FQ  Buono. Io sono molto aperta e mi piacciono i diversi punti di vista e il confronto tra artisti.

Si dice “Ticino Terra d’artisti” … Come è visto il ruolo dell’artista in Ticino dal pubblico “profano” ?

FQ  Questa è da chiedere a loro, posso solamente constatare che la valorizzazione dell’artista che si occupa di arte visiva in Ticino non è degna di una terra d’artisti.

Cosa si può fare – a suo parere – per promuovere ulteriormente l’arte in Ticino?

FQ  Per poter promuovere l’arte e indirizzare questa promozione bisogna prima chiedersi chi siamo e dove vogliamo arrivare, insomma costruirci un’identità che poi serva quale criterio per valutare quali proposte promuovere. Qui mi sembra ci sia ancora molto da lavorare … per intenderci si ricerca un’opportunità unica ed entusiasmante.

Quale è stata una sua recente grande soddisfazione professionale ?

FQ  Aver potuto completare dei grandi dipinti dopo un lungo tempo dedicato solo a Visarte! Inoltre una testimonianza pubblicata come artista latinoamericana in Europa e un catalogo sulla mia pittura edito da Skira.

Ha qualche sogno nel cassetto?

FQ  Vorrei riuscire a dedicarmi a dei periodi di lavoro intensi, destinati esclusivamente alla creazione artistica nel mio atelier in Campagna per poter preparare le mie prossime mostre.

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